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Coronavirus e terza ondata, perché l'Italia sembra - per adesso - risparmiata? | I DATI

Rispetto agli altri grandi paesi d’Europa, l’Italia sta registrando numeri inferiori da ormai parecchio tempo: dalle misure di contenimento a Natale fino alla plausibile scarsa circolazione della variante inglese, ecco che cosa ci ha tenuto - finora - al riparo da una tragica terza ondata del coronavirus

Il coronavirus, nonostante l’inizio della campagna vaccinale e le speranze sul ritorno a una vita un po’ più normale, è destinato a restare con noi ancora per qualche mese almeno. E purtroppo, guardando ai nostri vicini europei, non ci sono molti dubbi a riguardo: la Francia ha anticipato il coprifuoco alle 18 per contenere la terza ondata della pandemia, la Germania ha annunciato che il lockdown nazionale continuerà fino al 14 febbraio, il Regno Unito è ancora alle prese con una dura lotta contro la variante inglese.

Tra i grandi paesi d’Europa però ce n’è uno che in questa fase sta registrando risultati migliori di tutti gli altri: l’Italia. Il nostro paese infatti per ora non sembra particolarmente colpito dalla terza ondata, e i numeri dei nuovi contagi sono in leggera contrazione senza essere arrivati a punte preoccupanti nelle ultime settimane.

Ieri l’Italia ha registrato 10.496 nuove infezioni e 603 decessi. La Germania invece ha avuto 12.233 nuovi casi e 1.734 morti, la Francia 23.608 contagi e 656 morti, il Regno Unito 33.355 nuove infezioni e 1.610 vittime. Insomma, meglio degli altri in questa triste classifica

Un dato che però non è limitato al singolo giorno, ma che si ripete ormai da qualche tempo: negli ultimi 7 giorni infatti la nostra media di casi quotidiani è stata 13.905, più bassa di quella della Germania (14.756), della Francia (18.920) e del Regno Unito (43.257). Discorso simile per quanto riguarda le vittime del coronavirus: nell’ultima settimana la media italiana è stata di 477 morti al giorno, in Germania 873, nel Regno Unito 1.181. La Francia ha invece registrato numeri migliori di noi, con una media di 363 vittime al giorno.

Insomma, la situazione del nostro paese sembra più rosea di quella degli altri grandi stati d’Europa, e non da oggi. E questo ci ha permesso, ormai da qualche tempo, di liberarci della triste palma di paese più colpito dal coronavirus nel Vecchio continente: Regno Unito (3,47 milioni) e Francia (2,94 milioni) ci hanno superato come numero di casi assoluti, e il Regno Unito anche come numero totale di vittime. Sono finora 83.157 in Italia, Londra ne ha contate 91.470. Restiamo, purtroppo, davanti ai nostri partner in quanto a letalità, che si assesta al 3,5% contro il 2,6% del Regno Unito, il 2,4% della Francia e il 2,3% della Germania.

Com’è possibile che l’Italia abbia ottenuto risultati relativamente positivi rispetto ai suoi vicini? Il primo merito va evidentemente alle misure di contenimento imposte ormai da novembre in tutto il paese: il sistema dei “colori” delle regioni a più alto tasso di contagio evidentemente sta pagando in termini di contenimento del coronavirus, nonostante la discutibile volatilità delle zone registrata nelle ultime settimane.

Misure che sono state rese ancora più serrate nel periodo delle vacanze natalizie, passate quasi interamente in zona rossa: una limitazione importante in un periodo molto sentito dell’anno, che però ha permesso finora di evitare un incontrollato aumento dei contagi nelle settimane seguenti. Anche e soprattutto grazie al buonsenso degli italiani che, pur duramente provati dal protrarsi della pandemia, hanno rispettato in larghissima parte le misure di contenimento.

Mentre Germania e Regno Unito hanno dovuto ricorrere a un nuovo lockdown, e la Francia a un coprifuoco rigido a partire dalle 18, l’Italia invece ha ottenuto performance migliori con misure di contenimento essenzialmente stabili da inizio novembre. Questo, presumibilmente, si può spiegare anche con una minore circolazione della “variante inglese” del virus, che sebbene non porti sintomi più gravi sembra essere più contagiosa di quella che ha colpito l’Europa a marzo del 2020.

La variante inglese fa paura a tutti in Europa, tanto che il dimissionario governo olandese di Mark Rutte - nonostante registri numeri in calo da settimane - sta seriamente considerando l’introduzione del primo lockdown generalizzato con coprifuoco dalle 20.30 per contenere una futura impennata dei contagi.

Uno scenario che purtroppo non è possibile escludere anche per l’Italia: già all’inizio della seconda ondata in autunno il nostro paese era stato risparmiato, per poi sprofondare nell’incubo a qualche settimana di distanza dagli altri paesi. Insomma, le cose stanno andando relativamente bene, ma guai ad abbassare la guardia: i prossimi mesi dovranno ancora essere di estrema attenzione, prima che il vaccino possa darci un po' di respiro.

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