Omicidio Vannini: "Ciontoli non era a casa al momento dello sparo"
Nuove importanti testimonianze che farebbero pensare che quando partì il colpo di pistola a Marco Vannini, Antonio Ciontoli non fosse in casa
Le Iene tornano sull'omicidio di Marco Vannini con nuove testimonianze che vanno a corroborare l'ipotesi che Antonio Ciontoli non fosse in casa al momento dello sparo al giovane.
Giulio Golia e Francesca Di Stefano continuano a indagare sulla morte del giovane, per cui Antonio Ciontoli è stato condannato in secondo grado a cinque anni per omicidio colposo. Nella scorsa puntata (che potete vedere qui sopra) vi abbiamo mostrato una testimonianza chiave, quella di Davide Vannicola. L'uomo è un amico storico dell'ex comandante dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo, che gli avrebbe confidato che Ciontoli dopo lo sparo, e prima di chiamare l'ambulanza, gli avrebbe telefonato chiedendo aiuto, perché "hanno fatto un casino". E cioè secondo questa nuova testimonianza sarebbe stato il figlio Federico a sparare. E a sostenere che Ciontoli non fosse in casa al momento dello sparo è anche la vicina di casa del piano di sotto, che a Golia ha detto di non aver visto la sua macchina parcheggiata al solito posto e di non aver sentito la sua voce.
Sul caso dell'omicidio di Marco Vannini sono intervenuti anche esponenti della politica. A cominciare dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta: “Il carabiniere vada a dire tutto quello che sa all'autorità giudiziaria”, ha detto riferendosi al brigadiere Manlio Amadori, di cui anche noi vi avevamo fatto sentire le dichiarazioni. Amadori, in servizio a Ladispoli la sera della morte di Marco, aveva parlato di un colloquio tra Izzo e Ciontoli, che in un primo tempo aveva detto, riferendosi alle responsabilità di quello sparo, “ora inguaio mio figlio”.
Amadori ci aveva risposto di non poter rilasciare alcuna dichiarazione senza il consenso del Comando generale dell'Arma. Un’affermazione smentita dalla stessa ministra Trenta, che nel programma tv "Accordi e Disaccordi" ha detto: «Non occorrono autorizzazioni. Ho provato a chiamare il carabiniere su due numeri di telefono ma non risponde. Credo che chiunque sappia qualcosa in più sulla vicenda debba parlare».
E anche Alessandro Di Battista, esponente dei Cinque Stelle, è intervenuto sulla sua pagina Facebook, postando il video del nostro ultimo servizio sull'omicidio Vannini: “Avete visto l'ultimo servizio delle Iene sul caso Vannini? – ha scritto Di Battista su Fb -. Beh vi consiglio di farlo. E vi consiglio anche di prendere posizione, di informarvi, di chiedere giustizia e verità. Esattamente come nel caso Cucchi, anche per quanto riguarda il caso Vannini si può arrivare alla verità. Dipende anche un po' da noi. Marina e Valerio, i genitori di Marco, (così come Ilaria Cucchi) sono esempi straordinari. Stiamogli vicino e diamogli una mano esercitando un nostro dovere: quello di appassionarci alla verità!”.
Ecco qui sotto la precedente parte della testimonianza e tutto lo speciale Iene sul caso Marco Vannini.