“Salvini, la cannabis light fa diminuire l'illegalità del 12%”
Il vicepremier Matteo Salvini dichiara guerra alla cannabis light, mentre sempre oggi tre canapa shop sono stati chiusi nelle Marche. “non si capisce che sottraggono il 12% del mercato illegale”, sostiene Luca Marola, cofondatore di EasyJoint, azienda leader nel settore
Matteo Salvini dichiara guerra alla vendita legale cannabis light e si dice pronto su questo addirittura a far cadere il governo (il Movimento 5 Stelle è contrario a questa stretta). Proprio questa mattina intanto tre negozi sono stati chiusi a Macerata, Porto Recanati e Civitanova Marche.
La cannabis light ha bassissime percentuali di Thc, la sostanza responsabile dello “sballo” ed elevate valore di Cbd, il cannabinoide che ha invece effetti puramente rilassanti, come vi abbiamo raccontato nel servizio di Matteo Viviani “La cannabis che puoi comprare in Italia”, che vi riproponiamo qui sopra.
Le Iene seguono da tempo questo tema. Vi abbiamo parlato anche di una prima stretta sull’utilizzo della cannabis light da parte del vicepremier e ministro dell’Interno e leader della Lega. A settembre siamo entrati in possesso della circolare del ministero dell’Interno che fa rientrare nelle “sostanze stupefacenti” una bella fetta delle infiorescenze della canapa presenti sul mercato. Il ministro della Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana ha parlato di uso “potenzialmente pericoloso” della marijuana legale.
Salvini, alle prese con il caso Siri e le indagini sul governatore lombardo Attilio Fontana e il caso Siri, cerca forse di spostare l’attenzione politica su un nuovo tema tornando sulla questione dei negozi che vendono cannabis light e promettendo a brevissimo la direttiva per chiuderli tutti. “La droga è un'emergenza nazionale devastante e dunque dobbiamo usare tutti i metodi democratici per chiudere questi luoghi di diseducazione di massa. Ora usiamo le maniere forti”, ha detto.
Immediata la replica della ministra alla Salute, Giulia Grillo (M5S): "Non bisogna dare informazioni sbagliate, perché nei canapa shop non si vende droga. Se per caso come ministro dell'Interno è in possesso di informazioni che io non ho, e questo è pure possibile, chiaramente allora bisogna fare altro ordine di considerazioni". Proprio il Movimento 5 stelle aveva presentato la proposta di legge per legalizzare anche l’uso ricreativo, la produzione e la vendita della cannabis, non solo di quella light. Il vicepremier aveva risposto che “non passerà mai e non è nel Contratto di governo”.
In queste ore la tesoriera di Radicali Italiani, Antonella Soldo ha risposto a Salvini: "Vorremmo ricordargli che in quel contratto è prevista la discussione delle leggi di iniziativa popolare. Dal 2016 giace alla Camera quella che chiede la legalizzazione della cannabis, con le firme di oltre 68mila cittadini. E in queste settimane abbiamo rilanciato un appello per chiederne la calendarizzazione che in poco tempo ha già raggiunto le 7mila sottoscrizioni. La si può discutere, o alcune proposte sono più popolari di altre?"
Di cannabis light abbiamo parlato con Luca Marola. “Grazie a studi scientifici e inoppugnabili che forse il ministro avrebbe dovuto avere il buongusto di studiarsi, il mercato legale della cannabis sottrae il 12% degli introiti alle mafie”, spiega il cofondatore di EasyJoint, l’azienda di Parma che ha guidato il boom della cosiddetta cannabis legale. “La cannabis con una concentrazione inferiore allo 0,2 o 0,3% è legale”.
Oggi questo settore ha un giro d’affari, che negli ultimi tempi è davvero esploso, di quasi 50 milioni di euro. “Accostare il fenomeno legale della cannabis light, che ha visto l'apertura di un migliaio di nuove partite Iva e l'apertura di almeno 2.000 aziende agricole, spesso a conduzione giovanile, al consumo di droga penso sia utile al ministro Salvini solo per nascondere la sua incapacità nell'arrestare lo spaccio e il narcotraffico, oggi monopolisti della droga grazie proprio alle politiche del ministro”.
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