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News | di Monica Skripka |

Coronavirus, l'appello da Hong Kong: “Iene, aiutateci: non ci sono più mascherine” | VIDEO

Il coronavirus sta colpendo anche Hong Kong, dove si è appena registrato il primo morto. Nelle farmacie sono finite le mascherine e la gente più povera è costretta a rimanere in casa. Dai volontari della Caritas locale arriva un video appello a Iene.it per chiedere aiuto

“Ci servono le mascherine, vi prego, aiutateci a combattere il coronavirus!”. Qui sopra potete ascoltare l’appello a Iene.it di un gruppo di volontari della Caritas di Hong Kong. La situazione nella metropoli cinese è drammatica: mascherine introvabili nelle farmacie, rubate, vendute al mercato nero, dove chi specula triplica i prezzi. Mentre tantissime persone prive di mascherina sono costrette a rimanere chiuse in casa.

L’emergenza colpisce Hong Kong proprio nei giorni in cui registra il primo decesso da coronavirus. Al momento sono 17 i casi confermati in città, 159 i possibili contagiati. A parlarci della situazione è Cherry Lee Tai Ying, membro della Caritas Youth and Community di Hong Kong.

Le mascherine sono un dispositivo medico di fondamentale importanza per tentare di evitare il contagio dal virus o di diffonderlo e sono oramai introvabili, come ci racconta Cherry: “Tutti noi abbiamo bisogno delle maschere, soprattutto le persone anziane e le fasce vulnerabili”.

Iene.it rivolge un appello a chi ci segue: aiutiamo i cittadini di Hong Kong a dotarsi delle necessarie mascherine per evitare il contagio dal coronavirus?  

Come fare? Acquistando le mascherine modello EN14683, dotati di livello ASTM 2 o 3 e spedendole poi a questo indirizzo:

Caritas Jockey club Integrated Service for Young People Tuen Mun

1/F, Siu Hei Shopping Centre,

Siu Hei Court, Tuen Mun,

N.T., Hong Kong

Il risk manager Vincenzo Puro dell’Istituto nazionale per le Malattie Infettive "L. Spallanzani" (quello dove sono ricoverati i due primi casi di contagio da coronavirus in Italia, due turisti cinesi che oggi si sono aggravati) ci ha confermato l’efficacia di queste mascherine: “Questo modello di dispositivi è in grado di proteggere le persone, è una ‘barriera’ sia per la persona contagiata che per quella a rischio di contagio. Bisogna inoltre cambiare la mascherina ogni 8 ore. Nei posti con altissimi livelli di umidità va cambiata più spesso”.

Il volontario Choy Yuk Nam che compare nel video appello che potete vedere qui sopra spiega: “Alcune persone, soprattutto gli anziani, si svegliano la mattina presto per fare la fila per comprare le mascherine. Il loro prezzo è triplicato”. Alla fine, è il momento dei ringraziamenti: “Ringraziamo tanto Le Iene per l’informazione sull’emergenza e per tutto il supporto”, con un “grazie” anche in italiano.

La crisi intanto prosegue: i morti registrati fino a oggi nel mondo sono 437 e hanno superato i 349 della Sars del 2003, mentre i contagiati sono più di ventimila. Sotto accusa è la Croce Rossa della provincia di Hubei, focolaio dell’epidemia, che non avrebbe saputo gestire l’emergenza e non avrebbe distribuito in maniera efficiente il materiale medico. I dispositivi sarebbero stati inviati in ospedali non in prima linea contro il virus, mentre i reparti infettivi ne avrebbero ricevuto una quantità minore e non sufficiente.


Nella prima puntata della nostra inchiesta abbiamo raccolto la testimonianza di Nicoletta e Francesca, mamma e figlia trevigiane che da 20 anni vivono a Pechino.

“La zona di Sanlitun, il distretto dei ristoranti di lusso, degli uffici e della vita notturna, è incredibilmente deserta. I marciapiedi e i lunghi viali di solito trafficatissimi sono vuoti: la città è spettrale. Le pochissime persone che si incrociano per strada indossano tutte le mascherine di protezione. Le farmacie di Pechino e i negozi hanno terminato le scorte di disinfettanti”, racconta mamma Nicoletta.

Nella seconda puntata della nostra inchiesta, abbiamo mostrato gli incredibili dati di un rapporto, l'indice di sicurezza sanitaria globale 2019, che risponde a questa delicatissima domanda: l'Italia è davvero in grado di affrontare l'epidemia da coronavirus? E quello che emerge dal rapporto, che puoi leggere cliccando qui, è sconsolante : il nostro punteggio complessivo è di 56,2 punti e ci colloca diciottesimi in Europa (su 28 membri) e 31esimi nel mondo (su un totale di 195 paesi monitorati) . 

Nella terza puntata abbiamo appunto mostrato l'appello di Paolo, uno degli italiani bloccati a Wuhan, la cui situazione è appena sbloccata con il ritorno in patria.

Nella quarta puntata abbiamo raccontato tutte le notizie false e le assurdità che stanno circolando in rete in questo momento di grande panico per la diffusione del coronavirus: dalla polizia di Wuhan che "spara a chi tenta di scappare" a Bill Gates, fino alle “montagne di cadaveri nascoste negli ospedali cinesi” e all'esperimento “sfuggito di mano”. Tra tutte queste teorie complottiste è anche comparso un audio delirante su WhatsApp. 

Nella quinta puntata vi abbiamo mostrato il video di Andrea Rinaldi, un personal trainer che vive e lavora da 9 anni a Shanghai. Dopo la chiusura delle palestre è stato costretto a tornare in Italia. Racconta in video a Iene.it il suo viaggio di ritorno tra misure di sicurezza dubbie in Cina (bastano davvero le autocertificazioni?) e nessun controllo in Italia. i controlli sono stati appena estesi a tutti i voli internazionali in arrivo nel nostro Paese: fino a questo pomeriggio la situazione era questa.


Ecco qui sotto tutti gli articoli e i video che abbiamo pubblicato sull'emergenza coronavirus.

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