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Roma Multiservizi: dopo l'inchiesta sui furbetti arrivano i licenziamenti | VIDEO

Qualche giorno fa Roma Multiservizi, al 51% di Ama, aveva annunciato di voler tagliare del 70% gli stipendi degli addetti alla raccolta dei rifiuti non domestici, come conseguenza dell’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti sui “furbetti” del badge. Ora l’azienda torna a far parlare di sé, annunciando l’invio di 3500 lettere di licenziamento per i dipendenti che puliscono le scuole, per i bidelli e gli autisti degli scuolabus

Roma Multiservizi torna a far parlare di sé e annuncia 3500 lettere di licenziamento. La procedura di mobilità, riguarderà il personale addetto ai servizi di pulizia nelle scuole, gli addetti alla guida degli scuolabus e i bidelli della capitale, nell’ambito dell’appalto pubblico denominato “Global”.

Esclusi dai licenziamenti gli addetti alla raccolta dei rifiuti delle utenze commerciali di Roma, su cui però pesa come un’ombra gravissima il caso dei furbetti di cui vi abbiamo parlato nel corso delle inchieste di Filippo Roma e Marco Occhipinti.

Per questi ultimi lavoratori, come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa in questo articolo, era scattata una misura altrettanto punitiva, la riduzione degli stipendi al 70%.

L’azienda, al 51% di proprietà di Ama, aveva mandato una lettera al suo personale: "Dopo l’inchiesta de Le Iene i committenti pubblici hanno sospeso immediatamente i pagamenti verso la Roma Multiservizi, alcuni dei quali relativi ad attività risalenti allo scorso aprile. La nostra società dovrà procedere al pagamento dei prossimi stipendi nel limite del 70% di quanto computato".

Pochi giorni dopo l’invio delle lettere, però, era intervenuto lo stesso comune di Roma, minacciando di togliere a Roma Multiservizi i bandi già assegnati, se non avessero ritirato la decisione. La sortita dell’amministrazione Raggi deve avere avuto l’effetto sperato, perché poco dopo l’amministratore delegato di Roma Multiservizi ha annunciato che il taglio non sarà più del 30% ma del 9%. Una vittoria di Pirro.

Ora però per i dipendenti di Roma Multiservizi, al 51% di proprietà di Ama, c’è questa nuova drammatica minaccia: il licenziamento. L’azienda si è difesa spiegando che al 31 dicembre scadrà l’affidamento dei servizi scolastici da parte del comune di Roma e che non verrà prorogato: i licenziamenti, dunque, sarebbero una misura inevitabile. Su questo bando è ora in corso una battaglia legale, con il Consiglio di stato che si pronuncerà a febbraio, e nel frattempo Roma Multiservizi sta lavorando in proroga. Ma comunque, come detto, solo fino al 31 dicembre.

La sindaca Virginia Raggi ha reagito alla comunicazione di Roma Multiservizi spiegando che è una misura inaccettabile e  ha fatto partire una diffida ufficiale.  

Con Filippo Roma e Marco Occhipinti vi abbiamo svelato  l’esistenza di una presunta truffa nel servizio di raccolta dei rifiuti di Roma: gli operatori della società la effettuano nelle ore notturne, quando gli esercizi commerciali sono chiusi, limitandosi a beggiare con i propri dispositivi e facendosi poi pagare da Ama (cioè dalle tasse dei romani) per una raccolta di fatto non eseguita.

Avevamo raccolto la testimonianza esclusiva di uno di quegli operatori, che ci ha spiegato come funzionava la presunta truffa. Alcuni dipendenti striscerebbero con il palmare dell'azienda un codice a barre presente all'esterno dei negozi, bar, ristoranti, facendo così risultare il loro regolare passaggio e relativa raccolta. E incassando così da Ama il corrispettivo previsto per il lavoro, circa 150 milioni di euro per tre anni di servizio. 

E questo comportamento, ci ha raccontato il testimone, sarebbe una precisa direttiva dell’azienda. “I dirigenti di Roma Multiservizi hanno fatto una riunione agli inizi dicendoci: attaccate più tardi, e attaccare più tardi significa non raccogliere perché i negozi sono chiusi, e ce lo dicono loro, i dirigenti. I dirigenti hanno addirittura creato un gruppo su WhatsApp chiamato ‘Spara e scappa’”. E quando Filippo Roma gli chiede il perché di quel nome, l’operatore risponde: “Perché dobbiamo passare il badge veloce e per andare veloce non dobbiamo raccogliere. Senza raccogliere i rifiuti ci hanno chiamato cosi”.

Dopo il nostro servizio la Procura ha aperto un’indagine nei confronti del presidente di Roma Multiservizi, l’ex generale della Guardia di finanza Maurizio Raponi, ipotizzando i reati di truffa e frode nelle pubbliche forniture.

Ci siamo allora chiesti se la sindaca di Roma Virginia Raggi sapesse di quanto accadeva nella raccolta dei rifiuti romani. Alla Iena, in un primo momento, aveva detto: “Prima che lei mi dicesse e mi segnalasse un caso molto specifico chiaramente non lo sapevo”.

Alessandro Onorato però, un ristoratore che è anche consigliere del municipio di Roma, aveva raccontato a Filippo Roma una versione molto diversa:  “Ho avuto modo tre settimane fa di incontrarla e gliel’ho detto, ho detto 'non funziona nulla, uno ha un servizio che non esiste'. E lei ha preso appunti”. Ma dopo tre settimane dalla segnalazione, ci racconta ancora Onorato, la sindaca non si sarebbe fatta viva: “No, non l’ho più sentita, da noi il servizio sta così”.

E quando il nostro Filippo Roma aveva provato a chiedere alla Raggi di questa incongruenza, alla festa napoletana per i dieci anni del Movimento, era stato letteralmente aggredito dai militanti, che gli avevano anche sferrato alcuni pugni. E lei ha poi attaccato Le Iene su Facebook, accusandoci di servizi falsi e diffamatori.

Guarda qui sotto tutti i servizi e gli articoli che abbiamo dedicato al caso dei furbetti di Roma Multiservizi.

La Grande monnezza: i furbetti della raccolta dei rifiuti a Roma

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