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Vannini, Speciale Iene: tutte le domande ancora aperte | VIDEO

La sesta e ultima parte dello speciale di Giulio Golia e Francesca Di Stefano e le 5 precedenti: tutto quello che non sembra tornare nella morte di un ragazzo di 20 anni, ucciso con un colpo di pistola dal padre della fidanzata. E gli aggiornamenti successivi, a partire dalla clamorosa testimonianza di Davide Vannicola: "Ciontoli disse al maresciallo Izzo che a sparare non era stato lui, ma suo figlio Federico"

Nella prima parte di questo speciale vi abbiamo parlato di indagini e soccorsi in ritardo, nella seconda del colpo di pistola mortale e dell'ipotesi di una lite tra fidanzati la sera della tragedia, nella terza di quello che succede dopo lo sparo, nella quarta della seconda telefonata al 118 e nella quinta dei dubbi sulle pistole (in basso vi riproponiamo tutte queste cinque parti precedenti).

Ripartiamo proprio dalle armi su cui non sarebbero state trovate tracce di Dna utilizzabili. I Ciontoli negano che siano state pulite.

Chi c’era in quel bagno al momento dello sparo? I Ciontoli hanno sempre detto che Martina è uscita subito prima dello sparo ed è rientrata subito dopo averlo sentito, seguita dal fratello Federico. La pm non sembra credere alla versione di Martina. In un’intercettazione ambientale la si sente dire: “Io ho visto papà quando gli ha puntato la pistola, gli ha detto: ‘Vedi di puntarla di là’. Papà ha detto: ‘Ti sparo!’. E papà ha detto: “E’ uno scherzo!”. E lui ha detto: ‘Non si scherza così’”. Ed è diventato pallido. Non ci posso pensa’”.

Martina poi negherà di aver visto quella scena: stava delirando, dice, e rivivendo quello che in realtà le aveva raccontato il padre.

L’incidente è successo davvero in bagno? E’ mamma Marina a dubitarne parlando con Giulio Golia. Secondo la madre di Marco sarebbe successo nella cameretta di Martina.

Quando capiscono i Ciontoli che è partito un colpo di pistola? Antonio parla con i familiari di “un colpo d’aria” e loro sostengono di aver capito tutto solo al pronto soccorso (la cosa sembra in contraddizione con alcune altre dichiarazioni e intercettazioni).

Altro punto. Il brigadiere Manlio Amadori in aula riferisce, ricordando i momenti in caserma dopo l’incidente: “Ciontoli disse: così metto nei guai mio figlio!”. L’ex comandante della stazione dei Carabinieri, il maresciallo Roberto Izzo conferma a Giulio Golia che a quel punto a chiesto a Ciontoli se ha sparato lui o suo figlio e l’uomo ha detto che è stato lui.

I genitori di Marco aggiungono dubbi: perché la casa dei Ciontoli non è stata messa sotto sequestro? E’ stato messo sotto controllo anche un eventuale secondo cellulare in possesso di Antonio Ciontoli?

Non solo, potrebbero esserci state altre immagini di un servizio di video sorveglianza di altissimo livello, tra pubblico e privato, che non sarebbero state richieste per questo caso. Queste immagini però ormai non ci sono più.

Continuiamo nelle nostre ricerche anche con i problemi incontrati a contattare Martina Ciontoli. Il fratello Federico ci parla, ma ci rimanda agli atti del processo. Anche la sua fidanzata Viola ci scrive ma non vuole incontrarci.

“La mente sta sempre a quella maledetta sera e ti trovi a parlare con una foto” dicono mamma e papà di Marco, aspettando giustizia per il loro figlio ora dall’esito della richiesta di ricorso in Cassazione appena depositato dalla procura. “Perché per noi Marco era tutto”.

Ecco qui sotto le cinque parti precedenti di questo speciale e gli aggiornamenti successivi, a partire dalla clamorosa testimonianza di Davide Vannicola: "Ciontoli disse al maresciallo Izzo che a sparare non era stato lui, ma suo figlio Federico". 

Omicidio Vannini: le novità e lo speciale in sei parti

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