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Willy Branchi, c'è un terzo indagato nel procedimento per l'omicidio | VIDEO

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Nuova svolta nelle indagini per la morte di Willy Branchi, il ragazzo ucciso 31 anni fa a Goro nel ferrarese. Da ieri Carlo Selvatico è indagato per concorso in omicidio. Nell’inchiesta di Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli è stato il primo a parlare di festini gay e minorenni in questa vicenda ancora irrisolta

C’è un terzo indagato per la morte di Willy Branchi. Dopo 31 anni dall’omicidio di Goro, si allarga il cerchio delle persone che saprebbero molto più di quello che hanno raccontato. Il 30 settembre 1988, il ragazzo con qualche problema mentale, viene trovato barbaramente ucciso appena 18enne nel paesino in provincia di Ferrara. Con Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli abbiamo ricostruito 30 anni di bugie e omertà in cui i segreti inconfessabili del paese si sono intrecciati alla storia dei festini gay in cui venivano pagati ragazzi anche minorenni in cui sarebbe stato coinvolto Willy.  Dopo la nostra inchiesta (di cui vi riproponiamo qui sopra il primo servizio), due fratelli sono finiti indagati per omicidio. Nelle ultime ore si aggiunge un terzo nome, quello di Carlo Selvatico.

Per il pensionato l’accusa è di concorso in omicidio, ma al momento non sono state rese note le persone che insieme a lui sarebbero coinvolte nella morte di Willy. Ieri Selvatico è stato sentito dagli inquirenti. Davanti alle loro domande si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.

Selvatico ha sempre avuto un ruolo chiave in questa vicenda. Tanto che in passato è stato assolto dall’accusa di falso e qualche settimane fa è finito nuovamente indagato con l’ipotesi di favoreggiamento. Da ieri la sua posizione si aggrava. E all’uscita dalla caserma Selvatico attacca Luca Branchi, fratello di Willy, che da oltre 30 anni si batte per la verità in questa vicenda: “L’unica cosa che mi rammarica è che suo fratello Luca, grande e grosso, non lo abbia seguito e accudito di più”. E su Willy ha aggiunto: “Di lui non mi sono mai interessato, non faceva parte della mia vita. Non ci conoscevamo neanche. Pietà la provo per Cristo”.

Sono le stesse frasi agghiaccianti che aveva detto ad Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli. Nei nostri servizi il pensionato di Goro ci racconta di quegli anni e di come lui fosse all’”avanguardia” in quel paese di 3mila anime nella bassa Ferrarese. A quell’epoca l’omosessualità era considerata ancora un tabù. In questo gruppo, Selvatico si considerava una sorta di maestro, in quanto il più anziano. “Ho saputo in via confidenziale che c’era un centro di ritrovo su in Veneto, reclutavano ragazzi per avere rapporti sessuali. Può darsi che Willy facesse parte di loro”, dice Selvatico.

“Perché sono stato coinvolto? Perché frequentavo la pizzeria?”. Il riferimento è al ristorante del paese. Un altro luogo chiave di questa vicenda. Qui Willy è stato visto poche ore prima della sua morte. “Io frequentavo ragazzi giovani a cui insegnavo come si tengono le posate in mano, come si sta seduti al ristorante o come si fa a chiedere una cena o un pranzo”, ha detto Selvatico. Nella confidenza ci fa anche il nome di un uomo sposato con cui avrebbe avuto una relazione. In questa intricata vicenda fatta di segreti inconfessabili il problema non è l’omosessualità, ma la possibilità che in questo giro siano stati coinvolti ragazzi minorenni come Willy.

Selvatico sembra sapere molto di più rispetto a quello che dice. Ai tempi aveva fatto anche un passo falso: aveva chiesto informazioni a un avvocato presentandosi come Oscar Guidi, un nome falso, perché di finire arrestato. Da questa accusa è stato assolto ma per il pm è “una persona che ha frapposto dei seri ostacoli all’accertamento della verità anche a costo di essere incriminato”. Per lui i guai non sono finiti. Ora deve rispondere di concorso in omicidio. Con lui altri due fratelli di Goro sono indagati per omicidio. Senza dimenticare la decina di persone che invece avrebbero detto il falso costruendo bugie da 30 anni.

Speciale Omicidio Willy Branchi

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