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Nella quinta parte dello speciale de Le Iene sulla morte di Willy Branchi, Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli mettono a fuoco l'identikit del presunto omicida. Il suo nome sarebbe stato contenuto in una lettera e proprio quell'uomo avrebbe importunato il ragazzo qualche ora prima di essere ritrovato barbaramente ucciso

Nella prima parte di questo speciale abbiamo parlato di chi sono i sei indagati per false informazioni al pm, nella seconda della pista dei festini gay, nella terza di una clamorosa testimonianza inedita  e nella quarta su bivio tra due piste: droga o sesso?
 
Ora il cerchio sull’omicidio di Willy Branchi inizia a stringersi attorno a una persona ben precisa. Chi potrebbe essere l’uomo in grado di uccidere un ragazzo di 18 anni di Goro, in provincia di Ferrara? Per don Tiziano Bruscagin, parroco del paese, il suo nome era già sulla bocca di tutti nelle ore successive al delitto. Quanti e quali sono gli indizi che accendono i riflettori su di lui?

Nelle ore precedenti alla sua morte, Willy lo avrebbe incontrato. “Io non voglio niente da lui, se si azzarda a farmi del male lo dico a mio fratello”. Secondo l’avvocato della famiglia Branchi, è la frase che Willy avrebbe detto poche ore prima di morire e che avrebbe potuto provocarne la morte perché sentita come una minaccia.

I sospetti sono su un uomo sposato, con figli, ma con una vita parallela fatta di relazioni omosessuali neanche troppo nascoste. “Il parroco riporta che questa persona sarebbe caduta poi in una sorta di depressione e sarebbe stato ricoverato in una clinica psichiatrica al di fuori della regione”, racconta l’avvocato Simone Bianchi.

Secondo don Tiziano sarebbe stato finito all’ospedale di Padova. Di questo dettaglio sarebbe stato a conoscenza anche l’ex medico del paese, ai tempi sposato con una persona vicina al presunto assassino e uno dei primi a intervenire dopo il ritrovamento del cadavere di Willy.

Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli hanno incontrato una parente acquisita dello psichiatra, imparentata anche con il presunto assassino indicato da don Tiziano. La donna ha ricevuto una lettera che avrebbe contenuto il nome dell’omicida. Un uomo che avrebbe intrapreso appunto relazioni omosessuali.

Un dettaglio che ci conferma Carlo Selvatico: “Vorrei sapere perché sono finito sotto processo, forse perché eravamo un gruppo più all’avanguardia?”. Ci fa il nome di un altro uomo del paese, un certo Enea con il quale avrebbe avuto anche una relazione sentimentale. “Era una persona violenta di 17-18 anni sempre alla ricerca di soldi, sapeva che ero attratto dagli uomini. Enea si prende come un prodotto in scatola e poi si chiude la scatola”.

Ecco qui sotto le 5 parti precedenti dello speciale.

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