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Furbetti del cartellino negli ospedali da incubo: 28 indagati a Caserta

Sono 28 gli indagati tra medici, infermieri ed amministrativi finiti indagati al San Rocco di Sessa Aurunca a Caserta. L’ipotesi di reato è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. I furbetti del cartellino avrebbero procurato un danno erariale di oltre 21mila euro. Proprio da questa struttura è partita l’inchiesta de Le Iene sugli ospedali da incubo

Non solo malasanità, negli ospedali da incubo della Campania ci sono anche i furbetti del cartellino. Sono 28 gli indagati tra medici, infermieri e amministrativi finiti indagati al San Rocco di Sessa Aurunca a Caserta.

Tra loro ci sarebbe stato un accordo per timbrare il cartellino e assentarsi durante l’orario di lavoro. A confermarlo sono i video registrati dalle telecamere nascoste dei carabinieri. Nei filmati si accerta come i dipendenti dell’azienda timbrassero più di un badge. Le indagini sono partite nel 2017, attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e analisi di tabulati del traffico telefonico. L’ipotesi di reato per i furbetti del cartellino è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Asl di Caserta avrebbero procurato un danno erariale di oltre 21mila euro.

Uno di questi indagati era soprannominato “Il fantasma di Sessa Aurunca”, perché nessuno lo conosceva e non si presentava mai a lavoro. “Qua o ci arrestano a tutti quanti o stiamo tutti in grazia di Dio. Tanto come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra…”, dice uno dei furbetti intercettato dai carabinieri. Un altro invece risultava in servizio, quando invece era in viaggio in Olanda! Al suo posto andava a timbrare il figlio nascondendo il badge nella pettorina del cane. Tra i 28 indagati ci sono sei medici del reparto di Rianimazione e il primario di Psichiatria. L’inchiesta era partita per un’indagine su un traffico di reperti archeologici. Nelle intercettazioni sono finiti alcuni medici coinvolti in questa vicenda, e così si è scoperto che non si presentavano neppure a lavoro.

Saremo inflessibili con chi ha sbagliato. Non appena avremo le carte della Procura applicheremo la legge Madia sul licenziamento immediato agli assenteisti”, commenta Mario De Biasio, direttore dell’Asl di Caserta. Anche per lui in queste ore c’è qualche grattacapo. È stato a sua volta denunciato dai carabinieri del Nas perché durante le verifiche sono emerse gravi carenze strutturali e funzionali che interessano il complesso delle sale operatorie e il servizio di radiologia. Le stesse documentate dal nostro Gaetano Pecoraro nel primo servizio sulla sua inchiesta degli ospedali da incubo.

Bagni inagibili, macchinari abbandonati, spazzatura. “In 15 anni non c’è stato un solo miglioramento”, ci dicono dall’interno. “Sono anni che abbiamo la tac da terzo mondo, noi l’abbiamo affittata da un’azienda privata non so quanto paghiamo”. Nello stesso ospedale infatti emettono referti in cui specificano che “l’esame è eseguito con apparecchio obsoleto e valore diagnostico marcatamente illimitato da diffusi artifici”. La ministra alla Salute Giulia Grillo parla di sanità utilizzata “come un bancomat per farsi gli affari propri come accaduto all’ospedale di Sessa Aurunca. Non è la prima volta”.

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