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Coronavirus in Lombardia, i racconti dalle città isolate: “Strade deserte e mascherine esaurite”

A Iene.it parlano i primi testimoni dalle città isolate per il coronavirus. Da ieri in una decina di Comuni tra Lombardia e Veneto c’è il divieto di tenere aperti i negozi. Abbiamo sentito la testimonianza di alcuni commercianti di Casalpusterlengo e Codogno in provincia di Lodi che ci raccontano la paura, le strade deserte e i rischi di panico, mentre tutte le attività sono bloccate

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Abbiamo dovuto chiudere l’attività da ieri e non sappiamo quando potremo riaprire. C’è chi dice che ci vorranno due settimane. Spero che lo Stato ci venga incontro”. Sono le prime testimonianze che arrivano a Iene.it dai paesi in isolamento per il coronavirus. Dal primo pomeriggio di ieri una decina di Comuni tra Lodi e Piacenza sono off limits. Nessuno può entrare e i loro abitanti sono invitati a rimanere a casa dopo che si sono registrati nelle ultime ore le prime vittime e decine di contagi con epicentro proprio in quest’area. È qui che viveva Giovanna Carminati, la seconda vittima di Coronavirus in Italia. Nei giorni scorsi era stata al pronto soccorso dell'ospedale di Codogno dove si era recato anche il  38enne da cui sarebbe partito il focolaio in provincia di Lodi.

“Alle 4 del pomeriggio è arrivata l’ordinanza del sindaco e da allora siamo in attesa di novità. Intanto però devo fare i conti con la merce che va male”. A parlare è Roberto Zanoni che gestisce un bar enoteca nel centro di Casalpusterlengo. Siamo nell’epicentro del coronavirus a poco più di 50 chilometri dal centro di Milano.

Per strada non c’è nessuno. Fino a questa mattina c’era qualche supermercato aperto, ma ormai stanno chiudendo tutti”, racconta il commerciante a Iene.it. “Le poche persone che si vedono in giro sono anziani, i più esposti a questo virus”. Ma a quello che ci racconta circolano liberi senza mascherine né guanti: “Fuori dalle poche farmacie aperte sono comparsi i primi cartelli che dicono di avere esaurito le mascherine”.

Il sindaco ha invitato tutti a stare a casa. Ma rimanere chiusi dentro è difficile. E dobbiamo fare i conti anche le nostre attività e i danni economici per la chiusura”, aggiunge il commerciante. La stessa situazione la stanno vivendo anche gli abitanti di Codogno, il paese confinante dove vivono 15mila persone. Anche qui ci sono strade deserte e attività commerciali chiuse. “Da ieri mattina ha iniziato a circolare la voce e si è creato il panico. Poi quando sono arrivate le notizie più certe è iniziato il fuggi fuggi”, racconta Nuria che lavora per un ristorante nel centro del paese in provincia di Lodi. La struttura è anche un albergo con 9 camere. Da ieri pomeriggio i gestori hanno dovuto incrociare le braccia dopo l’ordinanza del sindaco. “Siamo stati costretti a rimandare a casa quattro clienti e ad annullare le prenotazioni”. Le strade assieme a scuole e negozi si sono svuotate. “Da stamattina la polizia locale controlla che tutte le attività siano realmente chiuse”.

Iene.it continua a seguire l'evolversi dell'emergenza coronavirus, che dalla Cina si sta diffondendo nel resto del mondo e che ora è deflagrata anche in Italia con i contagi partiti dalla provincia di Lodi (qui sotto trovate tutti gli articoli che abbiamo dedicato all’emergenza). Continueremo a seguire l'evolversi di questa emergenza nelle prossime puntate de Le Iene in onda martedì e giovedì dalle 21.20 su Italia1.
  
Chiunque si trovasse nei luoghi dei contagi in Italia e volesse mettersi in contatto con noi, può scriverci su redazioneiene@mediaset.it.

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