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Strage di Erba: scontro sui reperti mai analizzati | VIDEO

Antonino Monteleone, nel nuovo servizio dell'inchiesta che sta portando avanti con Marco Occhipinti, ci racconta l'incredibile vicenda delle possibili prove mai usate e distrutte in parte dal personale del Tribunale di Como. Che adesso si rifiuta di analizzare le prove rimaste, come ordinato invece dalla Cassazione 

No all’analisi dei reperti trovati sulla scena della strage di Erba e mai analizzati prima d’ora: tocca alla Cassazione decidere.

È la sostanza della risposta della Corte di Assise di Como, che di fatto rifiuta di adeguarsi a quanto stabilito a luglio scorso dalla Corte di Cassazione. Reperti, come il possibile materiale biologico sotto alle unghie del piccolo Youssef Marzouk, o i capelli trovati sulla sua felpa, che potrebbero rappresentare una svolta alle indagini sul caso. O forse addirittura capovolgere la posizione giudiziaria delle sole persone in carcere, Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo per il massacro dell’11 dicembre 2006 a Erba (Como) in cui morirono Raffaella Castagna, il figlioletto di due anni Youssef Marzouk, la nonna del bambino e madre di Raffaella, Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

È l’ennesimo colpo di scena in una storia fatta di assurdi rimpalli di responsabilità tra Cassazione, Corte d’assise di Como e Corte d’assise di Brescia. Un rimpallo che va avanti ormai da quasi 5 anni, con la difesa di Rosa e Olindo che continua a chiedere semplicemente di poter analizzare quei reperti mai analizzati. E si chiede: “Qualcuno ha paura che vengano fatte queste analisi?”.

Una domanda che nasce dal fatto che questo ennesimo rifiuto arriva dopo un episodio che ha costretto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a inviare gli ispettori al Tribunale Como: proprio il 12 luglio 2018, giorno in cui la Cassazione decideva che dovesse essere la Corte d’Assise di Como a dover dare il via all’analisi di quei reperti (che la difesa poteva far eseguire ma a proprie spese) e nonostante un divieto esplicito di distruzione dei reperti, un cancelliere del tribunale di Como, incredibilmente, aveva mandato al macero parte dei reperti. Parliamo di oggetti che, potenzialmente, avrebbero potuto contenere informazioni molto utili.

L’avvocato della difesa, Schembri spiega: “E’ come se ci volessero togliere delle armi, cioè andare al buio… i tre quarti dei reperti che avremmo voluto analizzare già sono stati distrutti. Se non ci si attiene neppure alle sentenze della Corte di Cassazione sul caso specifico significa che si teme grandemente che questi accertamenti vengano fatti insomma…”

E cosa ancora più assurda, in tutta questa intricata vicenda, è il fatto che un'altra parte di questi reperti, che si pensava fosse andata distrutta, era stata fortuitamente ritrovata all’interno di alcuni scatoloni e plichi. Sempre al Tribunale di Como, presso l’ufficio corpi di reato a seguito di un riordino degli archivi. E tra questi reperti quello che il Ris indica come reperto 44, un cellulare di marca Nokia che potrebbe essere compatibile con quello usato da Raffaella Castagna. Anche questo, incredibilmente, mai analizzato.

La Corte d’Assise di Como, nel documento che potete leggere per intero a questo link, spiega in sostanza che la decisione sulle eventuali nuove analisi dei reperti rimasti debba tornare alla Corte di Cassazione. E lo fa però appellandosi a un’altra sentenza che riguarda certamente un altro caso, ma non la strage di Erba.

La Iena Antonino Monteleone è andato parlare proprio con Angelo Fusaro, il cancelliere del tribunale di Como presunto responsabile della distruzione dei reperti della prima della sentenza della Cassazione.

Ma lui, dopo aver provato a farci allontanare dalla vigilanza, ci minaccia: “ehhhh ma io adesso vi faccio la denuncia perché non è possibile”. “Ma scusi hanno denunciato lei perché ha distrutto quei reperti!”, spiega Antonino Monteleone e lui: “No, non è vero!”

E allora Le Iene provano a chiamare il suo superiore, il responsabile dell’ufficio dei corpi di reato del tribunale, la dottoressa Valsecchi, ma anche lei ha la bocca cucitissima.

Un’altra importante novità che vogliamo dirvi è che Rosa Bazzi ha finalmente accettato di essere intervistata dalle Iene con telecamere e microfoni. Quindi andremo a trovarla, e le faremo tutte quelle domande che vorremmo farle da quando abbiamo iniziato ad occuparci di questa storia…

Clicca qui per vedere lo Speciale Iene: “Rosa e olindo: due innocenti all’ergastolo?” e guarda qui sotto i servizi e gli articoli che abbiamo dedicato al caso dopo questo speciale.
 

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