Omicidio Vannini, i giudici: “Menzogne, depistamenti e crudeltà” | VIDEO
Nelle motivazioni della sentenza d’Appello, che ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale, i giudici parlando di “atteggiamento che in taluni momenti rasentano la crudeltà”. Una tragica storia che noi de Le Iene vi abbiamo raccontato con Giulio Golia e Francesca Di Stefano
“Atteggiamenti che in taluni momenti rasentano una vera e propria crudeltà nei confronti di un ragazzo ferito che urla di dolore”, “ripetute menzogne ai soccorritori” e “depistamenti”. Sono parole durissime quelle contenute nelle motivazioni della sentenza d’appello Bis sull’omicidio di Marco Vannini, che ha portato alla condanna di Antonio Ciontoli, della moglie Maria Pezzillo e dei due figli Martina e Federico.
I giudici, nel descrivere alcune testimonianze rese durante i procedimenti parlando di “interpretazioni senza senso”, di una “volontà di continuare a fornire una tesi precostituita e concordata”. E poi aggiungono: “Ciascuno degli imputati ha dovuto mentire al fine di adeguarsi il più possibile alle dichiarazioni rese da Antonio Ciontoli”.
Parole che pesano come pietre, in un caso giudiziario che si è trascinato avanti per 5 anni. Il 30 settembre Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale. La moglie Maria Pezzillo è stata condannata a 9 anni e 4 mesi, come i due figli Martina e Federico, per concorso anomalo in omicidio volontario.
La sentenza è stata emessa nel processo d'Appello bis per la morte di Marco Vannini, ucciso a 20 anni nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 da un colpo di pistola sparato dal padre della sua fidanzata Antonio nella villetta dei Ciontoli a Ladispoli. Processo d’Appello bis che si era reso necessario dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la prima sentenza di secondo di grado.
“È una grande emozione, finalmente dopo più di 5 anni abbiamo dimostrato quello che era palese dall'inizio", hanno detto i genitori di Marco, Marina e Valerio parlando con Giulio Golia nel video che vedete qui sopra. "La prima sentenza d'Appello ci ha fatto rivivere il lutto di Marco. La Cassazione ha riacceso la speranza e oggi è diventata legge. Non abbiamo mai cercato vendetta, solo giustizia. Bisogna sempre lottare perché prima o poi arriva".
Con Giulio Golia e Francesca De Stefano ci siamo occupati di tutti i misteri e le contraddizioni di questo caso, come potete vedere in fondo nei principali servizi e articoli che gli abbiamo dedicato, compreso uno Speciale Le Iene.