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Boschetti della droga, non solo l'esercito di Salvini: presidi sanitari contro lo spaccio

Presidi sanitari per il recupero dei tossicodipendenti che frequentano i boschetti della droga di Milano e hinterland. È la nuova proposta dopo l’invio dell’esercito. Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato il dramma e l’abbandono di queste aree controllate dagli spacciatori in mezzo a disperati disposti a tutto per una dose, compreso prostituirsi

Non solo c’è solo l’esercito mandato da Matteo Salvini nei boschetti della droga di Milano e hinterland, ma ora arrivano anche presidi sanitari per il recupero dei tossicodipendenti. È la nuova proposta allo studio per il recupero del parco delle Groane, alle porte di Milano, a nord. In questo bosco dove ogni giorno arrivano centinaia di spacciatori e clienti ci siamo stati anche noi, come potete vedere qui sopra nel servizio di Iene.it.

Repressione e prevenzione, da sole, non bastano. È necessario intervenire sul piano sociale e culturale, attraverso il recupero delle marginalità e l’educazione dei più giovani ai pericoli delle dipendenze”, ha detto il Prefetto di Monza, Patrizia Palmisani per il recupero del bosco, dove lo spaccio di droga garantisce alla criminalità un giro d’affari di oltre 5 milioni di euro all’anno.

Quando noi di Iene.it ci siamo entrati, lo spettacolo è stato inquietante. Ogni sentiero porta a una piazza di spaccio: ci imbattiamo in uno delle centinaia di zombi che ogni giorno viene qui per una dose. Ci sono anche le forze dell’ordine e durante l’identificazione di questo ragazzo riusciamo a strappargli qualche parola. Fatica a reggersi in piedi: “Mi sono perso nel bosco, ero qui per cercare la piazza di spaccio”. Dice di avere precedenti per furto e rapina: “Sto seguendo un percorso di inserimento del Sert”, ma continua a cadere nella rete della droga. 

Proseguiamo lungo il sentiero e, a pochi passi da un cespuglio, salta fuori un altro ragazzo. Urla e bestemmia. È uno spacciatore disturbato dalla nostra presenza. Salta su una bici e impreca: “Io devo fare il mio lavoro e anche il suo”. Ce l’ha con il palo: ogni spacciatore ha una persona che deve avvertirlo quando ci sono estranei in avvicinamento. Il suo palo questa volta non ha fatto il suo dovere di sentinella.

Sfoglia qui sotto la gallery con le foto del nostro blitz nel boschetto della droga.

Nel bosco della droga con il sindaco anti-spaccio

 
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Raggiungiamo l’altro capo del bosco dove corre un’altra pista ciclabile e in mezzo c’è una provinciale. Sotto la strada si diramano tunnel e cunicoli le vie di fuga degli spacciatori nel caso di arrivo delle forze dell’ordine. Qui infatti vengono organizzati periodicamente dei blitz per arrestare spacciatori e allontanare i drogati, come è successo a marzo quando i carabinieri hanno arrestato 10 spacciatori. Nei mesi scorsi accogliendo le richieste dei sindaci il ministero dell’Interno ha inviato la presenza di militari per presidiare i boschetti della droga. Dopo quasi un anno, c’è chi vuole cambiare strategia per il recupero delle aree ma soprattutto di chi le ha occupate.

“È importante intervenire sul campo attraverso un primo approccio di carattere igienico-sanitario con i consumatori di sostanze stupefacenti, tentando successivamente un aggancio specifico al fine di proporre percorsi terapeutici”, dice Giulio Gallera, assessore alla Sanità della Regione Lombardia, presente al tavolo di lavoro in Prefettura. “Per il parco delle Groane dobbiamo seguire le azioni messe in campo a Rogoredo”.

Questo boschetto, a sud di Milano, è un’altra realtà drammatica. Da inizio anno già tre persone sono morte per overdose. Qui non ci sono solo vite che si spezzano, ma anche nuove che nascono. A maggio una ragazza di 28 anni con problemi di droga ha partorito in una vecchia casa nei pressi del boschetto: “Mio figlio è il sole che mi farà uscire da questo inferno”.

Anche la Iena Cizco si è avventurato nel bosco di Rogoredo come documentato nel servizio dello scorso 1 novembre 2016. Periodicamente le forze dell’ordine compiono blitz per riportare ordine e sicurezza, e negli scorsi mesi si era valutata anche l’ipotesi di tagliare gli alberi nel tentativo di arginare lo spaccio.

Qui sotto trovate tutti i servizi che abbiamo dedicato a questa emergenza.

I boschetti della droga di Milano

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