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Sergio Bramini sgomberato da casa: "Me ne vado a testa alta"

L'intervista video, trasmessa in diretta Facebook, con l'imprenditore fallito nonostante vantasse 4 milioni di euro di crediti mai pagati dallo Stato, dopo lo sloggio dalla sua abitazione dove ha vissuto per 27 anni. "Una soluzione la troveremo", dice commosso, amareggiato ma ancora combattivo

Alla fine di una nuova giornata ad altissima tensione Sergio Bramini è stato sgomberato dalla sua casa, come ormai era diventato prevedibile già nel primo pomeriggio, come del resto era stato annunciato da giorni. A nulla sono valse anche le ultime mediazioni né la folla che si era radunata nella sua casa per difendere i suoi diritti. Nell'intervista di Alessandro De Giuseppe, che abbiamo trasmesso in diretta Facebook e che potete vedere qui sopra, l'imprenditore sfoga tutta la sua amarezza, senza dichiararsi ancora però sconfitto. Nonostante sia fallito, pur avendo 4 milioni di crediti mai pagati dallo Stato. Nonostante sia stato appena sloggiato dalla casa di una vita.

"Non avrei mai immaginato di arrivare a questo giorno", esordisce commosso Sergio Bramini. "Alla fine siamo stati scacciati dalla casa dove ho vissuto per 27 anni, dove ho avuto i miei più bei ricordi, dove sono nate e vissute le mie due figlie, dove la mia famiglia stava bene, fino a quando lo Stato mi ha voltato le spalle. Si erano trovati anche i fondi per risolvere la situazione, ma inspiegabilmente il curatore fallimentare ha detto no. Mentre intorno c'era la forza pubblica in assetto antisommossa".

"Ho avuto una reazione forse incontrollata, ma era l'accumulo della rabbia di sette anni", continua il suo racconto Bramini ricostruendo la sua vicenda intervistato dalla Iena Alessandro De Giuseppe. Un Bramini che resta combattivo: "Chi ha voluto il bastone con me non può aspettarsi solo la carota. Stasera intanto andremo in un appartamentino molto piccolo, dove ci stringeremo, che ho preso in affitto per la mia nipotina e mia figlia. Di più non potevamo data la nostra situazione economica. Ma teniamo la testa alta e teniamo unita la famiglia. Un modo per risolvere questa storia lo troveremo".

"Ci vorranno, ci vogliono delle modifiche di legge", conclude, pensando di accettare l'offerta di Luigi Di Maio e Matteo Salvini di seguire pubblicamente queste vicende. "Voglio di occuparmi per tutti proprio di questi casi. Non voglio che ci siano altri che debbano soffrire quello che ho sofferto io in questi anni con la mia famiglia e che poi è sfociato in questo sloggio e in questa umiliazione".

E la scena finale di Bramini che abbandona con la sua macchina la sua casa dà l'idea di come Sergio esca con grandiosa dignità e, appunto, "a testa alta" da questa ennesima bruttissima giornata. Senza arrendersi.

Noi de Le Iene abbiamo seguito questa incredibile vicenda, per primi, sin dall'inizio con il nostro Alessandro De Giuseppe. E continueremo a raccontarvela.

Oggi, dopo un primo appello dell'imprenditore c'era stata la visita del segretario della Lega Matteo Salvini, seguita a quella di ieri sera del capo politico del M5SLuigi Di Maio. Ci siamo fatti anche portavoce dell'appello dell'imprenditore di Monza ai ministri MinnitiPadoanCalenda e Madia, insieme al primo ministro Gentiloni. Abbiamo ottenuto una lettera, a firma del ministro dello Sviluppo economico Calenda e della Pubblica amministrazione Madia, rivolta a Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, ente da cui Bramini attende una percentuale molto importante di denaro per la sua attività di riciclaggio dei rifiuti. Ma non ci sono stati sviluppi ulteriori.

Ecco le tappe precedenti della sua storia. Avevamo seguito il caso Bramini con i due servizi della Iena Alessandro De Giuseppe “Quando lo Stato non paga i debiti” e “Quando lo Stato ti porta via tutto”.  Lo sgombero da casa era previsto per il 16 aprile: c’eravamo anche per il sit-in convocato a Monza per cercare di fermarlo. In una giornata concitata e piena di colpi di scena, che vi abbiamo raccontato sempre in diretta via Facebook, lo sgombero era stato posticipato all’1 giugno.

Oltre il danno, poi è arrivata anche la beffa: lo sgombero è stato anticipato al 18 maggio, perché il primo giugno, a causa della Festa della Repubblica dell'indomani, le forze dell’ordine potrebbero essere sotto organico. Bramini intanto si è appellato anche alla neopresidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, visto che la sua casa è stata scelta come domicilio parlamentare dal senatore Gianmarco Corbetta (M5S). Domenica 29 aprile è andato in onda un nuovo servizio di Alessandro de Giuseppe sul caso (con tanto di fuga di un giudice dalle sue domande). È attivo anche un crowdfunding, una raccolta di fondi  per aiutare Bramini

Sulla vicenda, il 24 aprile, il presidente del Tribunale di Monza, Laura Cosentini, ci aveva inviato i propri "Chiarimenti sulla vicenda giudiziaria del sig. Bramini", che potete leggere integralmente cliccando qui sotto.

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In precedenza, il 6 aprile, il presidente del Tribunale di Monza ci aveva mandato i propri "Chiarimenti sul servizio 'Quando lo Stato ti porta via tutto'". Potete leggere anche questi cliccando qui sotto.

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Qui in basso trovate tutti i servizi e gli articoli che abbiamo dedicato al caso Bramini.


 

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