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Cucchi, carabiniere: “Dopo la testimonianza subisco minacce e punizioni”

Riccardo Casamassima denuncia il trasferimento per volontà dell'Arma dopo la testimonianza al processo sulla morte di Stefano Cucchi, morto per un probabile pestaggio 4 giorni dopo l’arresto

“Per aver testimoniato nel processo su Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire molte conseguenze negative”. Con un video appello su Facebook, che vi mostriamo qui sotto, il carabiniere Riccardo Casamassima denuncia le ritorsioni che avrebbe subito da parte dei suoi superiori dopo aver fatto riaprire, con la sua testimonianza, l’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre 2009, quattro giorni dopo l’arresto, per un probabile pestaggio delle forze dell’ordine
 

 

“Prima di andare al processo a testimoniare avevo manifestato le mie paure, che si sono concretizzate”, continua Casamassima. “Mi è stato notificato un trasferimento: sarò demansionato e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato 20 anni per strada. Tutto questo è scandaloso”. Così, l’appuntato dei carabinieri si appella al premier Conte, al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e al ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio. “Mi appello alle cariche dello Stato, per chiedere se è giusto che una persona onesta debba subire questo trattamento. Chiedo loro di intervenire perché è inammissibile che in un’istituzione come l’Arma dei carabinieri, se denunci qualcosa, ti trovi a subire trasferimenti, punizioni e vessazioni”. Casamassima tenterà oggi di parlare con il Comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, sperando di ricevere nuove spiegazioni. “Altrimenti sarò costretto ad andare in Procura e denunciare quello che sta succedendo”. Il carabiniere legge anche l’ultima valutazione ricevuta dai suoi superiori: “Carabiniere poco esemplare, inadeguato al senso della disciplina”.

Il Comando generale ha già risposto a Casamassima sottolineando che la decisione del trasferimento è dovuta a “un disagio psicologico, che Casamassima ha più volte rappresentato anche pubblicamente, avvertito per la presenza nella stessa caserma di uno dei militari da lui chiamati in causa per il caso Cucchi e di un altro che avrebbe usato parole offensive nei suoi riguardi”.

Anche il neoministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha risposto all’appello del carabiniere: “Sono disponibile a parlare con lui”. Infine, la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha espresso con un post su Facebook la sua rabbia per quello che gli sta succedendo: “Il carabiniere Riccardo Casamassima ha testimoniato così come lo ha fatto la Carabiniera Maria Rosati, oggi sua compagna e madre dei suoi figli. Furono loro a dare il via a questo processo, al nostro processo per l’uccisione di Stefano Cucchi. È stato trasferito alla scuola allievi con dimensionamento umiliante e consistente decurtazione dello stipendio. L’ho sentito in lacrime, disperato”. “Nella prossima udienza del 11 luglio dovranno sfilare di fronte ai Giudici tanti colleghi del povero Casamassima. Saranno ben consci di quel che gli è successo”.

Va avanti intanto il processo bis sulla morte di Stefano Cucchi, che vede imputati cinque carabinieri, accusati a vario titolo di omicidio preterintenzionale e abuso d’autorità. Il 13 giugno è stata sentita in aula l’ex moglie di uno degli accusati, Raffaele D’Alessandro. Una volta mi disse ‘a Cucchi quante botte gli abbiamo dato’”, ha raccontato davanti ai giudici del tribunale di Roma. Inoltre, le contraddizioni nella deposizione del carabiniere Gabriele Aristodemo, avevano evidenziato che, oltre alla relazione sullo stato di salute di Cucchi dopo che era stato messo in manette, anche il resoconto della perquisizione a casa dei genitori alla ricerca di droga sarebbe stato alterato.

Della morte di Stefano Cucchi ci eravamo occupati nel novembre 2014, pochi giorni dopo la sentenza d’Appello che aveva ribaltato il verdetto di primo grado. Sei medici, 3 infermieri e 3 agenti della polizia penitenziaria, erano stati tutti assolti per la morte del giovane. In quell’occasione abbiamo intervistato la sorella di Stefano, Ilaria: “Ci sono stati dei tentativi per mettere tutto a tacere”, ci aveva detto. Abbiamo intervistato anche la sorella Lucia di Giuseppe Uva, per la cui morte dopo un interrogatorio poliziotti e carabinieri sono stati tutti assolti in Appello il 31 maggio scorso.

Sfoglia qui sotto la gallery con le foto del servizio

Stefano Cucchi e Giuseppe Uva: le foto per non dimenticare (attenzione: immagini forti)

 
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Il 15 dicembre 2015 la Cassazione ha disposto l’annullamento parziale della sentenza di Appello sul caso Cucchi, ordinando un nuovo processo per alcuni dei medici dell’ospedale Pertini precedentemente assolti. Il processo si concluderà con una nuova assoluzione. Nel gennaio 2017, al termine delle indagini riaperte nel settembre 2015 dalla Procura della Repubblica di Roma, inizia il processo in corso ai carabinieri accusati a vario titolo di aver pestato Cucchi, oltre che di falso e di calunnia.

Guarda qui in basso la nostra intervista a Ilaria Cucchi e Lucia Uva.

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