Omicidio Marco Vannini, nuova svolta: acquisito il cellulare del comandante Izzo?
La Procura di Civitavecchia avrebbe acquisito il cellulare del comandante dei carabinieri Roberto Izzo che guidò le prime indagini sullo sparo che uccise Marco Vannini a Ladispoli. Il lavoro degli inquirenti si sta concentrando su Izzo dopo le clamorose rivelazioni che Davide Vannicola ha rilasciato a Le Iene. A Giulio Golia e a Francesca Di Stefano ha raccontato che lo stesso Izzo gli avrebbe confidato che a sparare non sarebbe stato Antonio Ciontoli, suo amico, bensì il figlio, Federico Ciontoli
Nuova svolta nell’omicidio di Marco Vannini. La Procura di Civitavecchia avrebbe acquisito il cellulare di Roberto Izzo, l'ex comandante dei carabinieri di Ladispoli. L’indiscrezione riportata dalla testata online “La mia città news” trapela nella settimana in cui Antonio Ciontoli, condannato in appello a 5 anni di reclusione per omicidio colposo, ha chiesto in diretta tv il perdono della famiglia Vannini. Al centro dell’inchiesta ora ci sarebbe la figura di Izzo, il comandante dei carabinieri che guidò le prime indagini sullo sparo che uccise Marco Vannini a Ladispoli. Dopo il servizio di Giulio Golia e Francesca Di Stefano che potete vedere qui sopra, è indagato per favoreggiamento e falsa testimonianza.
Un paio di settimane fa Izzo è stato sentito in Procura forse a proposito delle dichiarazioni fatte in esclusiva a Le Iene da Davide Vannicola, un suo vecchio amico. Vannicola ha raccontato a Le Iene delle presunte confidenze di Izzo sul fatto che a sparare non sarebbe stato Antonio Ciontoli ma il figlio Federico. Una ricostruzione che lo stesso Vannicola aveva confermato anche davanti gli inquirenti.
Ora trapela una nuova indiscrezione, che se confermata potrebbe essere la svolta che tanti aspettano, a partire dai genitori di Marco. Alcuni giorni fa si sono presentati a casa di Izzo almeno quattro pattuglie dei carabinieri di Roma e pare che abbiano acquisito il suo cellulare.
In tv Antonio Ciontoli si è appellato alla famiglia Vannini: “Chiedo perdono e misericordia. Per me Marco era come un figlio, con lui avevo rapporti intimi”. Immediata la replica della mamma del ragazzo: “Si permette di dire che Marco era come un figlio per lui, ma per un suo figlio avrebbe aspettato tanto ad andare in ospedale?”, ha detto Marina Conte.
In queste ore è trapelata una seconda indiscrezione che aggiunge un nuovo soggetto in questa vicenda: il maresciallo della Guardia di Finanza Giovanni Bentivoglio, per anni uno degli elementi di punta della stessa Procura di Civitavecchia. Vannicola sarebbe stato legato anche a lui da un rapporto di amicizia. E a lui avrebbe rivelato la confidenza fatta da Izzo, cioè che a sparare non sarebbe stato Antonio Ciontoli.
Un’ipotesi su cui l’ex militare della Marina è tornato anche durante l’intervista in tv. In questa circostanza, ha parlato di “certe trasmissioni” (con chiaro riferimento a Le Iene) che hanno sollevato dubbi sull’ipotesi che a sparare non sia stato lui. “Non me lo spiego perché mio figlio Federico sia diventato il bersaglio di certe trasmissioni. E non so da chi sia partita questa lotta contro di lui”, ha detto Ciontoli. “I media dovrebbero aiutare una mamma disperata per la perdita di un figlio. A lei è dovuto e permesso tutto. Aiutarla non significa innescare dei dubbi per il solo scopo del processo mediatico”.
Un processo che nelle sedi giudiziarie non è ancora terminato. La sentenza della Cassazione è fissata per il 7 febbraio 2020.
Guarda qui sotto i servizi e gli articoli dedicati all'omicidio di Marco Vannini e lo Speciale "Bugie e verità" di Giulio Golia e Francesca Di Stefano.