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Pedofilia, Diego interrompe lo sciopero della fame dopo la chiamata del Vaticano

Diego ci ha raccontato gli abusi subiti a 13 anni dall’insegnante di religione don Silverio (ricomparso come catechista sotto falso nome). Vuole incontrare il Papa: chiamato dal Vaticano ha interrotto la protesta estrema proclamata lunedì

“Da stamane sono in sciopero in fame. E continuerò a oltranza fino a che non avrò una data certa per l’incontro con Papa Francesco”. Diego (il nome è di fantasia), lunedì 28 maggio, ci ha raccontata al telefono la sua nuova protesta.  Oggi, dopo due giorni, ci ha chiamato per dirci che l'ha interrotta in seguito a una telefonata del Vaticano che l'ha rassicurato. 

Il 7 marzo abbiamo raccontato in onda la sua storia in un servizio di Pablo Trincia: ci ha detto di essere stato vittima, 30 anni fa, quando ne aveva 13, di abusi sessuali sistematici (“rapporti sessuali completi, 2-3 volte la settimana per 3 anni e mezzo”) da parte del suo insegnante di religione don Silverio Mura, che hanno segnato la vita di lui e di altre giovani vittime. Ci sarebbero infatti altre nove persone disposte a testimoniare per quello che, come sostiene la Iena, potrebbe essere "uno dei più grossi casi per abusi sessuali all'interno della Chiesa italiana". 

​In contemporanea con il servizio di Pablo Trincia era stato proprio Papa Francesco a chiedere personalmente alla Curia napoletana di riaprire le indagini sulla sua storia. Proprio per questo Diego dice di aver fiducia nel Papa.



Diego dopo 25 anni, registrando tutto, aveva incontrato don Silverio (sopra nella foto), che non sembrava affatto negare quanto avvenuto ma lo invitava solo a pregare. La Curia lo aveva fatto sottoporre a una perizia psichiatrica che in realtà sembra incolpare Diego di essere andato a casa del sacerdote. Potete vedere entrambe le registrazioni nel servizio di Pablo Trincia che vi riproponiamo qui sotto.

Diego, che denuncia da anni silenzio e omertà da parte della Curia napoletana, è riuscito finalmente, a inizio maggio, a incontrare, assieme alla moglie, il cardinale Crescenzio Sepe. Dopo un'iniziale soddisfazione, per il faccia a faccia si dice oggi al telefono amareggiato per la scarsa concretezza dell'intervento dell'arcivescovo metropolita di Napoli. La sua, dice, è “una battaglia per tutti” perché “se perdo io”, ripete, come ci aveva detto in un’intervista, “nessuno denuncerà più gli abusi dei preti”.

Don Silverio, nel frattempo, si era trasferito al Nord, a Montù Beccaria (Pavia), dove, sotto il falso nome di don Saverio Aversano, continuava tranquillamente a fare il catechista. È bastato che il nostro servizio del 7 marzo andasse in onda perché il sacerdote facesse perdere di nuovo le sue tracce. Tra le proteste delle mamme del paese, che hanno scritto anche una lettera a Papa Francesco. Proprio queste madri stanno mettendo nei loro profili Facebook l'hashtag #iostocondiego, a cui ci associamo. Perché su questo caso, naturalmente, continueremo come sempre a tenervi aggiornati. 

Guarda qui sotto il servizio del 7 marzo di Pablo Trincia "Accusa di Pedofilia: come indaga la Chiesa?".

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