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Omicidio Vannini, verso la sentenza. Ciontoli: “Contro di me ingiurie e cattiverie”

È il giorno della sentenza per l’Appello bis per l’omicidio di Marco Vannini. Il procuratore generale ha chiesto 14 anni di reclusione per tutta la famiglia Ciontoli 

AGGIORNAMENTO (30 SETTEMBRE, ORE 14.45). Omicidio Vannini, la sentenza: condanna a 14 anni per Antonio Ciontoli, 9 per i familiari

Prego tutti voi di ascoltarmi senza pregiudizi, sono un uomo che ha perso ogni certezza e sicurezza. Sono diventato fragile e vulnerabile”. Sono le parole di Antonio Ciontoli che rilascia una dichiarazione spontanea a conclusione dell’ultima udienza del processo d’Appello bis per la morte di Marco Vannini. È il giorno della sentenza, lui si presenta in aula sorretto da una stampella e coperto da occhiali da sole e mascherina (come potete vedere nella foto qui sopra). 

Il procuratore Vincenzo Saverino ha chiesto 14 anni per omicidio volontario per Antonio Ciontoli e con dolo eventuale per il resto della famiglia (in subordine un pena a 9 anni e 4 mesi per i familiari). Secondo la ricostruzione processuale, a sparare nella villetta di Ladispoli è stato Antonio Ciontoli, presente in aula stamattina. 

Con Giulio Golia e Francesca De Stefano ci siamo occupati di tutti i misteri e le contraddizioni di questo caso, come potete vedere in fondo nei principali servizi e articoli che gli abbiamo dedicato. Anche oggi siamo presenti in aula al fianco dei genitori di Marco. 

“La Cassazione sostiene che le circostanze dell’evento morte erano prevedibili e tutti hanno aderito, con la certezza che così Marco non si sarebbe salvato”, ha detto il pg. “I 110 minuti dal colpo al quando Ciontoli non parla al Pit fa configurare il dolo eventuale. La condotta dei Ciontoli, allo scopo di salvaguardare il posto di lavoro di Antonio, toglie ogni dubbio sulla consapevolezza degli imputati condannando Marco a morte”. Nella precedente udienze la difesa ha chiesto l'assoluzione per tutta la famiglia Ciontoli e la condanna per omicidio colposo per Antonio Ciontoli parlando di “una sentenza già scritta per fare un favore agli italiani”. 

“Senza le intercettazioni e i video sarebbe stato un banale incidente domestico, o il vangelo secondo Ciontoli. Non si possono lamentare dell’indignazione per la verità che intendono propinarci le difese”, ha detto stamani l’avvocato dei Vannini, Celestino Gnazi. “Nessun pietismo fuori luogo. Nessun accanimento, ma sono state concesse delle attenuanti inconcepibili. Dovremmo essere qui a parlare di una pena per Antonio di 21 anni”.

Tra il comportamento di Antonio e quello di Federico c’è differenza”, ha detto la difesa del figlio di Ciontoli. “Non credo al piano volto a salvaguardare il lavoro di Ciontoli, ma se così fosse Federico l’ha sabotato. Si è impegnato a salvare Marco e ha cercato di costringere il padre a chiamare i soccorsi. Sono dati di fatto, il comportamento di Federico è diverso e opposto da quello del padre”. Presente quella sera c’era anche Viola Giorgini, la sua fidanzata, l’unica dei presenti a essere stata assolta e che è stata ascoltata nella prima udienza di questo processo bis. 

Nel primo Appello il padre della fidanzata di Marco era stato condannato a 5 anni per omicidio colposo, dopo che in primo grado la condanna era stata a 14 anni per omicidio volontario. In Appello era stata confermata la condanna a 3 anni per omicidio colposo per la moglie Maria Pezzillo e i due figli Federico e Martina. Poi la Cassazione il 7 febbraio 2020 ha annullato l’Appello e disposto questo Appello bis

“Speriamo che oggi ci sia un segnale di giustizia per lui. Sono cinque anni che lo chiediamo per Marco”, hanno detto i genitori del ragazzo entrando in aula. “Comunque non finirà qui perché si tornerà in Cassazione. È un’attesa continua”.

Antonio Ciontoli ha parlato di “ingiurie e cattiverie” da parte dei giornalisti chiedendo un giudizio “depurato da qualsiasi influenza” augurandosi che quanto accaduto “per un irreparabile errore non possa più accadere. Sento quanto sia insopportabile perché innaturale dover accettare la morte di un ragazzo di 20 anni”.

L’udienza si è chiusa poco prima delle 13, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio. La sentenza è attesa nel pomeriggio. 

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