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Omicidio Vannini, la Cassazione: processo da rifare per i Ciontoli

La Cassazione accoglie il ricorso della procura generale annullando la sentenza di secondo grado per l'omicidio di Marco Vannini, il ragazzo di 20 anni ucciso nel 2015. Il processo d'Appello verrà rifatto per tutta la famiglia di Antonio Ciontoli (nel primo Appello il padre della fidanzata di Marco era stato condannato a 5 anni per omicidio colposo, in primo grado a 14 anni per omicidio volontario)

Serve un nuovo processo. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura generale annullando la sentenza di secondo grado per l'omicidio di Marco Vannini. Il processo di Appello verrà rifatto per tutta la famiglia di Antonio Ciontoli (nel primo Appello il padre della fidanzata di Marco era stato condannato a 5 anni per omicidio colposo, in primo grado a 14 anni per omicidio volontario). Respinta invece la richiesta dei suoi avvocati che puntava a un ulteriore sconto di pena.

La sentenza della Cassazione è stata accolta da applausi in aula e dalla soddisfazione dei genitori di Marco, Marina Conte e Valerio Vannini. "È la prima volta che mi torna il sorriso come quando c'era Marco", ha detto mamma Marina (clicca qui per il video con le sue prime parole dopo la decisione dei giudici). 

Fu omicidio volontario, si dia il via a un nuovo processo d’Appello”. Era stata questa oggi la richiesta della procura generale della Cassazione. Per Elisabetta Cennicola quella di  Marco "è una morte disumana, considerati i rapporti degli imputati con la vittima: tutti, per ben 110 minuti hanno mantenuto una condotta omissiva, menzognera e reticente nonostante la gravità della situazione fosse sotto gli occhi di ognuno di loro".

In tantissimi hanno aspettato davanti alla Suprema Corte questa sentenza (clicca qui per il video). Alle 10 erano arrivati Marina Conte e Valerio Vannini. Giulio Golia ha accolto la mamma con un abbraccio.

La prima sentenza di Appello del 29 gennaio 2019, oltre a condannare Antonio Ciontoli a 5 anni, aveva stabilito pene di tre anni per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico, e per la moglie Maria Pezzillo. Il processo di secondo grado è da rifare anche per loro.

In questi mesi abbiamo cercato di ricostruire che cosa sarebbe successo quella maledetta sera del 17 maggio 2015 (clicca qui per lo Speciale). Nella villetta dei Ciontoli a Ladispoli sarebbero stati presenti Antonio Ciontoli, sua moglie Maria Pezzillo, il figlio Federico con la fidanzata Viola Giorgini e l’altra figlia Martina, assieme al fidanzato Marco Vannini. I soccorsi per Marco vengono attivati dai Ciontoli con ritardo giudicato “colpevole” dal tribunale. Perché Antonio Ciontoli parla al 118 di un infortunio di Marco nella vasca “con un pettine”? Perché gli altri componenti della famiglia non intervengono per smentirlo? Quando la pm chiede a Ciontoli perché abbia parlato di un “buchino”, invece che di un foro di un centimetro di diametro, ha detto: “È la prima cosa che mi è venuta in mente, non so perché gliel’ho detta. Non volevo che questa cosa uscisse, volevo pensarci io direttamente dal dottore”. 

Sembra anche strano che i figli e la moglie di Antonio Ciontoli, come hanno raccontato in aula, non si siano resi conto subito che si era trattato di un colpo di arma da fuoco ma abbiano parlato di "un colpo d’aria”. “Io non avevo visto il buco”, ha spiegato il figlio di Antonio Ciontoli, Federico. “Quando sono entrato in bagno mi sembrava una pressione del dito”. Altri due aspetti sembrano non tornare in questa vicenda: gli spostamenti delle pistole di Antonio quella terribile sera, pistole per cui il suo porto d’armi era scaduto da due anni e la testimonianza di una vicina di casa (mai sentita dagli inquirenti) che racconta che quella sera la macchina di Antonio non sarebbe stata parcheggiata al solito posto in cui l’aveva messa negli ultimi 20 anni. 

Abbiamo raccolto anche la versione di Davide Vannicola. Amico del maresciallo Izzo, che ha condotto le prime indagini, Vannicola sostiene che Izzo gli avrebbe confidato di aver parlato con Antonio Ciontoli la sera della morte di Marco Vannini. Izzo gli avrebbe consigliato di prendersi lui tutte le responsabilità per salvare suo figlio Federico (sarebbe stato lui a sparare). A dicembre vi abbiamo mostrato anche le intercettazioni telefoniche mai entrate a processo perché ritenute irrilevanti. Si tratta di conversazioni che potrebbero aiutare a mettere a fuoco tanti dettagli che non tornano.

Ecco qui sotto i principali servizi e gli articoli che abbiamo dedicato all'omicidio di Marco Vannini e l'abbraccio tra Marina Conte e Giulio Golia prima di entrare in tribunale.


 

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