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News | di Alessandra Carati |

Daniele Nardi, a che punto stanno le ricerche dello scalatore disperso

Da domenica scorsa non si hanno notizie di Daniele, che Le Iene seguono dall’inizio della scalata, e di Tom Ballard, saliti sullo sperone Mummery per arrivare in cima al Nanga Parbat in Pakistan a 8.126 metri. Ecco cos’è successo finora, dall’ultima telefonata con noi all’elicottero che non è potuto ancora decollare fino agli amici pakistani partiti per ritrovarli

Domenica pomeriggio Daniele ci ha raccontato parlando col telefono satellitare della grandiosa sfida con Tom Ballard sul Mummery: “È stata una scalata pazzesca, molto più tecnica, molto più diretta, insomma molto più ‘sperone’, proprio come la desideravo da una vita. E poi siamo oltre i 6.000 metri! Ne stiamo a parla’ così però è tosta, contando che non siamo ancora del tutto acclimatati”.

Era stanchissimo eppure non riusciva a trattenere la felicità per la giornata appena passata. Era la seconda volta che Daniele arrivava così in alto sullo sperone, stavolta però da una strada nuova, diversa da quella che aveva fatto negli anni passati.

“Siamo tornati da poco a campo quattro, qui sta facendo notte e io sono fuori dalla tenda. In tutta la giornata ho preso solo una barretta energetica e un bicchiere d’acqua. Adesso mangiamo e dormiamo perché siamo stremati”.

Poi, da quel momento, le comunicazioni si sono interrotte.

Le giornate di lunedì e martedì sono passate nell’attesa di una chiamata dei due alpinisti, mentre le nuvole non permettevano di cercare un contatto visivo con loro sulla montagna.

Nella notte si sono cominciati a organizzare i soccorsi. Da Skardu, una città nei pressi del Nanga Parbat, alle 9.30 era pronto a decollare un elicottero con a bordo Ali Sadpara, un alpinista molto esperto, il primo pakistano a salire in cima proprio al Nanga. L’obiettivo era arrivare al campo base e partire da lì con le ricerche.

Poco prima del decollo, il Pakistan ha chiuso il proprio spazio aereo a causa di un’accelerazione improvvisa delle tensioni con l’India (nelle prime ore della mattina di oggi l’aviazione pakistana ha abbattuto due aerei indiani sui cieli del Kashmir). L’elicottero è rimasto fermo a terra in attesa dell’autorizzazione al decollo.

Ci è voluta tutta la giornata perché l’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, assieme alla Farnesina e all’ambasciata inglese (Tom Ballard, compagno di scalata di Nardi è inglese) riuscisse a ottenere il permesso di decollo per l’elicottero militare che potrà ormai operare solo domani mattina, giovedì 28, visto che il Pakistan è avanti quattro ore e sulla montagna è già buio.

Nel frattempo si sono messi in moto per raggiungere il campo base via terra Karim Hayat e Rahmat Ullah Baig, i due alpinisti pakistani che hanno partecipato alla prima parte dell’avventura di Nardi. Alla fine di gennaio avevano deciso a malincuore di abbandonare la spedizione, Rahmat a causa di un’infezione alla gola, Karim per la perdita della sua attrezzatura a campo 3. Visto il prolungato silenzio di Daniele e Tom, da subito si erano detti disponibili a partire per raggiungere di nuovo il campo base e aiutare i loro compagni. Ora sono in viaggio.

Il silenzio continua, non resta che aspettare.

Guarda qui sotto tutti gli articoli che abbiamo dedicato alla sua scalata.

 

Daniele Nardi: la sfida al Nanga Parbat e le tragica scomparsa

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