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News | di Matteo Gamba |

Mariam, l'appello del padre: “Uccisa per bullismo, ma gli inglesi non indagano”

Tre mesi fa la ragazza italiana di origini egiziane è stata picchiata a morte da un gruppo di bulle, già identificate ma ancora libere. L’inchiesta sembra ferma. Abbiamo sentito papà Hatim, che lancia un appello

Ricordate il caso di Mariam, la ragazza italiana di origini egiziane morta dopo il pestaggio di una banda di bulle il 14 marzo scorso a Nottingham in Inghilterra? Noi de Le Iene abbiamo dato per primi la notizia della sua morte. E non ce ne siamo certo dimenticati, perché dopo i primi tre mesi previsti non c’è nessuna novità dagli inquirenti britannici, che pure stanno facendo una giusta crociata a Londra della lotta quasi quotidiana contro omicidi e aggressioni di baby gang e di bande di adulti. 

Abbiamo contattato il padre, in Egitto. Tutta la famiglia si è trasferita al Cairo il mese scorso, perché non riusciva più a stare nella casa dove viveva Mariam e perché si è sentita tradita dall’Inghilterra e pure dall’Italia.

“Quelli che indagano ci avevano detto che ci avrebbero fatto sapere qualcosa entro il 6, massimo il 14 giugno, ora hanno rimandato tutto a fine luglio”, dice tra rabbia e dolore papà Hatim al telefono. “Sembrano inventare qualsiasi scusa per coprire le colpevoli inglesi e gli errori dei medici. Sembrano voler dire che è colpa dei problemi cardiaci di mia figlia, quando c’è un video e si vede che è stata pestata. Mia figlia è morta, nessuno è in carcere per questo e non si intravede una giustizia per Mariam”.

“Siamo molto delusi anche dal Consolato italiano a Londra, che prima ci ha aiutato, poi sembra essere quasi scomparso, a parte una telefonata per dire che ci sono ‘vicini’”, prosegue nel suo italiano perfetto. Ci avevano detto che anche la Procura di Roma aveva aperto un’inchiesta sul caso, non ne abbiamo più saputo nulla”.

Noi vi avevamo già raccontato come il corpo di Mariam sia rimasto un mese in obitorio, in in una cella frigorifera, nel dubbio appunto degli inquirenti inglesi che il suo decesso sia dovuto solo al pestaggio o anche alla sua patologia cardiaca congenita e a un’eventuale negligenza medica. Proprio questa incertezza fa sì che le autrici dell’aggressione, tutte identificate, siano ancora a piede libero. Il reato per cui andranno a processo può ancora variare da lesioni a omicidio.

Mariam, 18 anni, era stata ricoverata il 21 febbraio, il giorno dopo il pestaggio. I medici la sera prima l’avevano rimandata a casa, con un errore palese e grave. È morta dopo tre settimane di coma. La sua storia è stata raccontata per la prima volta su questo sito dalla Iena Pablo Trincia e poi subito dopo con un servizio tv.

Era stata picchiata su un autobus da un gruppo di ragazze che l'avevano presa di mira da qualche tempo. Un'aggressione simile c’era già stata nell’ agosto 2017, mentre si trovava con la sorella in un parco: le avevano rotto una gamba.

Sfoglia nella gallery qui sotto le foto del servizio di Pablo Trincia.

Bullismo: Mariam, la ragazza italiana uccisa in Inghilterra. Le foto del servizio

 
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​Mariam Moustafa, 18 anni, di origini egiziane, era nata in Italia e cresciuta a Ostia. Si era trasferita in Inghilterra con la famiglia da 4 anni. Papà Hatim voleva farla studiare assieme alla sorella di 15 anni e al fratello di 12 nelle scuole inglesi, in inglese. A Mariam mancava tantissimo l'Italia. Poco prima di morire  aveva saputo di essere stata ammessa alla Facoltà di Ingegneria. Soffriva di una malformazione cardiaca per cui si curava dalla nascita. Mariam aveva paura, come dice anche in un video postato sui social, che potete vedere nel servizio del 18 marzo di Pablo Trincia che vi riproponiamo qui sotto.

L’aggressione a calci e pugni era stata filmata dalle stesse bulle e poi era finita su Internet. Potete vedere anche questo video, sopra, nel servizio. In un primo tempo, dopo che gli inquirenti inglesi, avevano escluso l’“odio razziale”, aveva preso piede il movente della gelosia di una delle bulle. A cercare di difendere Mariam sul bus c’era un ragazzo che si trovava con lei. Una delle componenti della baby gang, Teesha (riconoscibile nel video), si sarebbe arrabbiata perché avrebbe visto assieme a Mariam quel ragazzo che le piaceva.

“Anche questo ora è stato escluso, analizzando dichiarazioni e telefoni. Non capisco cosa stanno aspettando”, conclude il padre di Mariam. “Avevamo preso di mira Mariam e la seconda volta l’hanno picchiata talmente tanto da ucciderla. Vi prego, aiutateci”.

Lo faremo, e continueremo a tenervi aggiornati. Per Mariam, per la sua famiglia, per l’omicidio di una ragazza italiana in Inghilterra che non può restare senza colpevoli.  
Guarda qui in basso tutti gli articoli e i servizi che abbiamo dedicato al caso di Mariam.

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