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Guerra in Yemen, sono passati quattro anni. E dall'Italia partono ancora le armi | VIDEO

Il 26 marzo 2015 è caduta la prima bomba in Yemen, e la guerra non sembra vedere la fine. Con Medici senza frontiere vogliamo raccontarvi la vita in un ospedale a due ore dal fronte

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La prima bomba caduta in Yemen è datata 26 marzo 2015, precisamente quattro anni fa. E da allora è partita una guerra di cui non si vede la fine. Oltre 19.000 raid aerei, 13 al giorno, più di uno ogni due ore. Gli attacchi condotti dalla coalizione a guida Arabia saudita hanno ucciso più di 6500 minori. 10.000 morti in tutto. E l'ultima notizia dallo Yemen riguarda il colera: dall'inizio dell'anno sono 110.000 i casi, con 190 morti. 

Noi vi abbiamo raccontato delle responsabilità italiane nella guerra in Yemen con diversi servizi che potete vedere sotto. Dal nostro paese infatti verrebbero vendute o transiterebbero armamenti che finirebbero nelle mani della coalizione saudita. E questo contro la nostra stessa legge, la 185 del 1990, che vieta di vendere armi a paesi in guerra. Giulia Innocenzi è andata a chiedere al ministro degli Esteri Moavero perché non vieta la vendita e il transito di armamenti, visto che è lui il diretto responsabile. Ma il capo della Farnesina ha preferito non rispondere. A favore di un divieto immediato invece è la ministra della Difesa Trenta: "E' un'indecenza che il nostro paese sia in qualche modo coinvolto nella guerra in Yemen", ha detto a Le Iene. E dello stesso avviso sembrerebbe anche il primo ministro Conte, che ha detto che il governo è contrario alla vendita delle armi alla coalizione saudita, e che manca solo la formalizzazione della decisione. Eppure non è ancora arrivata. E intanto la guerra prosegue.

E con Medici senza frontiere vogliamo raccontarvi la vita in un ospedale a due ore dal fronte, a Mocha, a metà strada tra Aden e Hodeidah, dove si stanno concentrando alcuni dei combattimenti più sanguinosi, nel video che potete vedere sopra. E' stato aperto da Msf nell'agosto del 2018, ed è l'unico della regione a disposizione dei civili. L'ong ha diverse strutture in Yemen, e ben cinque suoi ospedali sono stati bombardati dalla coalizione saudita. Un vero e proprio crimine di guerra vietato dalla legge internazionale.

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Amnesty International ha raccolto delle testimonianze brutali da bambini. “Lui ha iniziato a colpirmi col calcio del fucile e con calci e pugni mi ha spinto contro il muro. Allora ha detto che voleva stuprarmi”. A parlare è un 16enne di Ta’iz, in Yemen, e l’uomo a cui si riferisce è un miliziano. “Io ho iniziato a piangere e a pregarlo di considerarmi come suo figlio. Si è infuriato ancora di più e ha ripreso a picchiarmi. Poi mi ha preso per il collo, mi ha spinto a terra e mi ha stuprato”.

Amnesty denuncia lo stupro in quella città di minorenni, bambini e bambine anche di soli 8 anni. In tre casi si tratta di stupro, in uno di tentato stupro. Tra gli autori ci sarebbero anche miliziani legati alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita


Qui sotto potete vedere gli articoli e i servizi principali che abbiamo dedicato alla guerra in Yemen.

La guerra in Yemen e le bombe italiane: i nostri articoli e servizi

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