Diciotti, sbarcati i migranti. Salvini indagato: “È una vergogna”
A terra anche gli ultimi 137 migranti rimasti a bordo della nave militare italiana. Verranno accolti dalla Chiesa italiana, 20 dall'Albania e 20 dall'Irlanda. Tutte le 11 donne sono state violentate nei campi in Libia. Salvini, indagato per la vicenda, accusa la magistratura
Sono tutti sbarcati nella notte i migranti a bordo della nave militare italiana Diciotti, al centro per giorni di uno scontro politico in Italia e in Europa. Mentre la procura di Agrigento interviene sulla vicenda e indaga il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “È una vergogna!”, replica il vicepremier e segretario della Lega.
Il caso. Tutto è partito con il soccorso in mare a Ferragosto da parte della nave Diciotti della Guardia costiera italiana di 177 migranti. Lo sbarco era stato permesso a Catania, dove l’imbarcazione è rimasta bloccata per 5 giorni, solo a 27 minori non accompagnati e vietato agli altri da Salvini perché “tutti illegali”. L’altro vicepremier Lugi Di Maio ha chiesto un intervento urgente dell’Ue, minacciando in caso contrario di non pagare più i 20 miliardi di contributi europei dell’Italia, ma da Bruxelles non è arrivata una risposta concreta alla richiesta di redistribuzione dei migranti tra i vari Paesi.
I medici e gli stupri. Ieri, sabato 25 agosto, sono stati fatti scendere 13 migranti per le loro condizioni sanitarie, tra cui 7 donne. Quattro non sono volute scendere per restare con i familiari. Tutte e 11 sono state violentate nei campi di detenzione in Libia.
Lo sbarco. In serata è stato autorizzato lo sbarco di tutti i migranti che verranno accolti dalla Chiesa in varie diocesi italiane e, una ventina, dall'Albania.
Salvini indagato. Lo sbarco è avvenuto poco dopo che si è saputo che il ministro dell’lnterno Matteo Salvini è indagato dalla procura di Agrigento per il caso Diciotti con le accuse di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio. La contestazioni dovranno essere esaminate dal Tribunale dei ministri.
“Possono arrestare me ma non la voglia di 60 milioni di italiani, indaghino chi vogliono”, replica Salvini. “Abbiamo già dato abbastanza, è incredibile vivere in un Paese dove dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morte 43 persone e dove non c'è un indagato e indagano un ministro che salvaguarda la sicurezza di questo Paese. È una vergogna, non ci fermeranno".