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Cappato su Noa Pothoven: “Eutanasia? Quello che hanno riportato i giornali è falso!”

I principali quotidiani italiani riportano la notizia che lo stato olandese avrebbe approvato l’eutanasia per Noa Pothoven, 17enne che soffriva di anoressia e depressione dopo un passato traumatico. La ragazza è morta domenica scorsa nel salotto di casa sua rifiutandosi da giorni di mangiare e bere. Per questo, come spiega Marco Cappato, non è un caso di eutanasia

“Noa Pothoven ha chiesto e ottenuto l’eutanasia a 17 anni”. Così titolano tutti i principali quotidiani sulla vicenda della minorenne che in Olanda ha deciso di morire nel salotto di casa sua, rifiutandosi di mangiare e bere. Noa soffriva di anoressia e depressione da anni, dopo un passato segnato da traumi. È stata molestata due volte, quando aveva 11 e 12 anni. Poi, a 14, una nuova aggressione e violenza da parte di due uomini.

Ma davvero l’Olanda ha autorizzato l’eutanasia come hanno riportato i media? “L'Olanda ha autorizzato #eutanasia su una 17enne? FALSO!!! I media italiani non hanno verificato. L'Olanda aveva RIFIUTATO l'eutanasia a #Noa. Lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti. Si attendono smentita e SCUSE”, ha twittato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, imputato di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, 40 anni, in arte dj Fabo, in una clinica svizzera dove è morto con il suicidio assistito il 27 febbraio 2017.

L’Olanda avrebbe infatti rifiutato la richiesta di Noa, come spiega Cappato riportando le parole di Noa pubblicate sui giornali olandesi: “’La domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino almeno ai 21 anni". 

Un articolo pubblicato a dicembre scorso sul quotidiano olandese De Gelderlander riporta infatti che la ragazza a dicembre 2018 aveva contattato una clinica all’insaputa dei genitori, chiedendo se fosse idonea per l’eutanasia o il suicidio assistito. “Pensano che sia troppo giovane per morire, che dovrei completare il trattamento per riprendermi dal trauma”, ha spiegato Noa al quotidiano, commentando: “Sono devastata perché non posso aspettare così tanto”.

“Noa soffre di disturbo da stress post-traumatico, depressione e anoressia”, spiega De Gelderlander. “Non va più a scuola, è esente dall’obbligo. Non molto tempo fa è stata ricoverata all’ospedale Rijnstate di Arnhem (Paesi Bassi) in condizioni critiche, in grave sottopeso con un grosso rischio per i suoi organi vitali. È persino stata messa in coma farmacologico per nutrirla artificialmente con una sonda”.

È proprio il nutrimento che Noa avrebbe rifiutato, lasciandosi quindi morire a casa sua. “Morire smettendo di mangiare e di bere è ‘legale’ (nel senso che NON lo si può impedire con la forza pubblica) in quasi tutto il mondo, anche in Italia”, ha commentato Cappato, che, contattato telefonicamente dalla nostra redazione ha confermato che l'unica notizia certa è che l'Olanda aveva rifiutato a Noa l'eutanasia e che "decidere di interrompere nutrimento e idratazione è legale anche in Italia a meno che la persona non sia dichiarata incapace di intendere e di volere. I quotidiani italiani avrebbero dovuto verificare meglio la fonte visto che si tratta di un caso così delicato". 

Le cose non starebbero quindi come hanno riportato i principali quotidiani italiani, che hanno diffuso la notizia del consenso dello Stato olandese all’eutanasia, come se Noa si fosse avvalsa dell’aiuto delle strutture finanziate dallo stato. Noa è morta con la sua famiglia domenica 2 giugno. Come ha annunciato un articolo del De Gelderlander il giorno stesso, Noa aveva da giorni smesso di mangiare e di bere. Proprio per questo non si tratterebbe di un’autorizzazione dello stato all’eutanasia per una minorenne (che comunque in Olanda è legale anche per i minori a partire dai 12 anni) ma di una scelta individuale.

E allora com'è possibile che la notizia dell'eutanasia autorizzata a Noa sia rimbalzata su tutte le prime pagine dei quotidiani italiani?

Le prime pagine dei quotidiani italiani su Noa Pothoven

 
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La prima a dare rilanciare la notizia è stata l'Ansa, che ieri alle 17.24 ha titolato "++ Olanda:stuprata da piccola a 17 anni ottiene eutanasia ++". Le altre agenzie stampa hanno subito inseguito la notizia, e i politici hanno fatto a gara per rilasciare commenti sull'episodio. Persino Papa Francesco è intervenuto: "L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza". Probabilmente quello che ha fatto nascere l'ambiguità è stato l'ultimo post su Instagram della giovane, che ha scritto: "è stato deciso che potrò morire perché la mia sofferenza è insopportabile". Nello stesso post, però, aggiungeva che aveva "smesso di mangiare e di bere". I giornali italiani, dunque, sarebbero così caduti nella notizia falsa dell'eutanasia alla ragazza. 

“Purtroppo è troppo tardi: la disinformazione si è già diffusa in tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, all’India”, twitta la giornalista Naomi O’Leary, che ha sentito direttamente il giornalista Paul Bolwerk che ha seguito la vicenda da dicembre 2018 per De Gerdelander. “Come è potuto succedere?”, si chiede la giornalista in riferimento alla notizia falsata dell’eutanasia legale che è rimbalzata sui quotidiani di tutto il mondo. E, citando i primi articoli usciti in lingua inglese di euronews e news.com.au, afferma: “dovranno rispondere a delle domande per aver concluso che Noa avesse ottenuto l’eutanasia dalla notizia che una volta l’avesse chiesta e da un post su Instagram in cui diceva che sarebbe morta”. E conclude: “Mi ci sono voluti 10 minuti per verificare al notizia”.

E intanto in Italia non abbiamo ancora una legge sull'eutanasia. La Corte costituzionale ben otto mesi fa aveva invitato il Parlamento a intervenire entro un anno, per coprire quel vulnus denunciato da Marco Cappato con la sua disobbedienza civile. Il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, infatti, si era denunciato dopo aver accompagnato dj Fabo a morire in Svizzera. "Nel giorno della conclusione delle audizioni per una legge sull'eutanasia alla Camera, ci chiediamo - ha rilanciato Filomena Gallo, avvocato cassazionista e segretario della Coscioni - quanto tempo ancora passerà affinché in Italia sia colmato il vuoto di tutela di diritti evidenziato dalla Corte Costituzionale con l'ordinanza sul caso Cappato".

Noi de Le Iene abbiamo seguito la battaglia di Marco Cappato fin dall’inizio, incontrando lui e dj Fabo poco prima del suo ultimo viaggio in Svizzera. L'intervista di Giulio Golia a dj Fabo è stata trasmessa in aula come prova della volontà di Fabiano di morire.

Guarda qui sotto i servizi con cui Le Iene hanno seguito e appoggiato la battaglia di Dj Fabo e Marco Cappato e gli articoli principali che abbiamo dedicato al caso.

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