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Sette ex terroristi rossi arrestati in Francia su richiesta dell'Italia | VIDEO

Sette ex terroristi italiani, condannati per vari reati commessi durante gli "anni di piombo", sono stati arrestati in Francia su richiesta dell’Italia. Altri tre sono ricercati e latitanti. E’ la fine di ciò che restava della dottrina Mitterrand, la politica dell’ex presidente francese di concedere un asilo di fatto ai condannati per reati di lotta politica: ecco la nostra ricostruzione

Au revoir, le Florentin”. Non sappiamo se siano state queste le parole che ha pensato Emmanuel Macron, il presidente francese in carica dal 2017, quando ha dato il via libera all’arresto di 10 ex terroristi italiani su richiesta del governo di Mario Draghi. Sette sono stati presi, tre sarebbero invece in fuga.

Di sicuro però la penna che ha firmato quel foglio ha cancellato quello che restava di una delle politiche più discusse e discutibili in Europa occidentale dalla fine della Seconda guerra mondiale: la protezione garantita dalla Francia agli ex terroristi che avevano abbandonato la lotta armata, e si erano rifugiati all’ombra della Tour Eiffel per sfuggire alla giustizia italiana.

“Le Florentin”, il fiorentino, era Francois Mitterrand, per quindici anni inquilino dell’Eliseo. Lo avevano soprannominato così perché le sue manovre spregiudicate sembravano ispirate al fiorentino per antonomasia della politica, quel Niccolò Machiavelli che ogni tanto ritorna pure nella nostra di politica. E sicuramente fu una mossa spregiudicata la sua dottrina, grazie alla quale decine di terroristi condannati per i reati compiuti negli anni di piombo rimasero a lungo in libertà.

Oggi, più di 35 anni dopo l’enunciazione della dottrina Mitterand, Marina Petrella, Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Giorgio Pietrostefani, Sergio Tornaghi e Narciso Manenti sono stati arrestati dalle forze di polizia francesi. Cinque di loro sono ex terroristi brigatisti, che devono scontare in Italia pene detentive che vanno dagli undici anni di carcere per Giovanni Alimonti all’ergastolo per Cappelli, Petrella e Tornaghi.

Giorgio Pietrostefani, che non era brigatista ma militante di Lotta continua, deve scontare 14 anni e 2 mesi di carcere per l’omicidio del commissario di polizia Calabresi. Narciso Manenti, che apparteneva ai Nuclei armati contropotere territoriale, deve scontare l’ergastolo per l’omicidio dell’appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri.

Alcuni di loro erano riparati in Francia proprio grazie alla protezione garantita loro da “le Florentin”, una dottrina che dal 1985 al 2002 garantiva protezione agli ex terroristi che avessero abbandonato la lotta armata. Ma all’inizio del millennio i tribunali francesi sancirono di fatto la fine di quella protezione, tanto che nel 2004 il Consiglio di stato francese ha negato ogni validità giuridica della dottrina Mitterrand.

Il muro di Berlino era ormai caduto e il mondo era cambiato. Anche “le Florentin” già da qualche anno si era trasferito nella dimensione ultraterrena. Ma come spesso succede in questi casi, serve molto di più di una sentenza per cambiare una mentalità. A conferma di questo ci sono le parole del presidente Macron, subito dopo la conferma dei sette arresti: “La decisione si colloca strettamente nella logica della 'dottrina Mitterrand' di accordare l'asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sangue”.

"Il presidente Emmanuel Macron” ha fatto sapere l'Eliseo, “ha voluto risolvere questo problema, come l'Italia chiedeva da anni. La Francia, anch'essa colpita dal terrorismo, comprende l'assoluto bisogno di giustizia delle vittime". Irene Terrel, la storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha invece denunciato stamattina un "tradimento senza nome da parte della Francia. Sono indignata e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata". “Siamo soddisfatti, la memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani”, ha commentato il premier Draghi.

Insomma, la dottrina Mitterrand non esiste legalmente più da oltre 15 anni ma la sua influenza politica e culturale aleggia ancora su questi casi. Tra i molti ad aver beneficiato negli anni delle politiche spregiudicate di “le Florentin” è stato anche uno dei volti più noti degli anni di piombo, Cesare Battisti. L’ex terrorista, che attualmente sta scontando l’ergastolo in Italia, ha vissuto per anni in Francia. Dopo esser stato arrestato e condotto nel carcere di massima sicurezza di Oristano, si è per la prima volta dichiarato colpevole degli omicidi a lui contestati e che in precedenza aveva sempre negato con forza di aver commesso. Noi lo avevamo incontrato in Francia, prima che fuggisse nel 2004. 

Tra gli ex brigatisti riparati all’estero, il nostro Gaetano Pecoraro aveva intervistato in Svizzera Alvaro Lojacono: esponente delle Brigate Rosse, coinvolto nella strage di via Fani a Roma del 1978 (5 uomini della scorta assassinati per sequestrare il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro), nell’omicidio del magistrato Girolamo Tartaglione sempre nel 1978 e per l’uccisione dello studente greco Miki Mantakas, militante del Msi nel 1975. 

Sul tema degli anni di piombo e quanto accaduto in quel periodo difficile della nostra storia repubblicana, noi de Le Iene avevamo intervista chi all’epoca del sequestro Moro era ministro dell’Interno: Francesco Cossiga, che fu poi anche presidente della Repubblica. Con lui avevamo cercato di capire cosa fossero stati gli “anni di piombo” e se fosse possibile chiudere i conti con quel periodo storico. Potete riascoltare la nostra intervista al presidente Cossiga nel video in testa a questo articolo.

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