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News | di Alessandra Carati |

Valanghe e terremoto, Daniele Nardi: “Abbiamo recuperato il campo!” | VIDEO

Nuova puntata del diario in esclusiva della scalata impossibile di Daniele Nardi al Nanga Parbat, in Pakistan, passando dal Mummery, uno sperone di ghiaccio di mille metri. Alla neve e il pericolo valanghe che fanno paura si è aggiunto anche il terremoto con scosse di 5.6 che hanno fatto tremare anche il campo base

Nell’area di Chilas, proprio sotto il Nanga Parbat, nei giorni scorsi c’è stato un terremoto di 5.6, due scosse potenti che hanno fatto tremare anche il campo base. Da qui ci arrivano in esclusiva il racconto, i video e le foto (qui sopra potete vedere l'ultimo che ci ha mandato lo scalatore) dell'impresa che sta tentando Daniele Nardi: scalare la montagna di 8.126 metri in Pakistan passando da uno sperone di ghiaccio di mille metri Mummery.

“Abbiamo ballato un po’dentro le tende. Ci è venuto da ridere, ci mancava solo il terremoto”, ha detto Daniele dal satellitare. Subito ha pensato a campo due, lui e Tom avevano fissato un deposito con i materiali sotto un’enorme vela di ghiaccio.

“Se la vela è crollata su se stessa, di sicuro ha schiacciato tutto campo due. E lì è dura, perché un conto è scavare nella neve, un conto tentare di aprire un varco nel ghiaccio vecchio di mille anni o più”.

Appena hanno potuto, sono saliti a campo due per verificarne lo stato. Sono partiti mentre nevicava e la situazione non è migliorata durante la giornata. “In 8 ore abbiamo battuto traccia fino a campo due, lo abbiamo sistemato e siamo ridiscesi ribattendo la traccia perché quella della mattina era già scomparsa”. 

Nella foto qui sopra, Tom Ballard si fa strada nella neve fresca.

Per fortuna avevano posizionato bene il deposito. Era stato coperto dalla neve e solo in parte pressato dal ghiaccio, non così tanto da essere irrecuperabile. Hanno scavato per un’ora e mezza e sono riusciti a mettere in salvo tutto il materiale.

Nella foto qui sopra e sotto, Tom Ballard scava per recuperare i materiali di campo due.

“Mentre salivamo, abbiamo sentito il boato di una valanga e subito dopo ci ha investito un’onda di polvere di ghiaccio spinta dal vento. È stato un momento di paura mista ad adrenalina”. Il pericolo valanghe è molto alto, la montagna è piena di neve, pronta a scaricare.

“Per questo con Tom abbiamo deciso di non dormire a campo due. Troppo rischioso”.

L’obiettivo adesso è aspettare una finestra di bel tempo per andare verso l’alto a verificare se lo zaino con cui hanno fatto il deposito a 6.200 metri è ancora lì oppure non c’è più. Anche se l’ancoraggio è molto solido, sono passati più di venti giorni e la montagna, con il brutto tempo, può essere davvero potente. In più, hanno bisogno di acclimatarsi: “Per una buona acclimatazione dovremmo dormire almeno una notte, se non due, a 6.200 metri. Per farlo abbiamo bisogno di una piccola tregua dal maltempo”. Daniele non perde il suo ottimismo: “Ho sensazioni positive, ci vuole solo il coraggio di aspettare. Ci siamo rasseganti a entrare dentro marzo in maniera abbondante”.

 

Guarda qui sotto le ultime foto che ci sono arrivate da Daniele Nardi e, più in basso, tutti gli articoli e i servizi che abbiamo dedicato finora alla sua scalata.

Valanghe e terremoto, le nuove foto della missione di Daniele Nardi

 
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Daniele Nardi: la sfida al Nanga Parbat e le tragica scomparsa

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