Coronavirus, come difendersi dagli hacker che “ci infettano” via telefono e dall'infodemia
Una società specializzata nella sicurezza informatica ha scoperto almeno dieci file usati dagli hacker per rubare dati dai dispositivi del mezzo mondo: la truffa viene realizzata inviando link che promettono aggiornamenti e dati utili sul coronavirus cinese. Ecco come evitare di essere “infettati” e truffati. E anche come non cadere vittime dell'"infodemia"
Il coronavirus può infettare anche via telefono. Non stiamo ovviamente parlando di un contagio reale, ma del rischio che gli hacker utilizzino il panico da coronavirus per realizzare le loro truffe. Il rischio è reale, non potenziale. Lo spiega la società di sicurezza informatica Kaspersky: “Abbiamo individuato i file dannosi, sotto forma di pdf, mp4 e docx, che si presentavano come documenti relativi al virus e alle istruzioni su come proteggersi e che contengono invece diversi file dannosi tra cui trojan e worm ".
File, hanno spiegato alla Kaspersky, in grado di rubare i dati sensibili dai computer e dai dispositivi degli utenti "infettati", oltre che cancellare gli archivi interni del sistema. Consigli di buon senso o sicuramente utili? Eccone alcuni:
1. Non scaricare né cliccare su alcun link di fonte sconosciuta, anche se inoltrato da un nostro contatto.
2. Non condividere a nostra volta i file e i link ricevuti.
3. Fare particolare attenzione ai file con estensione .exe e.lnk (eseguibili e link).
4. Dotarsi, su PC e telefoni cellulari, di sistemi antivirus in grado di individuare e filtrare i contenuti sospetti
5. Applicare il “Parental Control” in caso di utilizzo del dispositivo da parte di minori.
6. Dotare il proprio servizio di posta elettronica di appositi filtri anti-spam.
7. Informarsi sul coronavirus solo attraverso i canali certificati e affidabili, a partire dal sito web del Ministero della Salute
A sfatare anche bufale e ridurre i “danni collaterali” da coronavirus ci ha pensato anche l'Istituto superiore di Sanità, che in un tweet chiede a tutti di "non dare credito a fonti non ufficiali, come messaggi vocali su social e app di messaggistica". Il riferimento è anche all'audio messaggio che da giorni circola su Whatsapp, e di cui abbiamo raccontato in questo articolo dedicato alle bufale e alle teorie complottiste che stanno dilagando sui social.
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità è intervenuta sull '"infodemia", ovvero l'epidemia di notizie false sul virus cinese, escludendo categoricamente per esempio che il virus si possa trasferire attraverso posta e merci provenienti dalla Cina (altra bufala dura a morire). "Da precedenti analisi sappiamo che il coronavirus non sopravvivono a lungo su oggetti, come lettere o pacchi". Era davvero necessario precisarlo? Evidentemente sì, visto il proliferare di bufale di cui abbiamo parlato anche noi. E visto che, oltre alle notizie false, si è arrivati a sfruttare l'epidemia anche per diffondere virus informatici .
Ecco qui sotto tutti gli articoli che abbiamo dedicato all'emergenza coronavirus.