
AZOUZ MARZOUK CHIEDE ALLA PROCURA DI SENTIRE ROSA BAZZI DOPO LE CLAMOROSE RIVELAZIONI A LE IENE
Dopo 12 anni di silenzio dalla strage di Erba e dalla condanna all’ergastolo, per la prima volta Rosa Bazzi ha parlato, e lo ha fatto con noi de Le Iene. Le sue rivelazioni sono clamorose, tanto che Azouz Marzouk ha chiesto oggi alla Procura di sentirla. Ma quello che hanno tirato fuori i media ci ha lasciato a dir poco allibiti.
Rosa Bazzi ha criticato gli inquirenti, la sua difesa dell’epoca, e cioè l’avvocato d’ufficio Pietro Troiano e lo psichiatra Massimo Picozzi, consulente della difesa.
E ha aggiunto questo particolare sulla notte dell’uccisione di Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la madre Paola e la vicina di casa Valeria Cherubini, che non era mai emerso prima. E cioè che avevano “visto un signore, con una borsa in mano, un giaccone e un cappello”, che entrava nella palazzina. E Rosa Bazzi dice di averlo detto anche ai carabinieri, ma che non loro non l’hanno ascoltata.
Il mattino dopo il giornale di Como “La Provincia” parla di Rosa Bazzi. Ma non delle clamorose rivelazioni che ci ha fatto, bensì dà la notizia del suo nuovo amore in carcere con un detenuto, che pur di starle vicino avrebbe rinunciato alla semilibertà. Così tutti i principali giornali riportano questo gossip e praticamente neanche una parola di ciò che denuncia la Bazzi.
E guarda caso la notizia che riguarda un carcere di Milano finisce su un giornale di Como, la città dove il ministro della Giustizia ha dovuto mandare per tre volte in pochi mesi gli ispettori per la distruzione prima di alcuni reperti mai analizzati, e poi per aver ritrovato un plico manomesso senza sigilli.
E dal carcere smentiscono in maniera categorica la “notizia” del nuovo amore di Rosa Bazzi, e ci dicono che le decisioni sul lavoro di quel detenuto sono soltanto legate a questioni organizzative. Insomma, speriamo che la richiesta di Azouz Marzouk, che nella strage di Erba ha perso moglie e figlio, sia accolta, e che la Bazzi sia sentita dalla Procura generale presso la Corte d’Appello di Milano.
A 40 ANNI VERGINE, SIMONE BARBATO CI RIPROVA A TROVARE UNA DONNA
Allarme rosso. Il 40enne vergine di cui vi abbiamo parlato, dopo il servizio di Cizco è ancora vergine!
Nemmeno andare all’Isola dei Famosi è servito a risolvere il problema di Simone Barbato: in quasi quarantanni di vita, non è mai andato oltre i massaggi.
Cizco l’ha portato fino ad Amburgo per nutrire le sue voglie. Ma nonostante sexy shop, donne in vetrina e balli sfrenati, lui è tornato a casa puro com’era partito.
Per questo abbiamo lanciato un appello per cercare una donna interessata a Simone. Ma non è andato a buon fine, e lui ci riprova. E questa volta con un video davvero irresistibile! Ma tenete presente che Simone vive ad Asti. Quindi regolatevi perché lui non è facile spostarlo. Contattatelo!
SFREGIATO DALL’ACIDO, DEVE PAGARE LE SPESE LEGALI ALLA CARNEFICE
Per William, il ragazzo sfregiato dall’acido dalla sua ex, dopo il processo arriva la beffa.
Matteo Viviani ci aveva raccontato la sua storia d’amore con Elena finita in tragedia. Perché quando William la lascia lei non ci sta. Come ci spiega lo stesso William: “Da lì è iniziato il vero e proprio stalking. Rigate sulla macchina, gomme bucate, rigate sulla macchina di mia mamma, dei miei amici e ovviamente me la trovavo da qualsiasi parte andassi”.
Dopo otto mesi di stalking e violenze, William decide di denunciarla. Ma il 19 settembre 2012 Elena, con un complice, lo aggredisce con l’acido.
William porterà addosso per sempre i segni di quell’aggressione. Non ha più le orecchie, ha perso l’occhio sinistro, dall’occhio destro vede meno di un decimo, e non ha più i capelli. Elena viene condannata a 8 anni di carcere ma è incinta. Finisce in comunità fino ai tre anni del bambino. Ma passati i tre anni resta incinta di nuovo. Quindi niente carcere, va ai domiciliari a casa dei nonni.
William ha vinto il processo e gli spetta un risarcimento di 1 milione e 280 mila euro. Ma dice a Matteo Viviani: “Ovviamente non li avrò mai perché loro sono nullatenenti”.
E ora la beffa: il tribunale gli chiede anche di pagare le spese legali. 50mila euro che William e la sua famiglia non hanno perché ormai hanno speso tutto per le cure. Il suo incubo sembra non avere fine.
IL VENDITORE DI ROLEX FALSI AVREBBE TRUCCATO PURE IL SUO GRADO DI MARESCIALLO
Vi ricordate il maresciallo della Marina militare pizzicato da Agresti a smerciare Rolex falsi? Abbiamo scoperto che avrebbe detto un’altra bugia.
Davanti alla nostra telecamera nascosta si è vantato di quanto sono fatti bene i suoi orologi: “Questi sono tutti incisi dentro. Hanno anche il loro numero. Con questi qua già stiamo sfiorando il vero”.
E con dei Rolex falsi così simili agli originali il maresciallo si è fatto dei clienti importanti: “Io servo avvocati, notai, commissari della polizia, comandanti dei carabinieri, il questore…”.
Quello che fa è illegale. Ma un uomo nella sua posizione non corre rischi. Come ci spiega direttamente lui, quando gli chiediamo se non lo controlli la Finanza: “Io sono un maresciallo della Marina, sai quanti bonifici c’ho al mese? Compro, vendo, che cazzo controllano?”.
Peccato che dopo il servizio di Andrea Agresti proprio un suo collega maresciallo ha scritto alla nostra redazione. E così abbiamo scoperto che non solo i Rolex ha taroccato quel furbetto, ma pure il suo grado. Non sarebbe un maresciallo della Marina, bensì un sottocapo di prima classe, cioè un grado inferiore rispetto a quello che millanta. Ma non gliel’hanno insegnato che le bugie hanno le gambe corte?
DONATA E I SUOI 200 CANI HANNO TROVATO UN NUOVO TERRENO DOVE VIVERE IN PACE
Donata Campanella e i 200 cani che ha salvato dal randagismo hanno affrontato una nuova difficoltà. Cristiano Pasca l’aveva incontrata a Collesano, in provincia di Palermo, in una vecchia villetta in affitto.
Una vita fuori dal normale che lei affronta per l’amore che nutre per questi animali.
In effetti i problemi non le mancano. Perché mantenere tutti quei cani costa molto e hanno bisogno di spazio. Donata ha bisogno di un nuovo posto dove curare i suoi amici e così, quando il comune di Collesano ha indetto una gara per l’assegnazione di un terreno confiscato alla mafia, Donata ha deciso di partecipare.
E nonostante abbia vinto dei vicini hanno fatto ricorso, indicando tra i motivi del ricorso il fatto che la signora non aveva un’associazione animalista. Cristiano Pasca con l’aiuto di un avvocato questo problema l’aveva risolto, ma non è bastato.
Donata e i suoi 216 cani devono rinunciare al terreno confiscato alla mafia perché non riesce a rispondere a tutte le clausole. Ma mica si è persa d’animo! E grazie all’aiuto di tanti amici ha preso un altro terreno e ha lì ha messo al sicuro il suo esercito di cani.
L’ITALIA CONTINUA A VENDERE ARMI ALL’ARABIA SAUDITA, IMPEGNATA NELLA GUERRA IN YEMEN
L’Italia continua a vendere armi all’Arabia saudita e agli Emirati arabi uniti, impegnati nella guerra in Yemen. E’ quanto emerge dalla Relazione del Governo sulle esportazioni di armamenti nel 2018.
A causa del conflitto oggi lo Yemen è un paese in ginocchio. I morti sarebbero almeno 13.000 e i feriti 20.000. E purtroppo alcune delle bombe che cadono sulla testa degli yemeniti sono prodotte in Italia.
Già, e questo nonostante una legge specifica, la 185 del 1990, dica chiaramente che “l’esportazione e il transito di materiali di armamento sono vietati verso i paesi in stato di conflitto armato”.
Germania, Belgio e Paesi Bassi hanno già sospeso l’invio di armamenti all’Arabia saudita. Da noi invece, non riusciamo neppure a calendarizzare la discussione alla Camera dei deputati di due risoluzioni contro le armi italiane nella guerra in Yemen. E intanto la carneficina continua.