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Pedofilia nella Chiesa, Diego: “Sentenza entro giugno su don Silverio” | VIDEO

Arturo Borrelli, che all’inizio per tutelare la sua famiglia aveva scelto il nome Diego, è stato finalmente ricevuto in Vaticano, dopo essersi incatenato in piazza San Pietro. Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato per primi la sua terribile storia con un servizio di Pablo Trincia. E continuiamo a seguirla

Finalmente Arturo Borrelli è stato ricevuto in Vaticano come gli era stato promesso, dopo che si era incatenato fuori dalla Santa Sede per conoscere la verità sul processo a carico di don Silverio Mura, l’insegnante che avrebbe abusato di lui quando aveva solo 13 anni.

In Vaticano hanno rassicurato Arturo sull’andamento del processo, di cui non aveva più avuto notizie: entro giugno dovrebbe essere tutto finito e “la sentenza lo lascerà soddisfatto”.

L’avvocato di Arturo, Carlo Grezio, ricevuto con lui presso la Santa Sede, è stato rassicurato anche sul fatto che quel sacerdote intanto non ha più contatti con i bambini. Una preoccupazione lecita visto che dopo le prime denunce alla curia di Napoli don Silverio si era trasferito al nord, a Montù Beccaria (Pavia), dove, sotto il falso nome di don Saverio Aversano, continuava a fare il catechista. Proprio dopo il nostro servizio il sacerdote ha fatto perdere nuovamente le sue tracce. Mentre le mamme del paese raccontavano a noi e in una lettera al Papa il loro sconcerto. 

Ma c’è un’altra buona notizia per Arturo. La Chiesa lo sta aiutando non solo a parole ma fornendogli anche un concreto sostegno economico, visto che in seguito a questa vicenda Arturo ha perso il lavoro.

Arturo ha detto a Pablo Trincia che aveva solo 13 anni, quando a Ponticelli (Napoli) sarebbe stato abusato dal suo professore di religione delle medie. “Don Silverio ha scelto il rito abbreviato per avere un terzo di pena scontata”, ci dice oggi Arturo.

L’incubo della sua infanzia violata lo accompagna in ogni momento della giornata: “Ho sognato il prete che ammazzava mia moglie e io non riuscivo a reagire. Ho anche dovuto aumentare le pillole giornaliere e la notte non riesco più a dormire”.   

Nel nostro servizio, Arturo Borrelli ha raccontato violenze sessuali che avrebbe subito “per 3 anni, 2-3 volte alla settimana” e la sua lotta di decenni per vederle riconosciute dalla Chiesa.

Dopo 25 anni, registrando tutto, aveva incontrato di nuovo don Silverio, che non negava quanto avvenuto ma lo invitava solo a pregare. La Curia di Napoli poi lo aveva fatto sottoporre a una perizia psichiatrica (lui aveva registrato anche quella), che in realtà sembrava incolpare lui per il fatto di essere andato a casa del sacerdote. 

I presunti abusi abusi di don Silverio non avrebbero segnato la vita solo di Diego, che da allora vive tra psicofarmaci e attacchi d'ansia e di panico e che quest’estate ha dovuto affrontare anche la morte del figlio 18enne Luigi in un incidente stradale (proprio da quel tragico giorno ha deciso di mostrarsi in volto e comunicare il suo vero nome di Arturo Borrelli). 

Altre presunte vittime si sono fatte avanti. Una di queste, Giuseppe (anche in questo caso il nome è di fantasia), l'abbiamo intervistato incappucciato. Almeno altre nove persone sarebbero disposte a testimoniare per quello che, come sosteniamo nel servizio di Pablo Trincia e Marco Fubini, se confermata, potrebbe essere "uno dei più grossi casi di abusi sessuali all'interno della Chiesa italiana". 

Guarda qui in basso il servizio di Pablo Trincia e gli altri articoli e servizi principali che abbiamo dedicato al caso.

Pedofilia nella Chiesa: i servizi e gli articoli su Diego

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