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Strage di Erba, le rivelazioni esclusive di un ex carabiniere: “A me non risulta che Rosa e Olindo non parlassero della strage”

Antonino Monteleone e Marco Occhipinti tornano a parlarci della strage di Erba, raccogliendo la testimonianza esclusiva di un ex carabiniere che afferma di aver partecipato alle indagini: “Anche tra i miei colleghi sono pochi quelli che danno con certezza che Rosa e Olindo siano colpevoli, le prove a loro carico non le trovo così schiaccianti”. Non perdetevi le sue rivelazioni questa sera a Le Iene dalle 21.10 su Italia1

“Anche tra i miei colleghi sono pochi quelli che danno con certezza che Rosa e Olindo siano colpevoli”. Arriva una nuova e clamorosa testimonianza sulla strage di Erba: quella di Giovanni Tartaglia, un ex maresciallo dei carabinieri che ha svolto gran parte della sua attività al nucleo operativo radiomobile di Como, dal 1998 al 2008, che ha comandato per 4 anni una stazione dei carabinieri, sempre nel comasco, e che partecipò alle indagini della strage.

Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, nel servizio in onda questa sera dalle 21.10 su Italia 1, raccolgono le sue dichiarazioni inedite. Ma chi è Giovanni Tartaglia? In servizio per 24 anni e congedato dall’Arma dopo aver avuto dei guai con la giustizia è attualmente nel carcere di Bollate a Milano dove sta scontando la sua pena. Qualche tempo fa, in attesa della sua condanna per truffa aggravata, ha contattato la redazione per fare delle rivelazioni che - se eventualmente confermate - avrebbero delle conseguenze potenzialmente clamorose. Ha voluto parlare delle indagini che hanno portato all’arresto e poi alla condanna di Rosa Bazzi e Olindo Romano, ritenuti unici colpevoli del delitto.

Tartaglia: "Sono un ex maresciallo dei carabinieri. Nel periodo di permanenza nel nucleo operativo di Como ho fatto parte anche delle indagini della strage di Erba".
Monteleone: "Lei è stato anche sulla scena del crimine?".
Tartaglia: "Sono andato anche sulla scena del crimine, sì".
Monteleone: "Ha visto l’appartamento di Raffaella Castagna?".
Tartaglia: "Sì, sì sì, l’ho visto. Io mi sono occupato prevalentemente di intercettazioni ambientale e telefoniche. Queste mie perplessità sono state presentate. Le mie, come quelle dei colleghi in ambito interno, però le devo dire la verità, sono pochi quelli che danno con certezza che Rosa e Olindo sono colpevoli. Perché secondo me manca il fatto di non aver verificato nessun’altra alternativa. Le prove a carico di Olindo e Rosa non le trovo così schiaccianti e così determinanti. Qualsiasi pista, qualsiasi minima cosa fosse uscita fuori che non rientrava nella normalità, secondo me doveva essere battuta".

Secondo l’ex carabiniere all’epoca dei fatti si agì in maniera del tutto diversa rispetto a quanto si sarebbe dovuto fare in fase di indagine.
Tartaglia: "La cosa principale che è stata chiara è che dopo due giorni doveva essere tutto focalizzato su Rosa e Olindo, cioè si doveva fare di tutto per tirare fuori la colpevolezza di Rosa e Olindo, questa è l’impressione… e poi così è stato. Ogni cosa che andavamo a dire non andava bene, non fregava niente a nessuno".

In questi anni noi de Le Iene abbiamo analizzato quelle che sembrano essere delle possibili anomalie su alcune delle prove considerate a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano (in fondo trovate i principali articoli e servizi che abbiamo dedicato recentemente al caso.

Uno: le confessioni dei coniugi sono discordanti tra loro e piene di errori nonostante siano state rilasciate dopo aver visto le foto in possesso degli inquirenti in fase di interrogatorio.
Due: Mario Frigerio - l’unico testimone superstite - inizialmente indicò di aver visto e di essere stato aggredito da un uomo non del posto e di carnagione olivastra, e di poterlo riconoscere ma smentì questa prima versione a seguito di un colloquio con il maresciallo Gallorini, indicando il suo vicino di casa (Olindo Romano, ndr.) come l’aggressore. 
Tre: l’unica prova scientifica rinvenuta è una piccola traccia di sangue, non visibile neanche in foto, trovata sul battitacco dell’auto di Olindo. Anche secondo chi l’ha trovata potrebbe essere arrivata lì per contaminazione ambientale.
Quattro: non vi sono segni della presenza di Rosa e Olindo sulla scena del delitto, neanche tracce di sangue nella loro abitazione dove, secondo le sentenze, si sarebbero cambiati dopo la mattanza.

La testimonianza esclusiva che abbiamo raccolto si concentra su quella parte delle indagini che, a distanza di anni, fa ancora discutere per alcuni aspetti: le intercettazioni telefoniche e ambientali. Da tutte quelle effettuate mancherebbero sia gli audio di giornate intere a casa di Olindo e Rosa, sia alcune di quelle registrate in ospedale nella stanza dov’era ricoverato Frigerio. Non ne esisterebbe nessuna che inchiodi i due condannati e non si troverebbero quelle telefoniche di intere giornate di uno dei fratelli Castagna.

“Le nostre richieste riguardavano l’accesso al server della Procura perché manca il 50% di tutto il materiale di intercettazioni sia telefoniche sia intercettazioni ambientali, in un’indagine che ha avuto una durata di circa un mese, è un materiale vastissimo”, afferma Fabio Schembri, l’avvocato di Rosa e Olinda. "Questo accesso al server era finalizzato a rintracciare delle intercettazioni importantissime in momenti topici dell’indagine e che riguardavano sia Rosa e Olindo sia il testimone Frigerio”.

Secondo quanto dichiara l’avvocato Schembri, non è possibile ascoltare né le intercettazioni realizzate nella stanza di ospedale dove era ricoverato Mario Frigerio la mattina di Natale, né quelle effettuate all’interno della casa dei coniugi Romano, e questo loro presunto silenzio sulla strage diventerà motivo di forte sospetto a loro carico. Su questo Antonino Monteleone si confronta con Tartaglia.

Tartaglia: "In sala intercettazione è capitato anche a me di ascoltarle".
Monteleone: "Lei si è messo le cuffie e sentiva la voce di?".
Tartaglia: "In cuffie o, se ero da solo, anche senza le cuffie… di quando parlavano in casa, però parlavano della storia, cioè dicevano che era tutto… c’era da aver paura, della situazione".
Monteleone: "Cioè lei mi sta dicendo che ha ascoltato loro due parlare della strage?".
Tartaglia: "Ma sì, beh, in casa, la sera accendevano la televisione, ce l’avevano lì, quindi si parlava solo di quello lì".
Monteleone: "In casa Romano-Bazzi?".
Tartaglia: "In casa Romano-Bazzi, poche parole, non è che poi stavano tutto il tempo a parlare di queste cose, cioè mi ricordo la frase ‘c’è da aver paura a stare in un ambiente del genere’, dopo che è successo, no? L’intercettazione ambientale di Rosa e Olindo nell’insieme è stata un’intercettazione tranquilla, nella loro vita quotidiana parlavano della strage di Erba con qualche vicino che li andava a trovare o per telefono, o comunque discutevano, ‘visto cosa è successo, non è successo, c’è da aver paura’, mi ricordo queste parole, le diceva Rosa. Poi sentivano il telegiornale, si informavano, erano preoccupati di quello che era successo. Che non ne hanno mai parlato non mi risulta. Basta andare ad ascoltare le registrazioni. Durante conversazione telefoniche e ambientali di Rosa e Olindo mi alternavo con il brigadiere Bisignani, responsabile, tra virgolette (Tartaglia mima il gesto delle virgolette, ndr) di questa operazione, perché era lui che materialmente si occupava di far partire l’intercettazione telefonica o ambientale. Nel periodo in cui ci sono stato non è mai emerso nulla di interesse operativo, quindi è stata una conversazione abbastanza lineare e normale. Nessuna conversazione strana che potesse far pensare o portarci a qualche sospetto in particolare in Rosa e Olindo".

L’ex carabiniere ricorda di aver sentito parlare i coniugi della strage, addirittura ricordando le parole che Rosa avrebbe pronunciato ma nel brogliaccio dell’intercettazioni un dialogo del genere tra Rosa e Olindo non è stato trovato.

Monteleone: "Come se lo spiega quel buco di 4 giorni senza alcuna annotazione da parte dei carabinieri in ascolto? Lei lo sa che non si trovano le telefonate tra il 12 dicembre del 2006?"
Tartaglia: "Sì, l’ho sentito questo fatto".
Monteleone: "E il 16 dicembre". 
Tartaglia: "Strano".
Monteleone: "Cioè quattro giorni".
Tartaglia: "È un po’ strano, perché poi le intercettazioni non so se sa come funzionano".
Monteleone: "Come funzionano?".
Tartaglia: "Ci sono tecnicamente dei video con dei server che vengono affidati a una società, in quel caso mi sembra che c’era sia la Sio che la Waylog, sono due società. Le intercettazioni le ascolti in tempo reale, come parlano le senti. Vengono tutte registrate dal server, tutte le intercettazioni, poi c’è un quadro dove si mettono, dei display con dei colori, puoi dargli un'importanza, meno importanti, oppure nulla, non di interesse operativo. Vengono registrate tutte, vengono trascritte".
Monteleone: "È una trascrizione parola per parola?".
Tartaglia: "Tutto!".
Monteleone: "Oppure è una sommaria?".
Tartaglia: "No no no, parola per parola. Dove non si capisce si mette 'incomprensibile'”.
Monteleone: "Incomprensibile".
Tartaglia: "Però parola per parola, cioè deve essere proprio integrale, anche se durante la frase c’è una parola inutile, la metti comunque".
Monteleone: "Lei sapeva che tipo di dispositivi c’erano in casa di Rosa e Olindo?".
Tartaglia: "Ambientali".
Monteleone: "Ma messe, che ne so, nella presa elettrica?".
Tartaglia: "Ah no, non lo so il posto esatto, però si sentiva molto bene".
Monteleone: "Com’è possibile che spariscono alcune? Non è possibile che per 4 giorni in casa si siano cuciti la bocca".
Tartaglia: "No, anche perché basta un piccolo rumore che si attiva".
Monteleone: "Che si attiva?".
Tartaglia: "Il brogliaccio, materialmente tutto ciò che è stato registrato in entrata e in uscita della comunicazione e viene stampato".
Monteleone: "Ma quando ci sono dei buchi nelle date, questa cosa va verbalizzata? Com’è possibile che il brogliaccio abbia dei vuoti e questa cosa?".
Tartaglia: "No il vuoto può averlo solo se non funziona più la microspia".
Monteleone: "E quello però va scritto, si è rotto il dispositivo…".
Tartaglia: "Certo, va sempre verbalizzato perché potrebbe essere una fase importante dove tu comunque verbalizzi, ma anche in autotutela, nel senso 'non ho potuto ascoltare', però va comunque giustificato".

Un vuoto assoluto di 4 giorni di dialoghi e rumori di ogni sorta si potrebbe spiegare solo con un guasto tecnico, ma anche quello l’avrebbero dovuto annotarlo nel brogliaccio. In realtà un’altra spiegazione potrebbe esserci e l’ex carabiniere la ipotizza in un secondo momento:

Tartaglia: "È strano, quattro giorni così è strano, poi la sequenza dei numeri dev’essere… non può sballare assolutamente. Io li ho stampati per me corretti, se da lì al passo successivo c’è stato qualcuno che è intervenuto sui server o rimasterizzato i dvd o ristampato di nuovo, questo io non lo posso sapere. Però è possibile farlo, questo è chiaro. Questa è quello che ti volevo spiegare".

I dvd messi a disposizione della difesa sono siglati dalla società Waylog, mentre le intercettazioni a casa di Rosa e Olindo erano state affidate ad un’altra società, la Sio di Cantù, quindi quelli arrivati agli avvocati, secondo questi ultimi, non sembrano essere i dvd originali creati appena conclusa l’attività di intercettazione.

“Guarda caso tutto il materiale di pessima qualità e diciamo le intercettazioni mancanti, mancano proprio sul materiale che c’è stato consegnato dalla Waylog”, commenta il legale Fabio Schembri. “Per 12 anni ci è stato detto che questo materiale era completo, ora a seguito anche delle vostre ricerche è venuto fuori che in realtà mancano tante intercettazioni. E non sanno spiegarselo, neppure la Procura sa spiegarsi perché. Noi sappiamo che laddove si volesse controllare il server anche tramite tecnici della Procura stessa, queste intercettazioni possono essere rintracciate oppure si potrebbe capire tramite questo esame per quale motivo, errore tecnico, errore umano, o altro ancora, queste intercettazioni sono sparite, mancano. Oltretutto sono delle intercettazioni che sono state, come posso dire, lavorate da una società che si chiama Waylog, che a seguito delle vostre ricerche di fatto è uscito che ha una fiduciaria in Svizzera, e questo pure per la trasparenza… se ne disconoscono per esempio i soci, perché potrebbe essere chiunque il socio. Potrebbe essere per esempio una persona per bene oppure potrebbe essere anche altro, potrebbe essere una persona in un conflitto di interessi, potrebbe essere una persona che ha dei precedenti penali, non lo so. Però questa cosa è vietata, cioè, non si può sostanzialmente lavorare per lo Stato senza comunicare chi sono i soci, questa è una norma basilare, di trasparenza, nei contratti, nei rapporti dei privati e le società con la Pubblica Amministrazione. A questo punto – conclude Schembri - io penso che sia interesse di tutti quanti e non solo della difesa, quindi della Giustizia, fare uscire fuori o capire per quale motivo queste intercettazioni mancano, ma non vogliamo delle giustificazioni di carattere ondivago, dobbiamo delle spiegazioni di carattere tecnico che possano essere logiche e comprensibili per tutti”.

Non perdetevi il servizio Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, in onda questa sera dalle 21.10 su Italia1.

Ecco qui sotto i principali articoli e servizi che abbiamo dedicato recentemente alla strage di Erba.

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