Raccolta differenziata a Roma: i video che raccontano il caos | VIDEO
Filippo Roma e Marco Occhipinti, nella nuova puntata della loro inchiesta “La Grande Monnezza”, mostrano alcuni video registrati da cittadini romani, che confermano una storia che vi avevamo già fatto vedere: la raccolta differenziata nella Capitale ha più di un problema
Nelle precedenti puntate dell’inchiesta “La Grande Monnezza”, che potete vedere qui sotto, Filippo Roma e Marco Occhipinti ci hanno mostrato il caos che esiste a Roma nel settore della raccolta differenziata.
Dopo avervi mostrato la presunta truffa dei “furbetti del badge” di Roma Multiservizi, che passavano i propri dispositivi facendo risultare una raccolta notturna non effettuata, abbiamo installato alcune telecamere a Campo Boario, uno dei più grandi centri di raccolta dei rifiuti della Capitale. E qui abbiamo mostrato come carta, plastica e vetro siano raccolte e mischiate senza alcun criterio, vanificando completamente gli sforzi dei cittadini e i vantaggi della raccolta differenziata.
In questa nuova puntata Filippo Roma e Marco Occhipinti ci mostrano alcune riprese video fatte da cittadini romani, che confermerebbero che Ama talvolta mischia i rifiuti tutti insieme, anziché raccoglierli separatamente.
Come quello girato da un cittadino del quartiere di Montesacro. A un certo punto durante la notte arriva il camion dell’Ama che svuota il secchione con il coperchio bianco dedicato alla carta. Poco dopo il braccio meccanico riporta lentamente il cassonetto al suo posto e il furgone sembra ripartire. Passano però solo pochi metri e il camion si ferma di nuovo, per svuotare il cassonetto grigio dell’indifferenziata proprio dove pochi istanti prima aveva scaricato quello della carta.
Subito dopo l’ultima nostra inchiesta, Ama aveva reagito con un comunicato, in cui negava tutto ciò che vi avevamo mostrato.
Per Ama Campo Boario non è dedicato alla raccolta differenziata e i compattatori presenti nell’area sono destinati esclusivamente ai rifiuti indifferenziati. Nel comunicato Ama aggiunge che nella struttura è presente un container blu che accoglie i materiali misti ancora recuperabili come cartoni, plastica, metalli. Ma non è la verità e infatti vi abbiamo mostrato che a campo Boario i cassoni blu per la raccolta differenziata sono due, e non uno solo.
Ma se, come dice Ama, Campo Boario è destinato esclusivamente ai rifiuti indifferenziati perché allora ci sarebbero due container blu per plastica, carta e vetro?
Lo abbiamo chiesto a un dipendente Ama, che quel centro lo conosce molto bene e che ci ha detto: “Hanno scritto che il Campo Boario è per l’indifferenziata, ma mica è vero, cioè io tante volte vado a buttarci pure la carta, ce stanno i due camion quelli blu no? Uno per la carta, uno per il vetro… Possono andarci a butta’ pure il vetro di là. E quand’è pieno tante volte l’ho… ho buttato pure nell’indifferenziata. Quei due cassoni blu, so’ sempre quasi rotti”.
Abbiamo allora deciso di incontrare Vanessa Ranieri, una ex consigliera d’amministrazione di Ama spa, in carica per circa un anno e poi revocata dalla sindaca a febbraio 2018.
“Quello che so è che Campo Boario era un centro che raccoglieva tutti i tipi di rifiuto, in attesa che poi le varie tipologie, plastica, carta, metalli, venissero poi raccolti dal camion più grande e portati nei vari consorzi. Se è avvenuto quello che ho visto è una cosa molto grave, non sono i dipendenti che possono decidere se la carta è bagnata, unta o quant’altro”.
Vi facciamo vedere un nuovo video, girato a Casal Palocco, un’area residenziale della capitale dove vivono calciatori e liberi professionisti. Si tratta di una zona in cui è attiva la raccolta porta a porta, che dovrebbe rendere ancora più efficiente la differenziata. E invece quello che accade ce lo documentano le immagini mandate da una cittadina, che spiega: “Noi dobbiamo esporre i secchi con la spazzatura dentro indifferenziato, umido, carta o plastica, in giorni prestabiliti. qualche giorno fa avevo messo il sacco della plastica e non è stato raccolto. Poi sono passati ancora dei giorni, ho messo l’indifferenziata e la mattina successiva quando stavo uscendo di casa c’era il camioncino dell’Ama che raccoglieva tanto l’indifferenziata quanto la plastica, mischiando tutto insieme. Io in realtà ho delle telecamere, da lì si vede ancora meglio quello che è successo”. E allora le vediamo le immagini di quella telecamera.
Ecco che arriva il camioncino dell’operatore ecologico dell’Ama con tanto di divisa arancione. Scende dal mezzo, si dirige verso il secchio dell’indifferenziata da cui tira fuori un sacchetto che lancia nel vasca del furgoncino. Poi, anziché ripartire, prende il sacchetto nero in cui c’è plastica e lancia anche questo e poi di seguito anche la busta azzurra anch’essa con i rifiuti di plastica dentro. Questa raccolta mischiata, racconta ancora quella cittadina, succederebbe anche in altri civici. “Io ero con la macchina e ho visto il camioncino che si fermava a dei secchi successivi insomma rispetto ai miei e mischiavano tutto… era sempre indifferenziato e plastica, evidentemente quel giorno funzionava così, raccoglievano tutto insieme… Erano 15 giorni che tenevo questo sacco di plastica qui e nessuno passava”. Una differenziata, racconta ancora la donna, per la quale paga circa 800 euro l’anno.
Decidiamo di andare proprio nei due centri Ama che raccolgono i rifiuti di Montesacro e di Casal Palocco ma i lavoratori si rifiutano di rispondere e quando lo fanno è per dire laconicamente che la differenziata “funziona benissimo”.
Ma c’è una questione forse ancora più importante: mentre tutti noi paghiamo milioni di euro in più di quanto dovremmo per il mancato riciclaggio dei rifiuti come carta plastica e vetro, chi è che ci guadagnerebbe? Ci risponde Vanessa Ranieri: “È un dato di fatto che più raccolta differenziata si fa e più ricava la collettività, meno raccolta differenziata si fa, questi soldi inevitabilmente finiscono nelle tasche dei privati che gestiscono impianti di smaltimento legati alla raccolta indifferenziata”.
Privati come Manlio Cerroni, che si definisce “signore della monnezza” e che si occupa di gran parte dello smaltimento dei rifiuti della capitale . Un’attività che l’imprenditore definisce “una missione per la salvezza di Roma”, per la quale però è stato indagato e poi assolto dall’accusa di reati gravi (è comunque ancora oggi è sotto inchiesta per disastro ambientale).
Al di là dei guadagni dei privati che sono l’effetto, quale potrebbe essere la causa di tutta questa inefficienza? L’ex consigliera di Ama dice la sua: “È inevitabile, mancando l’approvazione del bilancio del 2017, del 2018 e fra un po’ anche del 2019. Ama non ha più soldi nelle casse, non ha più liquidità necessaria per fare i servizi..”
Filippo Roma le chiede: “Perché è dal 2017 che l’Ama non approva il bilancio?”. L’ex consigliera risponde: “Ce lo chiediamo anche noi, perché noi abbiamo presentato un progetto di bilancio corretto, certificato dal revisore dei conti e non comprendiamo perché non sia stato approvato. Era in attivo di 516mila euro”.
“Quando avete presentato questo bilancio alla sindaca Raggi lei che vi ha risposto?”, chiede Filippo Roma.
“Intanto non si è presentata in assemblea per 9 mesi, che è una cosa gravissima, causa di scioglimento della società, quindi noi ci siamo preoccupati immediatamente… L’Ama sono soldi dei cittadini, lei rappresenta i cittadini, quindi noi siamo rimasti veramente sorpresi”.
Non ci rimane che provare a parlare di tutte queste cose con la stessa sindaca Raggi, ma lei ribadisce che dobbiamo leggere il comunicato di Ama: “Non so se hai letto... non so se hai letto il comunicato di Ama che è anche molto lungo ed era molto, insomma mi sembra che spiegava bene quindi ama” . E se ne va senza risponderci.