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Caso Campolo, riesumazione del corpo. L'ex compagna: “Dubbi fortissimi dopo Le Iene”

Consolato Campolo stava indagando sui conti degli ospedali da incubo della Calabria. Con Gaetano Pecoraro vi abbiamo raccontato i dubbi sulla sua morte improvvisa con il servizio: “Infarto o omicidio?”. Oggi sembra che anche la Procura voglia fare chiarezza. L’ex compagna: “Dopo aver visto Le Iene quel giorno mi è crollato il mondo addosso”

Nuovo sviluppo nell’inchiesta sugli ospedali da incubo. La procura di Reggio Calabria avrebbe predisposto la riesumazione della salma di Consolato Campolo per sabato prossimo, il dirigente della Azienda Sanitaria incaricato di fare chiarezza nei conti della sanità calabrese e morto nove mesi dopo il suo insediamento dopo una cena. Attorno alla sua scomparsa, come ci racconta Gaetano Pecoraro nel servizio che potete vedere qui sopra, ci sono ancora molti interrogativi aperti che meritano approfondimenti, anche sull’ipotesi di un omicidio.

“Finché non ho visto il servizio de Le Iene pensavo che si fosse trattato di un arresto cardiaco, ma dopo aver capito su che cosa Consolato stesse indagando mi è caduto il mondo addosso”, dice la ex compagna di Campolo in esclusiva per Iene.it.

Campolo aveva il compito di combattere gli sprechi della sanità calabra. Da inizio 2018 in nove mesi di operato alla guida della sua task force era riuscito già a fare molto. Una notte però, dopo una cena muore d’infarto nonostante non avesse mai avuto problemi al cuore.

Andava fatta l’autopsia sul suo corpo perché era nero: significa che è stato invaso di sangue”, dice un testimone che ai tempi faceva parte della task force di Campolo. Dello stesso avviso è un altro testimone che ha lavorato con lui. “Non si fidava di nessuno dell’Asp di Reggio”, aggiunge Vincenzo Ferrari della direzione Regione Calabria. “Volevamo fare chiarezza e ci credevamo perché in pochi mesi avevamo tirato fuori tante situazioni. Stava cancellando spettri giorno dopo giorno, presto saremmo arrivati a una soluzione”.

Il rischio concreto è che stesse dando fastidio alla malavita organizzata, un sospetto ancora più concreto dopo le testimonianze sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella sanità calabra. “Chiunque ci diceva che non era prudente neppure farsi offrire un caffè”, dice Ferrari.

“Lui era consapevole che potessero esserci delle ripercussioni per il lavoro che stava facendo”, aggiunge l’ex compagna di Campolo. A lei aveva confidato anche un altro rischio: “Volevamo cambiare la macchina, ma mi aveva detto che l’avremmo fatto solo dopo aver chiuso quell’incarico”.

Tutti quei sospetti, oggi sembrano ancora più fondati. Da nostre fonti sembra infatti che la Procura avrebbe predisposto la riesumazione della salma di Campolo. “Ho tantissimi dubbi e voglio chiarezza”, ci dice l’ex compagna. “Se confermata questa decisione, per me è un segnale positivo. Mi affido alla magistratura, così finalmente sapremo la verità sulla morte di un servitore dello Stato e di un’anima bella”.

Guarda qui sotto tutti gli articoli e i servizi di Gaetano Pecoraro sugli “ospedali da incubo”.

Ospedali da incubo tutti i servizi e gli articoli

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