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Coronavirus, Paolo in quarantena in Italia: “Non ci fanno mancare niente” | VIDEO

Iene.it sta seguendo l'emergenza coronavirus con la testimonianza di Paolo, uno dei 56 italiani rimpatriati da Wuhan, la città della Cina dove si sono registrate al momento 722 vittime. Dopo il suo primo appello e il viaggio di rientro, il nostro connazionale ci mostra ora come sta trascorrendo la quarantena nella città militare della Cecchignola a Roma

“Come vedete non ci fanno mancare niente”. Paolo, uno dei 56 italiani rimpatriati da Wuhan in Cina, focolaio del coronavirus, si trova in quarantena alla città militare della Cecchignola a Roma. Nel video che potete vedere qui sopra, Paolo ci mostra la sua stanza nel momento della colazione. Qui il tempo trascorre lento, gli italiani in quarantena possono avere però contatti tra loro ovviamente con mascherine e guanti. Hanno già trascorso insieme qualche ora giocando a carte o a ping-pong.  I giorni di permanenza sono destinati ad aumentare: dovranno passare altre 2 settimane in isolamento. Nel frattempo verranno sottoposti a nuovi tamponi faringei che non erano stati fatti prima della partenza da Wuhan. I test verranno fatti nonostante in Italia sia improbabile il contagio perché non c’è circolazione locale del virus. Intanto è stato predisposto il trasferimento di una donna dalla struttura di Cecchignola all'ospedale Spallanzani. La donna ha una congiuntivite ed è negativa al test di nuovo coronavirus 2019-nCoV, ma è stata trasferita in malattie infettive per ulteriori accertamenti.

Per lei assieme a Paolo e ad altri 56 italiani l'incubo finisce il 3 febbraio (clicca qui per il video). Alle 10.48 atterrano con un Boeing 767 del quattordicesimo stormo dell'aeronautica militare all'aeroporto militare di Pratica di Mare. Iniziano le due settimane di quarantena: nel caso in cui dovessero manifestarsi in sintomi del virus, verranno portati allo Spallanzani di Roma, dove è stato accertato in queste ore il primo caso. È un uomo di 29 anni, il primo italiano contagiato dal virus 2019-nCoV che manifesta lievi sintomi di febbre e congiuntivite

Su Iene.it stiamo seguendo Paolo fin dai primi giorni dell’emergenza del coronavirus. Lo abbiamo conosciuto quando ancora si trovava in Cina. È il 29 gennaio, Paolo è a Wuhan e ancora non ha nessuna notizia certa di tornare a casa. “Nessuna notizia ufficiale dal consolato italiano. Parenti e amici mi chiedevano se fossero veritiere le notizie di un volo da Fiumicino... Ci fa molto piacere, perché sono già dieci giorni che siamo qua senza sapere come andrà a finire questa avventura, questa brutta avventura ... " (clicca qui per il video). 

La città in quelle ore è spettrale, si contano già 170 morti registrati. Un bilancio però destinato a salire nei giorni successivi: sono 722 le vittime accertate a oggi. Qualche giorno dopo rispetto al primo video Paolo ci manda un secondo filmato: “Grazie a Le Iene per il supporto che è stato dato”, ci dice appena saputo del volo militare italiano in partenza per Wuhan. L’incubo per lui e gli altri 56 italiani finisce il 3 febbraio (clicca qui per il video).

Alle 10.48 atterrano con un Boeing 767 del quattordicesimo stormo dell'aeronautica militare all'aeroporto militare di Pratica di Mare. Iniziano le due settimane di quarantena: nel caso in cui dovessero manifestarsi in sintomi del virus, verranno portati allo Spallanzani di Roma, dove è stato accertato in queste ore il primo caso. È un uomo di 29 anni, il primo italiano contagiato dal virus 2019-nCoV che manifesta lievi sintomi di febbre e congiuntivite. 

Iene.it continua a seguire l'evolversi dell'emergenza coronavirus, che dalla Cina si sta diffondendo nel resto del mondo. 

Nella prima puntata della nostra inchiesta abbiamo raccolto la testimonianza da Pechino di Nicoletta e Francesca, mamma e figlia trevigiane che da 20 anni vivono nella capitale cinese. “La zona di Sanlitun, il distretto dei ristoranti di lusso, degli uffici e della vita notturna, è incredibilmente deserta. I marciapiedi e i lunghi viali di solito trafficatissimi sono vuoti: la città è spettrale. Le pochissime persone che si incrociano per strada indossano tutte le mascherine di protezione. Le farmacie di Pechino e i negozi hanno terminato le scorte di disinfettanti”, racconta mamma Nicoletta.

Nella seconda puntata della nostra inchiesta, abbiamo mostrato gli incredibili dati di un rapporto, l'indice di sicurezza sanitaria globale 2019, che risponde a questa delicatissima domanda: l'Italia è davvero in grado di affrontare l'epidemia da coronavirus? E quello che emerge dal rapporto è sconsolante: il nostro punteggio complessivo è di 56,2 punti e ci colloca diciottesimi in Europa (su 28 membri) e 31esimi nel mondo (su un totale di 195 paesi monitorati) . 

Proprio nella terza puntata abbiamo appunto mostrato l'appello di Paolo, uno degli italiani bloccati a Wuhan, che ci ha mandato un nuovo video che potete vedere all’inizio di questo articolo.

Nella quarta puntata abbiamo raccontato tutte le notizie false e le assurdità che stanno circolando in rete in questo momento di grande panico per la diffusione del coronavirus: dalla polizia di Wuhan che "spara a chi tenta di scappare" a Bill Gates, fino alle “montagne di cadaveri nascoste negli ospedali cinesi” e all'esperimento “sfuggito di mano”. Tra tutte queste teorie complottiste è anche comparso un audio delirante su WhatsApp. 

Dopo avervi raccontato dell’allarme hacker lanciato da una società specializzata nella sicurezza informatica, abbiamo poi raccolto l’appello della Caritas di Hong Kong, “Ci servono le mascherine, vi prego, aiutateci a combattere il coronavirus!”. La situazione nella metropoli cinese è drammatica: mascherine introvabili nelle farmacie, rubate, vendute al mercato nero, dove chi specula triplica i prezzi. Mentre tantissime persone prive di mascherina sono costrette a rimanere chiuse in casa.

Abbiamo infine raccontato il ritorno a casa di Andrea Rinaldi, un ragazzo siciliano che viveva a Shanghai da nove anni e che ha documentato per iene.it il suo viaggio dalla metropoli cinese a Catania, un viaggio tra paura di amici e parenti e nessun controllo negli aeroporti. E poi il suo sfogo: “Non sono malato, ma sono costretto a nascondermi”. 

Ecco qui sotto tutti gli articoli e i video che abbiamo pubblicato sull'emergenza coronavirus cinese

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