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Boschetto della droga, taglio degli alberi e Daspo: fermeranno lo spaccio?

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Proteste a San Donato Milanese nel timore della nascita di un altro boschetto della droga come quello vicino della vicina stazione di Milano Rogoredo. Prefettura, Comune e Rfi taglieranno gli alberi e introdurranno il Daspo urbano per limitare lo spaccio

Taglio degli alberi e Daspo urbano. Così a San Donato Milanese si cerca di limitare sul nascere il fenomeno dello spaccio nel nuovo boschetto della droga. Stiamo parlando di quello nato a ridosso di Rogoredo, sempre nella periferia sud di Milano, dove siamo entrati anche noi de Le Iene con Cizco. Abbiamo incontrato i tossicodipendenti ridotti a zombie disposti a qualsiasi cosa pur di avere la loro dose giornaliera. E in quest’area, lo scorso mese una 17enne incinta è stata soccorsa nel cuore della notte dopo che è stata picchiata probabilmente per un regolamento di conti.

Con queste premesse è iniziato un autunno caldo per la Prefettura, il Comune di San Donato Milanese e Rfi, che gestisce la linea ferroviaria ed è proprietaria di alcune parti del boschetto della droga. Nei giorni scorsi è stata convocata una riunione per trovare il modo di rendere vita difficile ai pusher.

A rimetterci saranno gli alberi attorno alle aree di spaccio che verranno abbattuti entro fine mese, come avvenuto nella vicina Rogoredo, senza ottenere però i risultati sperati. Se la situazione non migliora, il sindaco di San Donato, Andrea Checchi, ha annunciato la linea dura con il Daspo urbano, divieto di recarsi nella cittadina per chi ha avuto condanne per droga (utilizzando le regole del Daspo nel calcio, usato per fermare gli ultras violenti).

È una prima risposta per dare più sicurezza alle centinaia di viaggiatori che ogni giorno in treno tra Rogoredo e San Donato si trovano a fianco con i “pendolari della droga”. Furti e rapine sono diventati il loro incubo perché per avere una dose i tossicodipendenti sono disposti a qualsiasi cosa nei 4 minuti di viaggio tra le due stazioni. 

Una volta scesi dal treno si entra nel nuovo bosco della droga o nella foresta di San Donato, come è già stata ribattezzata. Qui arrivano tossicodipendenti da molte regione d’Italia. Persone di ogni età, dai i 15 ai 60 anni, cercano una dose. Ognuno ha in mano una cartina con i percorsi segnati per trovare la droga. L’eroina la recuperano sottoterra perché per gli spacciatori è diventato troppo rischioso il passaggio a mano.

C’è un tariffario per ogni servizio. Oltre alla dose di eroina, con 8 euro si ha anche siringa nuova, accendino e cucchiaino. In omaggio i pusher garantiscono un materasso per massimo un’ora. Il trattamento di lusso nella selva della disperazione è nella tenda canadese rossa. Oltre alla droga, ti danno anche il preservativo, perché la prostituzione in cambio degli stupefacenti è ormai quasi la regola. 

Guarda qui sotto gli articoli che abbiamo dedicato ai boschetti della droga di Milano e provincia.

I boschetti della droga di Milano

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