Carlo, il benefattore è ancora in rsa. E il sindaco di Airuno ci chiama “scocciatori” | VIDEO
Alessandro Milani, sindaco di Airuno (Lecco), se la prende con Le Iene per l’inchiesta di Giovanna Nina Palmieri sul benefattore di 90 anni rinchiuso in una rsa forse contro la sua volontà. E l’Associazione nazionale degli avvocati parla di “ingiusto linciaggio mediatico”. Noi continuiamo la nostra battaglia di verità, grazie anche alle 16.000 email che ci avete mandato
“L’unico rimedio contro gli sciacalli e gli scocciatori come Le Iene è un secchio di acqua fredda”. Chi ce l’ha così tanto con noi è Alessandro Milani. Lui è il sindaco di Airuno, in provincia di Lecco, che abbiamo conosciuto raccontandovi la vicenda di Carlo, il benefattore di 90 anni rinchiuso in una rsa forse contro la sua volontà. La sua storia ha commosso l’Italia intera fin dal primo servizio, tanto che anche grazie al vostro aiuto con oltre 16mila mail, Nina Palmieri è riuscita a trovare la struttura dove si trova in questo momento e ad ascoltare le sue prime parole.
Chi ci definisce “sciacalli e scocciatori” in un post sulla sua pagina Facebook è lo stesso sindaco che abbiamo incontrato nel nostro terzo servizio di giovedì scorso che trovate anche qui sopra. Con lui, secondo la sua amministratrice di sostegno, Carlo starebbe organizzando un incontro per “salutarlo e chiacchierare”, quindi potrebbe essere una delle prime persone che può incontrare il 90enne a breve. Il sindaco Milani non sembra avere invece molta voglia di parlare con noi. Nonostante Carlo abbia donato gran parte del suo patrimonio al comune di Airuno, il primo cittadino ci ha risposto che “non gradiva essere contatto per questa vicenda perché il Comune non c’entrava”.
Oltre a lui, contro Le Iene si schiera anche l’Associazione nazionale degli avvocati che parla di “ingiusto linciaggio mediatico”. I magistrati intervengono in difesa della loro collega, l’amministratrice di sostegno di Carlo: “La ricostruzione della vicenda non ha alcuna rispondenza con la reale situazione del signor Gilardi e ignora le ragioni per cui è stata attivata. Nulla di ciò che sta avvenendo è nell’interesse del beneficiario per cui sono state assunte innumerevoli iniziative per sottrarlo alle situazioni di rischio e di sfruttamento a cui era esposto”.
Ma qual è la “reale situazione” di Carlo Gilardi? È libero di scegliere o si trova davvero ricoverato in una rsa contro la sua volontà come sembra dalle prime sue parole recenti che siamo riusciti ad ascoltare da là dentro (“Spero un giorno o l’altro di poter essere cacciato via ma non mi cacciano via. Sono stato prelevato, messo in ospedale, poi in ospizio...)? Noi vogliamo soltanto una risposta a queste domande e continueremo nella nostra battaglia di verità.
Intanto Carlo si trova ancora in quella rsa dove abbiamo tentato di fargli avere alcuni effetti personali, come la dentiera e gli occhiali che non avrebbe fatto in tempo a prendere quando è stato portato nella struttura, e una nostra lettera, scritta per raccontargli chi siamo e per fargli capire che le sue proteste alla fine sono arrivate alla stampa. Ma il direttore della rsa si è reso disponibile solo a recapitare gli effetti personali all’amministratrice di sostegno. Non la lettera, che Nina Palmieri ha portato ai suoi familiari nella speranza che si possa almeno soddisfare una loro più che legittima richiesta: incontrare Carlo.