Si fa più nitido l’identikit del presunto assassino di Willy Branchi a 30 anni dall’omicidio del ragazzo, 18 anni e con un lieve ritardo mentale, ucciso a Goro (Ferrara).
Dopo il primo servizio e la decisione in parallelo della procura di Ferrara di disporre nuove analisi del dna, Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli seguono una nuova pista, quella dei festini omosessuali con minorenni.
Il prete, Don Tiziano, ha confidato al giornalista Nicola Bianchi il nome del presunto assassino che proprio nei giorni successivi all’omicidio finisce in cura psichiatrica. La testimonianza si aggiunge a quella del medico del paese ai tempi sposato con la sorella del presunto omicida. Si parla di un uomo sposato, con figli e una vita parallela di rapporti omosessuali.
Carlo Selvatico ci parla di un certo Enea, ai tempi minorenne, con il quale aveva avuto una relazione nel 1988. Enea che fa una premessa: “Io sono sposato e non sono gay, ma se si trovava qualcuno che ti faceva un bocchino ci stavo”.
Enea abita vicino al presunto assassino indicato dal prete. Antonino Monteleone è andato a parlare anche con uno dei due figli di quest’uomo, che però non vuole commentare.
Intanto molta altra gente di Goro prova a resistere nell’omertà sulla morte di Willy.