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Condannato a 5 anni Ramunni, il re della truffa arrestato grazie a Le Iene

Era stato fermato dopo che Giulio Golia, grazie alle vostre segnalazioni, l’aveva trovato e intervistato. Stiamo parlando di un uomo capace di falsificare il suo certificato di morte e di inviarlo ai tribunali di mezza Italia per bloccare i processi a suo carico

Sono stati condannati il “re della truffa” Stefano Ramunni, a 5 anni , e il suo complice Giovanni Chiaramonte, a 3, a Treviso con rito abbreviato, dopo essere stati arrestati in aprile grazie al nostro Giulio Golia vicino alla stazione di Genova.

Ramunni è finito in carcere grazie alla nostra “caccia all’uomo” tramite le vostre segnalazioni. Era stato rimesso in libertà con obbligo di firma a Milano e si era dato subito subito dopo latitante. La Iena Giulio Golia si è messo sulle sue tracce per incontrarlo. Gli è sfuggito la prima volta, di poco, mentre il re della truffa si stata già preparando a colpire ancora.

Nel primo servizio sul truffatore seriale del 28 febbraio 2018, abbiamo raccontato i mille colpi di Ramunni, uomo dalle svariate identità e dall’indubbio genio (del male), che ha raggirato non solo parenti, amici, soci, banche e sconosciuti, ma anche decine di tribunali italiani inviando falsi certificati della sua morte per estinguere i processi a suo carico

Giulio Golia, grazie alla segnalazione di alcuni ragazzi, l’ha beccato a Genova: giusto il tempo per un’intervista volante e poi l’ha lasciato nelle mani delle forze dell’ordine. Era stato rilasciato dal gip Angelo Mascolo che, intervistato poi dalla nostra Iena ammetterà con qualche difficoltà l’errore, nell’ultimo di una serie di servizi da vedere e rivedere che vi riproponiamo qui sotto. Per lui l’obbligo di dimora e di firma a Milano era sufficiente a fermare i reati del 54enne.

Come vi abbiamo mostrato, tutto ha fatto Ramunni con il suo complice fuorché recarsi a Milano. Arrivati a Padova i due sono rimasti chiusi per tre ore in un Internet Point. Golia ha controllato le carte stampate da Ramunni e il suo complice, appena fuggiti: tra codici fiscali, documenti e nominativi di persone residenti in Svizzera, sono saltati fuori anche i dati del neodeputato del Movimento 5 Stelle, Alvise Maniero (l’ex sindaco di Mira ha poi denunciato Ramunni, che probabilmente stava cercando di rubargli l’identità).

Insomma i due si erano già rimessi al lavoro. Ora resteranno fermi davvero, speriamo, per qualche anno.

Guarda qui in basso tutti gli articoli e i servizi che abbiamo dedicato al caso Ramunni.

Ramunni, tutti i servizi sul caso

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