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Di Maio scioglie l'azienda di famiglia dopo l'inchiesta de Le Iene

Il vicepremier, proprietario al 50% con la sorella Rosalba, nomina il fratello Giuseppe come liquidatore. Dopo che l’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti (che vi riproponiamo integralmente qui sotto) ha fatto emergere 4 casi precedenti di lavoro nero nell’impresa edile e si è concentrata sui fabbricati abusivi del padre a Mariglianella e sull’ormai famosa “stalla-villetta”

Dopo l’inchiesta de Le Iene, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha sciolto l'azienda di famiglia Ardima srl. La liquidazione dell’impresa edile, di cui il ministro è proprietario al 50% con la sorella Rosalba, sarebbe stata affidata, sempre secondo fonti interne al Movimento 5 Stelle, al fratello del vicepremier, Giuseppe.

Nelle prossime ore, sarà tra l’altro notificato l’avvio del procedimento per l'abbattimento dei fabbricati abusivi e per la rimozione dei rifiuti presenti sul terreno a Mariglianella (Napoli) di proprietà di Antonio, padre di Luigi, e di una zia.

Nei servizi di Filippo Roma e Marco Occhipinti vi abbiamo raccontato sia dei casi di lavoro nero dell’azienda appena sciolta che del caso di Mariglianella. La vicenda ha fatto subito il giro di tutti i media, italiani e stranieri, fino a generare anche richieste di chiarimenti politici in Parlamento.

Eravamo partiti nel primo servizio dalle testimonianze di un uomo, Salvatore Pizzo, che era stato tenuto in nero nell’azienda del padre di Luigi di Maio.  

Qualcuno ha anche provato a intorbidire le acque, diffondendo una bufala, una fake news in cui si sosteneva falsamente che Pizzo fosse stato in realtà un candidato del Pd. 

Il vicepremier Di Maio ha confermato poi la notizia del primo lavoratore in nero. “Solo lui”, però. Ma Le Iene hanno scoperto che non era un caso isolato: ci sono stati altri tre lavoratori pagati in nero: Mimmo, Giovanni e Stefano.

Sarebbero stati impiegati in nero nel periodo tra il 2008 e il 2010, prima cioè che nel 2014 Luigi Di Maio entrasse nell’assetto proprietario dell’azienda. L’azienda edile che da trent’anni porta avanti il padre di Luigi, Antonio, infatti, prima era intestata alla madre Paolina Esposito, poi è confluita nell’Ardima srl, di proprietà dal 2014 al 50% del ministro e della sorella Rosalba. Fino a oggi, quando il capo politico del M5S ha deciso di scioglierla.

Uno dei tre operai, Mimmo, ha fatto causa all’azienda, e il ricorso in Appello risale al 2016, quando Luigi Di Maio era già nell’assetto proprietario.

Filippo Roma è stato minacciato di morte su Internet, Di Maio si è associato alla solidarietà verso il nostro collega: “Nessuno attacchi Filippo Roma e Le Iene”.

Nella terza puntata dell’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti ci siamo concentrati sui fabbricati abusivi a Mariglianella (Napoli), che vi abbiamo mostrato in esclusiva.  Guardandone uno in particolare, Di Maio ci ha detto di ricordarsi che era “una stalla”. In realtà è una villetta con patio e piscina. In un foto del 2013 si vede il ministro del Lavoro proprio in quella piscina. Problemi di memoria?

Altro dubbio: il padre Antonio, che di fatto portava avanti l’azienda, dal 2006 non compariva più nell’assetto proprietario dell’azienda edile. Non è che Luigi di Maio e la sorella Rosalba, effettivi proprietari dal 2014, si configuravano, dal punto di vista legale, come dei prestanome?

Di Maio ci aveva promesso chiarimenti. Ieri il padre Antonio Di Maio si è scusato pubblicamente per tutta la vicenda. Ora il vicepremier ha sciolto l’azienda.

Ecco qui sotto tutti gli articoli e i servisi che abbiamo dedicato al caso.

 

L'inchiesta de Le Iene sull'azienda di famiglia di Di Maio

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