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Don Barone: tre ispettori sapevano ma avrebbero chiuso un occhio

Nuovi dettagli emergono nella vicenda che vede il sacerdote accusato di esorcismi e abusi sessuali

Sarebbero almeno tre gli ispettori accusati di aver chiuso un occhio davanti alla denuncia degli esorcismi e abusi commessi da don Michele Barone. Il sacerdote, ancora in carcere, è accusato di aver maltrattato e abusato sessualmente tre giovani donne, tra cui la piccola Giada, facendo loro credere di essere possedute dal demonio, tanto da sottoporle a riti di esorcismo non autorizzati. Tutto è partito dall'inchiesta della iena Gaetano Pecoraro che ha portato all'arresto di don Barone lo scorso 23 febbraio.

Dopo il coinvolgimento dell'ex dirigente della Juventus Luciano Moggi sentito come persona informata sui fatti, ora emergono nuovi dettagli che portano alla luce una vera e propria rete di conoscenze anche all'interno degli ambienti di polizia che avrebbero facilitato il prete. Secondo quanto ricostruito negli atti, la denuncia a carico del sacerdote sarebbe passata da una questura e due commissariati in cui nessuno avrebbe voluto approfondire la questione nonostante fosse coinvolta una 13enne. Gli ispettori, infatti, avrebbero fatto parte del gruppo di preghiera del sacerdote.

Secondo quanto denunciato da una delle ex adepte di Barone, “fu usata una macchina della questura condotta da un commissario capo di polizia per raggiungere il luogo di un esorcismo”. Nell'inchiesta era finito agli arresti domiciliari anche Luigi Schettino, il funzionario di polizia accusato di aver fatto pressioni sulla sorella della 13enne abusata affinché ritirasse la denuncia contro don Barone.

Guarda qui sotto tutte le tappe della vicenda.

Don Barone, le tappe della vicenda

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