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Dietro le foto rubate nelle stanze hot potrebbe esserci un assicuratore

Dopo il servizio di Matteo Viviani sulle stanze virtuali di perversioni e foto rubate, più di 100 denunce sono arrivate alla polizia postale di Firenze. Ora tre persone sono indagate per violazione della privacy, tra cui un assicuratore pratese

Tre uomini sono stati iscritti sul registro degli indagati dalla procura di Firenze per le foto di ragazze rubate dai profili social e finite in alcune “stanze virtuali” a luci rosse. Dopo l’inchiesta di Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli, in cui vi abbiamo portato all’interno di queste stanze di perversioni in cui gli utenti caricano foto prese dai profili Facebook delle ragazze e si scatenano in commenti a sfondo sessuale spesso violenti, più di 100 denunce sono arrivate alla polizia postale di Firenze. Le ragazze, sia minorenni che adulte, hanno scoperto tramite il passaparola che le loro foto erano finite in queste stanze virtuali.

Ora, la polizia postale potrebbe essere risalita ai “ladri di foto”, accusati di violazione della privacy. Uno di loro sarebbe un assicuratore pratese di 35 anni che, sembra dal pc di lavoro, avrebbe preso le foto dai profili di alcune ragazze per poi caricarle con uno pseudonimo su un sito a luci rosse. Nel suo computer sono state trovate centinaia di foto di ragazze con tanto di nome, cognome, indirizzo e in alcuni casi anche numero di telefono.

Le altre due persone che avrebbero sottratto le foto, dagli accertamenti informatici, sembrano essere un fiorentino di 43 anni e un ragazzo di 26.

“Dopo il servizio de Le Iene una mia amica ha visto la mia foto su quel sito e mi ha telefonato subito. A mia volta ho visto le immagini di altre ragazze che conosco e tutte insieme ci siamo ritrovate a condividere questa esperienza che non auguro a nessuno”, ha commentato una ragazza quando la polizia postale di Firenze è stata invasa dalle denunce.

Nel lungo viaggio dentro uno di questi siti di gruppi chiusi vi abbiamo mostrato i commenti e le conversazioni fra gli utenti, che potrebbero incorrere nel reato di violazione della privacy (che significa trattamento illecito dei dati personali). E si rischia perfino di andare in carcere. Ma non finisce qui. Chi pubblica commenti offensivi nei confronti delle protagoniste delle foto incorre anche nel reato di diffamazione. Qualora ci fosse un processo, chi ha diffamato potrebbe essere anche chiamato a risarcire il danno morale ed esistenziale provocato alle vittime. Nei siti e nelle stanze più violente si può arrivare, come abbiamo visto nel servizio andato in onda, anche alla fantasia di stupro collettiva e qui la posizione degli utenti si aggrava. Quando nei commenti si dichiara di voler fare del male fisico o sessuale verso una specifica ragazza, si incorre nel reato di minacce

Dopo la nostra inchiesta e il primo articolo “In diretta dentro un gruppo di foto rubate e perversioni”, la stanza nella quale ci siamo infiltrati è stata chiusa e abbandonata dagli utenti. Ma è stata solo una battaglia vinta, perché probabilmente quegli stessi utenti sono semplicemente migrati in altre stanze o altri siti. Questi sviluppi nelle indagini della polizia postale sono però un ulteriore passo in avanti nel combattere questi siti e chiudere le stanze di foto rubate. Noi vi terremo, naturalmente, aggiornati sugli eventuali sviluppi.

Guarda qui sotto il servizio di Matteo Viviani sulle foto rubate e le stanze virtuali.  

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Foto rubate da Facebook e perversioni sessuali

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