Bullismo, accusate le sei ragazze che hanno pestato a morte Mariam
Dovranno presentarsi di fronte alla Corte di Nottingham. “Speriamo che arrivi giustizia per mia figlia”, commenta il padre della 18enne italiana di origini egiziane, morta dopo il pestaggio
Sei adolescenti dovranno presentarsi di fronte alla Corte di Nottingham con l’accusa di rissa per il pestaggio che ha portato, il 14 marzo scorso, alla morte di Mariam Moustafa, la ragazza italiana di origini egiziane, aggredita da una banda di bulle a Nottingham in Inghilterra. Il 27 settembre due ragazze di 17 anni, due di 15 e una di 19 dovranno presentarsi in aula.
“È una bella notizia. La polizia, dopo tanti errori, sta facendo il suo lavoro”, ha commentato il padre di Mariam, Hatim. “Speriamo che alla fine arrivi giustizia per mia figlia”.
A luglio scorso noi de Le Iene, primi a dare la notizia della morte della 18enne, abbiamo dato voce all’appello di Hatim. “Dopo la morte di Mariam nessuno ha fatto nulla. La polizia inglese mi prende in giro. Noi siamo italiani a tutti gli effetti: dove siete?”, aveva denunciato il padre. Ora, finalmente, sembra che qualcosa si stia muovendo.
“Mariam è stata uccisa in una maniera bruttissima. L’ospedale ha mandato via mia figlia senza curarla come avrebbe dovuto”, ha raccontato Hatim. Mariam era stata ricoverata il 21 febbraio scorso, il giorno dopo il pestaggio. I medici la sera prima l’avevano rimandata a casa, con un errore grave. È morta il 14 marzo dopo tre settimane di coma. La sua storia è stata raccontata per la prima volta su questo sito dalla Iena Pablo Trincia e poi subito dopo con un servizio tv.
Era stata pestata su un autobus da un gruppo di ragazze che l'avevano presa di mira da tempo. Un'aggressione simile c’era già stata nell’ agosto 2017 da parte della stessa banda di bulle, mentre si trovava con la sorella in un parco: le avevano rotto una gamba.
Mariam Moustafa, di origini egiziane, era nata in Italia e cresciuta a Ostia. Si era trasferita in Inghilterra con la famiglia da 4 anni. Soffriva di una malformazione cardiaca dalla nascita. Mariam aveva paura, come dice anche in un video postato sui social, che potete vedere nel servizio di Pablo Trincia che vi riproponiamo in basso.
L'aggressione a calci e pugni era stata filmata dalle stesse bulle e poi era finita su Internet. Potete vedere anche questo video nel servizio. In un primo tempo, dopo che gli inquirenti inglesi, avevano escluso l’“odio razziale”, aveva preso piede il movente della gelosia di una delle bulle. Ma il padre non crede al movente della gelosia: “È stato escluso, analizzando dichiarazioni e telefoni. Non capisco cosa stanno aspettando: è stato un atto di bullismo. Avevano preso di mira Mariam e la seconda volta l’hanno picchiata talmente tanto da ucciderla”.
Guarda qui in basso il servizio di Pablo Trincia e tutti gli articoli e i servizi che abbiamo dedicato al caso di Mariam.