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Cannabis light, no a sequestri con Thc meno di 0,5%: “Vittoria dei canapa store”

Il Tribunale di Genova si pronuncia per la prima volta sul contenuto di Thc dei prodotti contenenti cannabis. “Così possiamo lavorare con più tranquillità, ma Salvini deve chiarire la legge”, dice Luca Marola cofondatore dell’azienda leader nel settore della marijuana legale EasyJoint, che abbiamo conosciuto nel servizio di Matteo Viviani

La cannabis light non può essere sequestrata preventivamente se non viene provato che il livello di Thc supera lo 0,5%. Dal tribunale di Genova arriva la prima sentenza dopo che Matteo Salvini ha dichiarato guerra ai canapa store e la sentenza della Cassazione che ha vietato la vendita dei derivati della canapa. In ballo c’è la sopravvivenza di molte start-up e aziende del settore avviate negli ultimi anni in Italia, come ci ha raccontato Matteo Viviani nel servizio che potete vedere qui sopra,

Per la Cassazione la vendita dei derivati della canapa è vietata a meno che non siano privi di efficacia drogante. “Per la prima volta ora è stata stabilita da un tribunale che questa soglia non deve superare lo 0.5%”, commenta Luca Marola, cofondatore dell’azienda leader nel settore della marijuana legale EasyJoint. “Questa sentenza è un passo avanti per i canapa store. Ora lavoriamo con più tranquillità e chiarezza, così possiamo aggiungere nuovi prodotti ai nostri listini”.

Resta da chiarire la questione politica: “La legge è lacunosa, prevede di non commercializzare l’infiorescenza della canapa. Ora è la politica a partire da Salvini a dover chiarire questo aspetto”, conclude Marola che in questa vicenda ha un primato. È stato accusato di incitamento e istigazione a un uso illegale della cannabis rischiando la chiusura temporanea di un negozio a Mantova. Lui ha presentato ricorso, ed è stato il primo a vincerlo. In meno di una settimana è arrivata la risposta dalla Questura di Mantova che ha ritenuto di “soprassedere all’adozione dei provvedimenti previsti in attesa di maggiore chiarezza sia nella normativa di riferimento che della giurisprudenza”.

Intanto produttori e commercianti di cannabis light si sono ritrovati a Milano per il primo evento dal titolo “A raccolta! La cannabis risponde”. Sabato scorso, sono stati organizzati tre tavoli di lavoro per definire le regole di produzione, commercio e le possibili destinazioni d’uso dei prodotti. “Vogliamo mettere ordine uniformando le possibili strategie”, commenta Marola. “Ora vogliamo ripetere questa esperienza anche in altre città italiane. Roma, Torino e Napoli su tutte”.

Ecco qui sotto tutti i servizi e gli articoli che abbiamo dedicato alla cannabis a uso ricreativo, light o terapeutica.

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