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Lavoro nero, Di Maio: “Nessuno attacchi Filippo Roma e Le Iene” | VIDEO

Luigi Di Maio si associa alla solidarietà a Filippo Roma, minacciato di morte su Internet per l’inchiesta che sta portando avanti con Marco Occhpinti sulla presenza di lavoratori in nero nell’azienda di famiglia del ministro del Lavoro, vicepremier e capo politico dei  Cinque stelle

Dopo il nostro messaggio di totale solidarietà a Filippo Roma, minacciato di morte su Internet (il livello delle minacce, per capirci è questo: “Se ti incontro per strada ti ammazzo”) per l’inchiesta che sta portando avanti con Marco Occhipinti sul lavoro nero nell’azienda di famiglia del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, sono arrivati messaggi di solidarietà da tutto il mondo del giornalismo.

E non solo. La solidarietà è arrivata dallo stesso vicepremier Di Maio (come potete vedere nel video in alto del Messaggero): “So che in Rete si sta attaccando Filippo Roma delle Iene: io, come sulla questione dei rimborsi, anche su quella che riguarda i lavoratori in nero di mio padre non credo che si debba attaccare Filippo Roma, perché grazie a quel servizio io ho scoperto anche dei non detti della mia famiglia”, ha dichiarato il vicepremier e capo politico dei Cinque Stelle. “Ho conosciuto aspetti della mia famiglia e questo aiuta sempre nei rapporti figli-genitori. Ho preso le distanze da quei comportamenti e sono contento che mio padre abbia chiesto scusa, ma non prendo le distanze da mio padre, che resta mio padre”.

"Non si attacchi Filippo Roma e non si attacchino i giornalisti che hanno fatto conoscere questa vicenda”, prosegue. “Poi ho detto anche a mio padre che deve smaltire i frigoriferi e non li deve lasciare in campagna: l'unico rifiuto speciale che è stato sequestrato è stato un frigorifero”.

L’ultimo riferimento riguarda le due indagini aperte dalla procura di Nola per abusi edilizi e violazioni ambientali dopo il sequestro di alcune aree di un terreno di proprietà al 50% di Antonio Di Maio, padre di Luigi, e della zia del ministro, Giovanna, a Mariglianella (Napoli).

L’inchiesta per cui Filippo Roma è stato minacciato è iniziata, con un primo servizio (potete vederli entrambi in fondo all’articolo), da una prima testimonianza, quella di Salvatore Pizzo, che ha raccontato di aver lavorato due anni, dal 2009 al 2010, per l'impresa edile della famiglia Di Maio e di essere stato pagato per un anno completamente in nero, in contanti, nonostante avesse chiesto di essere regolarizzato.

Salvatore Pizzo ha aggiunto che Antonio Di Maio, il padre di Luigi, in occasione di un suo infortunio sul lavoro, gli avrebbe chiesto mentre lo soccorreva di non dire che l’incidente era successo mentre lavorava in cantiere, ma a casa. Ma Salvatore in ospedale ha raccontato la verità e per questo dopo la guarigione era stato licenziato.

Pizzo si era rivolto alla Cgil ed era stato contrattualizzato da Antonio di Maio per sei mesi, per essere poi nuovamente licenziato: “Non gli ho fatto causa perché mi ha dato una sommetta di 500 euro in nero”. Per stare zitto insomma, spiega ancora Pizzo.

Di Maio, nel secondo servizio, dopo aver fatto le verifiche promesse, ha confermato a Filippo Roma il caso. “Solo uno”, però. Invece gli operai al nero sarebbero stati più di uno e Filippo Roma ha parlato al ministro del Lavoro di altri tre casi di lavoro nero.

Mimmo, Giovanni e Stefano sarebbero infatti stati impiegati in nero nel periodo tra il 2008 e il 2010, prima comunque che nel 2012 lo stesso Luigi Di Maio entrasse nell’assetto proprietario dell’azienda.

L’azienda edile che da trent’anni porta avanti il padre di Luigi, Antonio, infatti, prima era intestata alla madre Paolina Esposito, poi è confluita nell’Ardima srl, di proprietà dal 2012 al 50% del ministro e della sorella Rosalba.

Qualcuno ha perfino cercato di intorbidare le acque, lanciando la fake news che sosteneva falsamente che Pizzo fosse in realtà un candidato del Pd e che dunque potesse aver raccontato questa storia solo per motivi politici: la bufala è stata sbugiardata dal sito bufale.net, e di cui vi avevamo parlato diffusamente (cliccate qui per leggere l’articolo).

Vi riproponiamo qui sotto entrambi i servizi, contenti della solidarietà ricevuta anche e soprattutto dallo stesso Di Maio per un'inchiesta che lo riguarda.

 

 

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