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“Sanità in Calabria è emergenza nazionale”: Giulia Grillo conferma le inchieste de Le Iene

La ministra della Salute Giulia Grillo pubblica sulla sua pagina facebook il video dell’ultimo reportage di Gaetano Pecoraro sulle differenze nella sanità pubblica tra Nord e Sud e annuncia un Consiglio dei ministri straordinario sull’emergenza Calabria.

Un Consiglio dei ministri dedicato all’emergenza della sanità pubblica in Calabria. Lo annuncia con un post sulla sua pagina Facebook la ministra della Salute Giulia Grillo, che riprende il video dell’ultimo reportage di Gaetano Pecoraro su questo spinosissimo tema.

“La sanità della Calabria è un'emergenza nazionale – scrive la ministra su Facebook – e dobbiamo cambiare la situazione. Giovedì 18 aprile faremo un Consiglio dei ministri e vogliamo essere vicini a voi calabresi, per questo saremo nella vostra terra per approvare il #DecretoCalabria. Continua la nostra battaglia per una sanità trasparente, onesta, efficiente e dalla parte del paziente. Grazie a medici, infermieri e operatori sanitari – conclude nel post Giulia Grillo - che ogni giorno contro ogni difficoltà dimostrano di essere l'esempio dell'Italia migliore”.

Il cosiddetto “decreto Calabria” dovrebbe prevedere, tra le altre misure,  una verifica straordinaria dei direttori generali delle Asl che potranno essere rimossi in caso di inadempienze e una stretta sugli appalti, che per gli acquisti potranno avvalersi solo della piattaforma Consip o di centrali di acquisto di altre regioni.

Solo poche settimane fa era stato lo stesso premier Giuseppe Conte ad annunciare di voler scendere in campo sull’emergenza sanitaria del nostro Paese, fissando un Consiglio dei ministri proprio in Calabria, che aveva definito regione “tra le più abbandonate del Sud, con una sanità disastrata e una criminalità insidiosissima”.

E che al Sud, rispetto alle strutture del nord Italia, la differenza fosse davvero abissale ce l’ha raccontato proprio Gaetano Pecoraro nel suo ultimo servizio (che potete vedere qui sopra).

La Iena è stata per un giorno intero in due pronto soccorso molto distanti tra loro: uno in Lombardia e uno in Calabria. Al Sud per sottoporre un paziente a Tac lo devono trasferire da un ospedale all’altro per 40 chilometri di strada. Invece al Nord si salvano a volte vite proprio per la tempestività degli interventi. Non è tutto. In Calabria possono mancare pure i tubi dei respiratori che tutti devono avere.

E anche sui costi per la gestione di queste strutture il divario è davvero impressionante: il Policlinico di Milano ha un costo di 430 milioni di euro per 912 posti letto mentre l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per la metà dei posti ha un costo quasi del doppio.

Solo pochi giorni fa, dopo gli ultimi servizi de Le Iene, la stessa ministra Grillo aveva fatto visita agli ospedali da incubo di Locri e Polistena in Calabria, e qui aveva trovato le stesse condizioni descritte nei nostri reportage, a partire dagli ascensori e dalle apparecchiature fuori servizio o non omologate. Il dubbio, raccontato da Gaetano Pecoraro, è che dietro alla malasanità ci fosse l'ombra della 'ndrangheta. E non bastasse già questo quadro così sconsolante, nel corso dell’ultimo servizio il nostro Gaetano Pecoraro vi aveva raccontato la gestione assolutamente “allegra” e fuori controllo dei conti della sanità calabrese, con l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria a cui manca un bilancio dal 2013 ma anche tracce della contabilità. 

Un disastro, tanto che il direttore tecnico di un’’Asp calabrese ci aveva detto: “C’è il filone dei doppi pagamenti” attraverso cui molti fornitori di ospedali venivano pagati due volte per gli stessi lavori.

“Io ho trovato tutta una serie di pagamenti dove non è specificato quali fatture vado a pagare – ci aveva spiegato - . In quel modo se quel fornitore mi chiede una seconda volta il pagamento di quella fattura gliela pago un’altra volta, una seconda volta, una terza volta”. Non esiste un registro e quindi neanche traccia dei pagamenti. 

“In questo modo i debiti non vengono estinti: il pagamento l’ho fatto, ma il debito resta. In tutto ho trovato circa 200 milioni di pagamenti fatti senza causale”. E quando l’Asp non paga le fatture, i fornitori cosa fanno? “Agiscono ottenendo decreti ingiuntivi e pignoramenti, per 150 milioni di queste ingiunzioni da pagare non si sa nulla neanche chi li ha incassati quei soldi!”

Un disastro assoluto, cui adesso anche la ministra Giulia Grillo vuole porre un deciso freno. 

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