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News | di Simone Carcano |

Vittime del re della truffa Ramunni: “Mio figlio vuole morire per i debiti”

Sono state le prime vittime di cui vi abbiamo parlato del re della truffa, Stefano Ramunni, arrestato poi grazie a una lunga inchiesta di Giulio Golia. I familiari di Marco Quarta devono fare i conti non solo con la sindrome di Duchenne di cui soffre il figlio, costretto a letto da oltre 20 anni, ma anche con debiti per oltre 20mila euro

Mio figlio ha chiesto di morire perché ha capito che non ce la possiamo più fare”. Sono stati la prima coppia incontrata dal “re della truffa” e ora vivono un dramma nel dramma. Dopo i 7mila euro spillati da Stefano Ramunni, i genitori di Marco Quarta devono fare i conti con una lunga lista di debiti accumulati negli anni per via della sua malattia: la distrofia causata dalla sindrome di Duchenne, come ci ha raccontato Giulio Golia nel servizio che vedete qui sopra. Proprio dalla loro testimonianza è partita l’inchiesta della Iena sul truffatore seriale culminata con il suo (secondo) arresto proprio di fronte alle nostre telecamere (clicca qui per vederlo).

Tutto parte da Lizzano, un paesino in provincia di Bari. Adele e Antonio Quarta sono i genitori di Marco. Oggi lui ha 40 anni ha passato metà della sua vita in un letto per la distrofia causata dalla sindrome di Duchenne. Ha bisogno di un monitoraggio 24 ore al giorno, per questo i suoi genitori hanno attrezzato la loro casa come se fosse un ospedale. “I macchinari ce li ha dati l’Asl, ma noi dobbiamo pagare l’elettricità per 300/400 euro al mese”, spiega il papà Antonio. Cifre a cui non riescono a far fronte con la piccola pensione che prendono.

Per ricevere un aiuto, hanno fatto diversi appelli in tv. E alla fine qualcuno ha risposto. “Un prete ci ha contattato per donarci 1.000 euro, ma ci ha chiesto di mandargli la carta d’identità di Marco”, spiega Antonio. Il prete sparisce e a casa dei Quarta arriva un telegramma dalla American Express. “Ci dicevano che Marco aveva aperto una carta, ma era impossibile”, dice la mamma. Qualcuno aveva rubato l’identità del ragazzo approfittando della sua situazione. “La carta è stata chiusa, ma se ci arrivano delle richieste di risarcimento che facciamo? Questo è uno sciacallo”, si chiedevano i genitori.

Allora con Giulio Golia cerchiamo di metterci sulle tracce di questo raggiratore. Partiamo proprio dal nome di quel prete che scopriamo esistere, ma ovviamente è estraneo alla vicenda. Così andiamo a bussare al civico dove il truffatore risulta residente. Ma anche qui ci dicono che non siamo i primi a chiedere di lui che da qualche tempo è sparito. 

La nostra ricerca continua e ci porta sulle tracce di Stefano Ramunni, il re della truffa che è riuscito a gabbare perfino la moglie. “Mi ha rovinato la vita”, dice lei. E pure il suo complice è rimasto scottato: “Non guarda in faccia a nessuno, amici compresi”. Proprio questi ultimi dicono: “È un demonio, non guarda in faccia a nessuno”. Così come i suoi amanti: “Non merita pietà, ha fatto tanto del male”. Si è così ritrovato talmente tante denunce e procedimenti aperti a suo carico, che si è finto morto facendosi un documento falso fatto talmente bene che le procure ci sono cascate.

Negli anni ha rubato moltissime identità fingendosi medico, avvocato, prete, finanziere che ha scontato quasi 20 anni di carcere a Treviso. Peccato che nonostante una sentenza del Riesame e il parere negativo del pm, dopo un paio di mesi il giudice Angelo Mascolo lo abbia scarcerato, come potete vedere nel servizio cliccando qui. Con lui è uscito pure il complice con cui era stato arrestato.

Li abbiamo beccati insieme a Genova con in tasca altri documenti falsi. Con Giulio Golia abbiamo filmato il nuovo arresto di Ramunni. Lui e il suo complice Giovanni Chiaramonte sono stati condannati rispettivamente a 5 e 3 anni di carcere. Il dramma della famiglia Quarta non è finito. 

“Per far fronte alle cure per Marco abbiamo indietro diverse bollette”. All’appello mancano i pagamenti di luce, gas e spazzatura: “Ammontano a 6mila euro per questo ci hanno confiscato l’auto. Ma abbiamo indietro anche 10mila euro di Enel e 6mila di gas”. Una situazione ben spiegata in una nota del loro avvocato. “Sono divenute sempre più insostenibili le pretese di pagamento per le utenze di luce e gas con un debito complessivo che supera i 20mila euro”, dice Stefano Gallotta. Loro sono proprietari di casa, ma hanno paura di provvedimenti. “Marco ha capito la situazione e mi ha chiesto di staccare la spina che lo tiene in vita perché noi in questa situazione non possiamo più andare avanti”.

Guarda qui in basso tutti gli articoli e i servizi che abbiamo dedicato al caso Ramunni.

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