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“Io, madre separata: faccio 4 lavori, mentre lui non paga”

L’ex marito nasconde i soldi in azienda e fa la bella vita. Lei non crede più alla giustizia, e ha paura

 

Giovanna ha 44 anni ed è una combattente. Alla fine però anche lei si è arresa: a un uomo che l’ha lasciata per un’amica e non le ha mai dato quanto le deve per il loro figlio, a una giustizia che non è mai arrivata, e ora anche alla paura. Tanto che ci racconta al telefono la sua storia ma ci chiede di restare nell’anonimato: tutti i nomi, compreso il suo, sono di fantasia.

“Con Carlo, stavamo insieme dal 2000: ci eravamo sposati nel 2006, l’anno in cui è nato nostro figlio Marco. Stavamo bene, in una famiglia molto allargata: lui aveva avuto già quattro figli da relazioni precedenti. Poi nel 2012 è crollato tutto. Ho scoperto che stava con una mia amica, i nostri figli andavano insieme all’asilo”. Fin qui la dinamica di una separazione, anche se molto dolorosa. “Mi sentivo sotto un treno, mi ha ucciso dentro: e pensare che ero una ottimista e vivace che si metteva a parlare anche con le formiche. Poi, viviamo in un paesino: eravamo lo zimbello di tutti. Lui non se ne andava di casa e io glielo permettevo. L’ho perdonato troppe volte: mi diceva continuamente di voler cambiare e continuamente si smentiva”.

Giovanna nel 2014 trova la forza e chiede la separazione. Carlo non si presenta in Tribunale, la aspetta a casa. Lei gli dà le carte, lui si mette a ridere. Quella casa resta a lei, lui può vedere il figlio un giorno alla settimana e un weekend ogni due (cosa che farà sempre).

Quanto a pagare il mantenimento dell’ex moglie e del figlio non ci pensa proprio. “Mi doveva dare 800 euro al mese, in due anni me ne avrà dati 1.500 in tutto. Ha una sua azienda, che fa amministrare dalla nuova compagna, usa solo il conto corrente dell’impresa, mentre sul suo non ci sono mai soldi. Le macchine? In leasing, con l’azienda. La barca? Intestata a un’altra persona. In pratica lui fa la bella vita con tanto di hotel a cinque stelle. Mentre io devo farmi letteralmente in quattro per campare”.

Senza soldi, per seguire Marco, Giovanna si fa letteralmente in quattro fino a quando il figlio esce da scuola, con quattro lavori: “Faccio l’assistente da un dentista, la segretaria per un’associazione, le pulizie in una casa e mi arrangio in una sartoria. In tutto racimolo 1.000 euro al mese, poi i miei genitori ce ne passano altri 300. E’ l’unico modo per sopravvivere. E pensare che nel 2011, quando ero stata licenziata, Carlo mi aveva convinto a lavorare nella sua azienda. Così ho proprio perso tutto. E con beffa finale: al mio posto anche nella sua impresa, ora ci sta la sua nuova compagna”.

Giovanna nel 2016 accetta una mediazione: separazione consensuale, con solo 350 euro da pagare per il figlio. L’ex marito non paga neanche quelli: “Fino a oggi me ne avrà dati al massimo mille”. In pratica su un totale di 27 mila euro, dal 2014, Giovanna ne ha ricevuti in tutto 2.500.

“Ho rinunciato, non credo più alla giustizia. Ho fatto troppe denunce senza che nessuno facesse indagini vere o prendesse provvedimenti sulle sue entrate”, conclude amara. “La legge non ti tutela e ho anche paura di lui e delle sue reazioni. Meno male che sua madre, sua sorella e i suoi figli mi sono rimasti vicini. Lui vede il figlio, io stralavoro per mantenerlo. Vivo per Marco. Fino a quando compirà 18 anni. Perché il mio ex marito me l’ha già preannunciato: ‘Appena diventa maggiorenne ti mando via a calci da casa’”.

Guardate qui sotto le storie di madri e di padri in difficoltà che abbiamo raccolto nel nostro viaggio, appena iniziato, nel “pianeta separazioni”

 

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