Coronavirus, la procura di Milano indaga sulle mascherine pannolino | VIDEO
Le ipotesi di reato sono truffa e frode, ma la regione Lombardia si difende: “Sono state autorizzate dall’Iss”. Noi de Le Iene vi abbiamo parlato di questo caso nel servizio di Alice Martinelli
La procura di Milano indaga sulle mascherine pannolino ordinate dalla Lombardia. L’obiettivo dei pm è verificare i costi, l’idoneità e l'aggiudicazione della fornitura di quelle mascherine, prodotte da un’azienda di pannolini di Rho su commissione della regione. Le ipotesi di reato sono truffa e frode. L’indagine parte da un esposto presentato dai Cobas, che tra le altre cose contestano l’inidoneità e la pericolosità di quelle mascherine, denunciata da operatori sanitari ma perfino da interi ospedali. Un problema che vi abbiamo raccontato anche noi de Le Iene, nel servizio di Alice Martinelli che potete vedere qui sopra.
La Iena è andata a parlare con alcuni degli operatori sanitari che stanno combattendo contro il coronavirus e la loro posizione è chiara: sono impossibili da usare. Come mostra Alice Martinelli, le mascherine pannolino sono scomode, scivolano sotto il naso e fanno un caldo tremendo. “Essendo inutilizzabili abbiamo dovuto cestinarle“, ci dice Andrea, infermiere in una rsa e membro del sindacato Adl Cobas. “Per esempio non ha le morsette per stringerla intorno al naso e dovremmo toccarla continuamente con guanti potenzialmente infetti”. Ora però dicono che ce ne sia un secondo modello, più stabile e con le orecchie scoperte: “Me lo stai dicendo tu, noi non abbiamo più visto nulla”. E c’è un altro problema: “Non sappiamo che tipo di protezione danno”.
Problemi che ci denuncia anche Davide, soccorritore del 118 dello stesso sindacato: “Noi dovremmo tenerla su 8, 10 o 12 ore: è troppo opprimente, è come avere un pannolino sulla faccia. La maggior parte degli ospedali comincia addirittura a rifiutarle”. La Iena a quel punto è andata a parlare anche con l’assessore all'Ambiente lombardo Raffaele Cattaneo. “Questa è una mascherina chirurgica”, ci spiega. “Quello che dovrebbe interessare chi indossa una mascherina è che sia veramente protettiva. L’alternativa sarebbe stata non avere sufficienti dispositivi di protezione per chi lavora”.
Dopo la notizia dell’apertura dell’indagine, la regione Lombardia in una nota ha fatto sapere che quelle “mascherine sono state, per diverso tempo, le uniche autorizzate dall'Istituto superiore della sanità e sono state regolarmente acquistate dalla nostra 'Centrale acquisti' solo dopo l'autorizzazione dell'Iss e in carenza di altre mascherine disponibili”.