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Ljuba: “Liberatemi dal mio persecutore” | VIDEO

Lo stalker, il suo ex, le manda almeno 30 messaggi di insulti e minacce al giorno da un anno e le avrebbe anche hackerato il cellulare

 

 

 

Vivo nel terrore. E purtroppo non solo io: è lo stesso per le mie due figlie e per mia madre. Vi prego, liberatemi dal mio persecutore”. Ljuba Lombardi ci ha contattato chiedendo aiuto. Noi ci proveremo, innanzitutto raccontando la sua storia e pubblicando il videoappello che vedete qui sopra.

In un anno, racconta, ha ricevuto circa 12 mila messaggi di minacce e insulti dal suo ex. Non solo, lo stalker le avrebbe anche hackerato il cellulare. In pratica, vedrebbe comparire sul display, come mittente, nomi comuni sulla sua rubrica, tipo: “Mamma”: “Io rispondo ma dall’altro capo della linea c’è lui, che tra l’altro, sempre più spesso, si piazza pure sotto casa mia”. Nell’incubo sono finite anche la madre e le figlie di 13 anni e di 5.

Ljuba, 37 anni, fiorentina, non aveva mai avuto a che fare con storie di questo tipo. Con il padre delle due bambine, che l’ha aiutata anche contro il suo persecutore, è in ottimi rapporti. Verso la fine del 2014 conosce V. su Facebook, iniziando a chattare per la comune passione per le arti marziali: “Nel 2015 è iniziata la nostra relazione: lui non è di Firenze, ci vedevamo nei weekend”. Ma le cose cominciano presto a peggiorare.

“Non sopportavo che usasse farmaci e doping per il body building. Soprattutto, non sopportavo la sua gelosia morbosa. Anche uscire per fare la spesa, secondo lui, era un’ottima occasione per abbordare o essere abbordata”. Ljuba intanto sta affrontando le ultime operazioni di ricostruzione di una gamba dopo un grave incidente (dal 2001 ne ha fatte 34).

“Dovevo stare dieci giorni a letto e muovermi al massimo con le stampelle. Andai a stare un po’ da lui, era l’aprile del 2016. Una sera, durante una lite furibonda sempre nata dalla gelosia, mi ha colpito con tre pugni in faccia. Ero sanguinante, col volto tumefatto, in stampelle. Non mi ha nemmeno riaccompagnato a Firenze. E’ stato suo fratello a farlo. Per me era finita”.

V. non l’accetta, vorrebbe continuare a ogni costo la relazione. “Da quel momento è iniziata la sua persecuzione. Dal febbraio 2017 ha perso ogni freno. I messaggi sono arrivati ad almeno 30 al giorno. Appena può viene sotto casa, gridando insulti volgarissimi e minacce, non solo contro di me ma anche contro mia figlia e mia madre”, racconta Ljuba. “Quando è morta mia nonna si è particolarmente accanito, augurandomi tra l’altro la stessa fine. Riempie dei suoi messaggi anche il cellulare della mia figlia maggiore e chiama a ogni ora del giorno e della notte. Una volta si è pure appostato fuori dalla scuola materna della piccola, per cui ha un affetto morboso”.

Ljuba si rivolge più volte i carabinieri e presenta 17 denunce, allegando anche come prova 4 cd con gli ultimi 2.700 messaggi ricevuti. Le forze dell’ordine non riescono però a prenderlo “in flagranza di reato”. Di fatto finora non è cambiato nulla né è stato preso alcun provvedimento.

 

 

Qui sotto potete vedere una piccola selezione soltanto di alcuni dei messaggi ricevuti da Ljuba dall’11 al 21 agosto 2017 e dal 28 gennaio al 26 febbraio 2018.

I messaggi che Ljuba riceve dal suo ex compagno

 
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C’è poi un altro incubo telefonico. “Ho bloccato il suo numero ma dietro i nomi più comuni delle chiamate che vedo arrivare sul display ci può essere lui”. Come ha fatto? Anche gli inquirenti a Firenze non riuscivano a capire. Noi abbiamo contattato Umberto Rapetto, generale in congedo della Finanza che aveva fondato il Gat, Gruppo anticrimine tecnologico. Ci ha spiegato che lo permette un sistema illegale, già noto e arrivato dagli Stati Uniti. Non divulgheremo altri particolari per evitare emulazioni, ma metteremo a disposizione degli inquirenti e della difesa quello che sappiamo. Avevamo promesso un aiuto, questo è solo l’inizio.

“E’ una vicenda terribile, ma sono felice di combatterla a fianco di Ljuba che, nonostante mesi e mesi di dolore, non si è mai arresa”, ci ha detto il suo avvocato, Mattia Alfano, che ha scoperto che il persecutore ha già precedenti per stalking contro un’altra sua ex. “E’ una lotta per lei ma anche per tutte le donne che vivono questo incubo e che magari non hanno ancora trovato forza e voce per gridare la propria sofferenza”.

Sottoscriviamo. Anche perché il grido d’aiuto di Ljuba non è stato ascoltato, o almeno non si è arrivati a nessuna misura concreta che la tuteli, nemmeno a quel divieto di avvicinamento previsto dalla legge contro lo stalking e confermato per esempio dalla Cassazione con la sentenza 5664/2015: “Quando si procede per il reato di atti persecutori, allo ‘stalker’ può essere vietata ogni forma di contatto con la persona offesa: avvicinare fisicamente, scrivere, parlare, inviare sms, rivolgere lo sguardo alla vittima”.

E’ quello che chiede la Ljuba nel video, prima di ogni altra decisione degli inquirenti, ed è quello che chiediamo subito anche noi. “Ogni giorno è un incubo. Ho paura per le mie figlie, per mia madre, per me. Stiamo parlando di un uomo ossessivo, che minaccia, che fa body building e ha pure una collezione di armi in casa. Mi ha già avvertito: ‘L’unico modo per farmi smettere è la morte’. Vi prego, aiutatemi”.

Continueremo a farlo, Ljuba.

 

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