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News | di Matteo Gamba |

“Io, vittima di pedofilia nella Chiesa, ricevuto oggi da Papa Francesco”

L’incontro è avvenuto, lo stesso giorno del rinvio a giudizio di monsignor Capella, in Vaticano con Diego. Che in marzo ha raccontato a Le Iene gli abusi sistematici subiti 30 anni fa dal suo insegnante di religione don Silverio

“Papa Francesco mi ha ricevuto come fa un padre con un figlio”. Diego il 7 marzo ha raccontato in un servizio di Pablo Trincia gli abusi subiti dall’età di 13 anni dal suo insegnante di religione delle medie don Silverio Mura a Ponticelli (Napoli), con “rapporti sessuali completi, 2-3 volte la settimana” per 3 anni. Da 30 lotta per veder riconosciute dalla Chiesa le violenze subite, incontrando un muro di silenzio.

Non è stato così con Papa Francesco, che ha rispettato l’impegno di incontrarlo. Il 28 maggio Diego era entrato in sciopero della fame perché chiedeva una data certa, poi una telefonata della segreteria del Pontefice gli ha fatto interrompere la protesta estrema. “Abbiamo potuto parlare da soli per 5 minuti stamane alle 11 in Vaticano. Il Papa non ha voluto far sapere prima che mi avrebbe ricevuto per rispettare la mia privacy”, ci racconta al telefono Diego Esposito (il nome è di fantasia) .

“Mi ha detto: ‘Procedi per la tua strada’. Ha preso il fascicolo con tutta la documentazione del mio caso e l’ha consegnato alla sua segreteria prendendosi l’impegno di continuare a indagare. È stato molto gentile, ha benedetto una corona e me l’ha regalata, questo regalo mi ha commosso (qui sotto nella foto, ndr). È stato un gesto davvero importante non solo per me ma anche per tutte le altre vittime di pedofilia nella Chiesa. Anche perché mi hanno detto poi in Vaticano che hanno difficoltà a ricevere documenti sulla mia storia dalla Curia napoletana”.


Diego è “felice”, talmente emozionato che, dopo, ha avuto un piccolo malore subito curato dall’infermieria vaticana. Del resto, mentre preparavano la nostra inchiesta andata in onda in marzo, era stato proprio Papa Francesco a chiedere di riaprire le indagini sul suo caso. L’incontro di oggi, sabato 9 giugno, è un altro passo fondamentale, in parte storico, per una linea di chiarezza fortemente voluta da questo Pontefice non solo su questa storia ma anche su tutti i casi di pedofilia che hanno coinvolto e coinvolgono esponenti della Chiesa nel mondo.

Gli abusi di don Silverio (qui sotto nella prima foto della gallery) non avrebbero segnato la vita solo di Diego, che da allora vive tra psicofarmaci e attacchi d'ansia e di panico. Ci sarebbero altre vittime. Una di queste, Giuseppe (anche in questo caso il nome è di fantasia) l'abbiamo intervistato incappucciato.  Almeno nove persone sono disposte a testimoniare per quello che, come sostiene la Iena Pablo Trincia, potrebbe essere "uno dei più grossi casi per abusi sessuali all'interno della Chiesa italiana". 

L'incontro con il Papa arriva tra l'altro in contemporanea con un'altra importante notizia: il rinvio a giudizio per possesso di materiale pedopornografico dell'ex funzionario della nunziatura di Washington, Carlo Alberto Capella. Dopo l'arresto in Vaticano del 7 aprile, la prima udienza è prevista per il 22 giugno.

Sfoglia nella gallery qui sotto il racconto per foto del servizio. 

"Io, vittima di pedofilia nella Chiesa": le foto

 
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Diego dopo 25 anni, registrando tutto, aveva incontrato di nuovo don Silverio che non negava quanto avvenuto ma lo invitava solo a pregare. La Curia lo aveva fatto sottoporre a una perizia psichiatrica (registrata anche quella da Diego), che in realtà sembra incolpare lui per il fatto di essere andato a casa del sacerdote. Potete vedere entrambe le registrazioni nel servizio di Pablo Trincia che vi riproponiamo qui sotto.

Diego, che denuncia da anni silenzio e omertà da parte della Curia napoletana, è riuscito finalmente, a inizio maggio, a incontrare, assieme alla moglie, il cardinale Crescenzio Sepe. Dopo un'iniziale soddisfazione, per il faccia a faccia era rimasto poi amareggiato per la scarsa concretezza dell'intervento dell'arcivescovo metropolita di Napoli. La sua, dice, è “una battaglia per tutti” perché “se perdo io”, ripete, come ci aveva detto in un’intervista, “nessuno denuncerà più gli abusi dei preti”.

Don Silverio, nel frattempo, si era trasferito al Nord, Montù Beccaria (Pavia), dove, sotto il falso nome di don Saverio Aversano, continuava tranquillamente a fare il catechista. È bastato che il nostro servizio del 7 marzo andasse in onda perché il sacerdote facesse perdere di nuovo le sue tracce. Le mamme del paese, hanno scritto una lettera di protesta a Papa Francesco, che su questo caso, come ha dimostrato anche oggi, sta confermando una linea di grande fermezza.

Guarda qui sotto il servizio di Pablo Trincia dedicato al caso di Diego del 7 marzo scorso e gli articoli principali e i servizi che abbiamo dedicato al caso.


 

Pedofilia nella Chiesa: i servizi e gli articoli su Diego

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